Alla Stanford University, un bio-ingegnere ispirato da un gioco per bambini ha realizzato un prototipo di centrifuga per le analisi del sangue utilizzando materiali per soli 20 centesimi di dollaro.
Manu Prakash utilizzando del semplice spago, della carta e un po’ di plastica, ha realizzato una centrifuga, una “paperfuge”, capace di girare talmente veloce da poter generare l’energia necessaria per separare le diverse componenti del sangue, al pari delle centrifughe di laboratorio che oltre ad avere costi esorbitanti necessitano di energia elettrica.
Ma cerchiamo di capire come funziona.
Il gioco che ha ispirato Manu Prakash, era composto da un bottone attraversato da un unico filo di spago, tirando e rilasciando lo spago il bottone girava sempre più veloce.
Mediante l’utilizzo di una camera in grado di catturare immagini ad altissima velocità, il bio-ingegnere ha calcolato che la sua paperfuge girava ad una velocità tra i 10000 e i 15000 rpm, ma non bastava ancora.
Si è così rivolto ad alcuni colleghi dell’università e del MIT per apportare delle modifiche al suo prototipo.
In seguito ad una serie di simulazioni al computer, Manu e il team sono riusciti a realizzare una versione capace di girare a circa 125000 rpm.
Applicando uno stick di sangue al disco di carta e facendolo girare per circa un minuto e mezzo, è riuscito a separare il plasma e i globuli rossi.
Con questo dispositivo hanno condotto una serie di test sul campo in Madagascar riuscendo ad effettuare analisi per diagnosticare la malaria.
La sinergia fra conoscenza, tecnologie digitali ed analogiche ha portato alla realizzazione di un’invenzione capace di rivoluzionare il modo di condurre le analisi in aree remote del nostro pianeta, non raggiunte da una rete elettrica e con poche risorse a disposizione.