In che cosa consiste oggi la prevenzione? Una domanda da un milione di dollari a cui ne segue naturalmente un’altra: per le istituzioni in quali aree della prevenzione ha senso investire?
È ormai appurato che i finanziatori (chi paga le cure) detengono un peso sempre maggiore nel decidere quali tra le terapie che sovvenzionano funzionano e quali no. Un ruolo da arbitri che porterà questi attori, pubblici o privati che siano, a esercitare una crescente influenza nel settore o ad acquisire completamente fornitori e strutture di cura.
Questo darà ai finanziatori ancor più potere per andare oltre la mera gestione del rischio di impresa, per creare e implementare programmi di prevenzione che siano utili ad abbassare il costo della spesa sanitaria, e incrementare i profitti.
Ma la domanda da un milione di dollari è: in che cosa consiste oggi la prevenzione? E in quali aree della prevenzione ha senso investire per le istituzioni?
Allo stesso modo, per quelli di noi a cui piace pensare e operare fuori dagli schemi, su cosa dovremmo concentrare la nostra attenzione e i nostri sforzi per creare fantastiche nuove tecnologie e piattaforme che aiutano a prevenire le malattie prima che abbiano inizio?
La ricerca di un compromesso purtroppo non può tenere conto (bypassare) dei bisogni sanitari individuali, ma deve necessariamente guardare al problema in maniera olistica, attraverso una lente finanziaria grandangolare che tiene conto del rapporto costi/benefici su larga scala. Consideriamo uno scenario specifico per illustrare questo punto.
La prevenzione del cancro ai polmoni attraverso test genetici, diagnosi precoce e trattamenti?
Il cancro ai polmoni è la seconda causa di morte negli Stati Uniti dopo le malattie cardiovascolari, e può colpire sostanzialmente 1 persona su 14. Questo tipo di tumore si può sviluppare a causa di diversi fattori, tuttavia, la predisposizione genetica è generalmente riconosciuta come uno dei fattori di rischio maggiore. In tal senso, è ragionevole ipotizzare che se una persona sa di avere una storia familiare con dei casi di cancro ai polmoni, vorrà sottoporsi ad un programma di diagnosi precoce per identificare se ha nel proprio DNA i marcatori genetici del cancro ai polmoni; così come vorrà intraprendere un programma di trattamento precoce per cercare di fermare la malattia in una fase iniziale, laddove questa venisse diagnosticata.
Mentre la tecnologia per effettuare questo tipo di test è già disponibile, instituire un programma di prevenzione del cancro ai polmoni su larga scala, per effettuare i test su tutta la popolazione, finirebbe per identificare solo un piccolo sotto insieme di soggetti ad alto rischio.
Tra questi, solo la metà risponderanno positivamente alla terapia, e solo se la malattia è stata presa con sufficiente anticipo. Dato il costo elevato del test, e il gruppo potenzialmente piccolo di persone a cui questo potrebbe tornare utile, il test genetico precoce a tappeto sulla popolazione non è certo il modo più efficace di utilizzare le risorse per la prevenzione del cancro ai polmoni.
Allo stesso modo, sottoporre le persone a terapie anticancro, di cui in realtà potrebbero non avere bisogno in quel momento della loro vita, causerebbe una lunga serie di altri problemi di salute derivanti dal trattamento stesso. Dunque, in conclusione, la raccomandazione più saggia sarebbe quella di sottoporre al test solo gli individui che sono già ad alto rischio, anziché tutta la popolazione.
Questo tipo di approccio cauto sui test genetici è anche il motivo per cui la FDA ha sollevato preoccupazioni sulla tipologia di risultati che le aziende come 23andMe rendono disponibili ai loro clienti. Un marcatore genetico per un determinata malattia non significa necessariamente che la malattia si manifesterà in quella persona, e se quella persona scopre di avere quel marcatore e insiste a ricevere un trattamento precoce, quest’ultimo potrebbe molto verosimilmente portare più danni che benefici…
E se, nonostante tutto, la nostra missione fosse quella di prevenire il cancro ai polmoni?
Un altro approccio, più praticabile (anche se richiede un arco temporale maggiore, e più attori economici, sia nel settore privato sia in quello pubblico), potrebbe essere quello di iniziare con il ridurre l’incidenza del cancro ai polmoni nel suo complesso, limitando o eliminando i fattori di rischio esterni a noi noti. Questo tipo di approccio su larga scala, guidato da evidenze scientifiche, è stato già adottato nel corso dei tre decenni passati, e in particolare ha incluso cose come:
- Programmi di informazione sui danni del fumo e campagne per indurre a smettere di fumare;
- Controlli delle emissioni inquinanti sui veicoli a combustibile fossile;
- Totale eliminazione dal commercio di minerali che causano il cancro ai polmoni, come l’Asbesto;
- Raccomandazioni sulla dieta.
Alcuni cambiamenti nello stato di salute della popolazione si verificheranno anche grazie alla tecnologia, ma in maniera indiretta. Uno dei vantaggi involontari a cui porterà l’uso dei veicoli elettrici, una volta che saranno prodotti in massa e diffusi sulle autostrade di tutto il mondo, sarà molto probabilmente una diminuzione delle percentuali di cancro ai polmoni causato dalle polveri sottili e dall’inquinamento dell’aria. Chi l’avrebbe mai detto che un veicolo elettrico avrebbe indirettamente contribuito ad abbassare i costi sanitari?
Ma che succede se sei una digital health startup che vuole fare la differenza in una specifica area terapeutica?
Gli esempi riportati mostrano che ci sono tante strade che portano a risolvere uno stesso problema di salute. La scalabilità e il potenziale raggiungimento di un segmento molto largo della popolazione sono elementi chiave per generare risultati che hanno realmente un impatto. Inoltre, gli attori economici del settore sanitario, come ad esempio le compagnie assicurative, si basano su indicatori economici molto ben definiti prima di adottare qualunque nuova soluzione.
L’idea che portate al vaglio degli investitori deve dimostrare di poter generare un reale beneficio, benché piccolo o progressivo, per una grossa fetta di popolazione; a quel punto le economie di scala inizieranno a modificare gli equilibri, spingendo verso una soluzione che possa produrre risultati significativi che siano finanziariamente sensati.