Nonostante la pandemia abbia determinato un’ampia diffusione della sanità digitale anche in Italia, una vera e propria trasformazione digitale della sanità italiana potrà affermarsi solo quando saranno affrontati e superati gli ostacoli che stanno frenando questo processo.
Alcune di queste criticità sono state esaminate nel side event “TECH2DOC: Le competenze del medico del futuro e l’innovazione nella pratica clinica”, tenutosi durante l’Italian Summit di Frontiers Health 2023. In particolare, nei quattro interventi della sessione “L’innovazione digitale nella pratica clinica” sono stati trattati gli aspetti regolamentari e operativi che rappresentano delle problematiche nel percorso attuale di digitalizzazione della sanità italiana.
Le implicazioni regolatorie e medico-legali in sanità digitale: l’intervento dell’Avvocato Stefanelli
Il primo contributo di questa sessione è stato fornito dall’Avvocato Silvia Stefanelli, founder dello Studio Stefanelli. Nel suo intervento, incentrato sul tema “La sanità digitale: implicazioni regolatorie e medico-legali“, l’Avvocato Stefanelli ha analizzato due fattori in particolare. Il primo aspetto ha riguardato la scarsa conoscenza della normativa sulla protezione dei dati del paziente da parte dei medici. Il secondo, al contrario, si è concentrato sulla eccessiva importanza attribuita alla responsabilità medico-legale nell’utilizzo delle piattaforme informatiche da parte dei clinici.
Basandomi sulla mia esperienza professionale, ritengo che i medici sottovalutino le implicazioni relative all’aspetto della protezione del dato del paziente, soprattutto a causa della scarsa consapevolezza di quali siano i corretti comportamenti in questo ambito. Al contrario, la preoccupazione relativa alla responsabilità medico legale è spesso sopravvalutata dai clinici, in particolare per quello che riguarda lo sviluppo della sanità digitale.
Con riferimento al primo aspetto, Stefanelli ha sottolineato che la protezione dei dati del paziente si fonda sulla finalità che ha determinato la loro raccolta. Tuttavia, i medici ignorano l’importanza di tale principio, poiché tendono a utilizzare i dati anche per altri scopi rispetto a quello originario. Per questo motivo, è importante che i clinici, quando utilizzano i dati del paziente per finalità diverse da quella iniziale, si interroghino se tale utilizzo debba basarsi su una diversa base giuridica (consenso, atto amministrativo, regolamento, legittimo interesse, etc.).
Passando alla responsabilità medico-legale nell’ambito digitale, Stefanelli ha esaminato quanto previsto dalla Legge 27/2017 (la cosiddetta Bianco-Gelli) che disciplina la responsabilità nel settore sanitario. Questa norma si basa sull’analisi dei rischi e, proprio partendo da questo presupposto, Stefanelli ha evidenziato che con la digitalizzazione nel campo della sanità il livello di rischio non aumenta.
Infatti, poiché l’erogazione della prestazione sanitaria avviene con modalità diverse rispetto alla modalità in presenza, è necessario considerare altri rischi, diversi da quelli presi in considerazione finora. La presenza di possibili nuovi rischi non implica un aumento del livello di rischio complessivo. È pertanto essenziale valutare e gestire i diversi rischi associati alla trasformazione digitale nel campo della sanità.
Per completare il quadro sulla responsabilità medico legale in relazione alla digitalizzazione, Stefanelli ha poi indicato quelli che sono i nuovi rischi digitali:
- utilizzare lo strumento digitale quando esso non è idoneo per l’outcome di salute del paziente;
- non utilizzare l’applicazione digitale quando sarebbe opportuno o necessario;
- gestire in modo non corretto il rapporto digitale con altri operatori;
- l’erronea manutenzione e uso del dispositivo digitale;
- valutare la difettosità del dispositivo medico in capo al produttore;
- valutare le capacità e i comportamenti dei pazienti.
L’evoluzione dei processi in sanità: le due “piattaforme” del Professor Gabbrielli
Il secondo intervento è stato tenuto dal Professor Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità. Attraverso il suo contributo, Gabbrielli ha trattato il tema “L’evoluzione delle evidenze, dei protocolli e delle competenze: l’integrazione delle innovazioni digitali nei PDTA”.
Gabbrielli ha sottolineato il notevole passo in avanti nell’uso delle tecnologie digitali avvenuto in Italia dopo la pandemia, che ha consentito l’inizio di un percorso di ristrutturazione del sistema sanitario italiano. Questo percorso si sviluppa contemporaneamente su due “piattaforme” (intese come modalità di lavoro) che procedono in parallelo.
La prima di queste due modalità di lavoro è quella che Gabbrielli definisce come il “Qui e ora“, e indica ciò che è possibile fare per i pazienti nella realtà italiana di oggi. Tuttavia, nell’attuale contesto, l’ampia disponibilità di tecnologia digitale per gli operatori sanitari rischia di far perdere di vista le reali esigenze sia degli assistiti che dei professionisti.
Occorre quindi costruire servizi che siano progettati, implementati, gestiti ed aggiornati da gruppi multidisciplinari di professionisti in sanità, i quali siano in grado di individuare quei strumenti digitali adatti ad essere integrati nei processi in sanità. Tale multidisciplinarietà renderà necessario formare nuove categorie professionali e riorganizzare i processi di lavoro all’interno delle strutture sanitarie.
La seconda piattaforma, che Gabbrielli ha denominato “Ricerca e sviluppo”, rappresenta tutto ciò che si intende realizzare oggi per la sanità del futuro. L’obiettivo non è quello di consolidare ciò che esiste già, bensì quello di realizzare un qualcosa che non esiste ancora. Il punto fondamentale che Gabbrielli ha posto alla base di questa modalità di lavoro è la capacità di comprendere l’interazione uomo-macchina, con particolare riferimento all’intelligenza artificiale.
In particolare, Gabrielli ha sottolineato l’importanza di avere la consapevolezza che in questo rapporto è l’uomo, e non l’algoritmo o il dispositivo, a dove essere capace di capire come utilizzare la tecnologia nell’ambito dei processi che egli stesso ridisegnerà per favorirne la digitalizzazione. Pertanto, anche in questo caso, come nel “Qui e ora”, l’innovazione non sarà appannaggio di un solo ambito di competenza, ma richiederà una cooperazione fra varie figure professionali.
Il Piano Strategico di Sanità Digitale della Regione Lombardia
Gli ultimi due interventi della sono stati tenuti dai referenti delle due Regioni guida per la messa a terra degli interventi di innovazione e trasformazione digitale in sanità previsti dal PNRR: Giovanni Delgrossi, Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia; e Giovanni Gorgoni, Direttore Generale di AReSS di Regione Puglia.
Con il suo contributo, Delgrossi ha illustrato quali sono le attività che la Regione Lombardia sta implementando per contribuire alla trasformazione digitale della sanità. Fra queste, la prima è stata la realizzazione di un Piano Strategico di Sanità Digitale, con il quale sono state definiti la visione della Regione in termini di sanità digitale, gli obiettivi strategici e le azioni necessarie a raggiungere tali finalità.
Gli interventi previsti nel Piano della Lombardia sono stati progettati in modo da rispondere a chiari ma semplici obiettivi: utilizzare solo la tecnologia adatta per attuare concretamente la trasformazione digitale nella sanità lombarda; semplificare le piattaforme e gli strumenti digitali impiegati in ambito sanitario; dotare la Regione di un modello di interscambio di dati migliore di quello oggi in uso.
Facendo riferimento al progetto di implementazione della telemedicina nell’ambito territoriale della sanità lombarda, Delgrossi ha sottolineato l’importanza che ricopre la definizione di un modello organizzativo con il quale attribuire ruoli e funzioni dei vari stakeholder coinvolti nei processi digitali sanitari regionali.
Il modello di Trasformazione Digitale in Sanità della Regione Puglia
Giovanni Gorgoni ha, con il suo contributo, evidenziato l’attuale posizione del nostro sistema sanitario rispetto il suo stato di “Digitalizzazione”, caratterizzato dall’inserimento di servizi digitali nei processi in sanità. Tuttavia, come previsto dal PNRR, il nostro SSN deve necessariamente approdare ad una vera e propria “Trasformazione Digitale in sanità”, con una ridefinizione sistemica in senso digitale dei processi sanitari.
Ciò può avvenire solamente attraverso tre azioni fondamentali: migliorare l’esperienza del paziente lavorando sul patient journey; trasformare in senso digitale i processi operativi, operando attraverso l’organizzazione di team multidisciplinari; costruire un ecosistema digitale in sanità.
Questo modello strategico, poi implementato nella linea di intervento del tumore al seno, ha permesso alla Regione Puglia di acquisire una certa esperienza sul come delineare il percorso di trasformazione digitale in sanità. Gorgoni ha esposto, per concludere il suo intervento, tre lezioni che sono state apprese durante questo percorso:
- le soluzioni digitali devono essere semplici, intuitive e abituali allo scopo di essere di facile uso per l’utente;
- il percorso di cura deve essere individuale, gestito da un team multidisciplinare di cura capace di integrare e connettere i servizi da remoto con quelli in presenza;
- il risparmio della telemedicina non va misurato sul costo del personale (che al contrario aumenta), ma sui migliori esiti di salute.