Una campagna contro il fumo attivo e passivo ti porta nei locali per non fumatori
Come sensibilizzare i millennials ai pericoli del fumo? Giocando con le forme, con le metafore, trasformando qualcosa che vediamo continuamente nel nostro smartphone, ovvero la barra di ricerca di Google, in qualcosa di ben più minaccioso.
Il pulsante di ricerca è giallo come un filtro. La barra di ricerca, bianca, contiene il nome di una patologia legata al fumo: infarto, cancro ai polmoni, impotenza. Ricorda proprio la forma di una sigaretta, e infatti dalla sua estremità si alza un filo di fumo. Quest’immagine, accompagnata dal titolo “Non te ne importa?”, è comparsa su moltissime affissioni nella città di Mosca.
Il messaggio è fin troppo chiaro: se fumi, stai cercando qualcosa che ti fa male, e prima o poi lo troverai. Questo messaggio di grande impatto non si esaurisce però con una semplice ammonizione, ma mette a disposizione del pubblico un particolare codice QR: chi lo inquadra col proprio smartphone sarà rimandato a una lista geolocalizzata con i più vicini locali per non fumatori, pubblicata sull’app FourSquare.
La campagna è stata pubblicata nel 2013, a pochi mesi di distanza da una normativa contro il fumo che è giunta in Russia con grande ritardo rispetto al resto d’Europa. Il Ministero della Salute russo ha allora sentito, di pari passo con la nuova legge, la necessità di stimolare i giovani a smettere di fumare, e ad evitare il fumo passivo di locali in cui si fuma.
Mentre in altri Paesi del mondo l’approccio creativo sarebbe stato più caldo, emozionale; la Russia, secondo tradizione, sceglie uno stile razionale, geometrico, minimalista, che mette il pubblico davanti al problema e lo invita in modo molto diretto ad avere coraggio, quasi provocandolo.
Perché questa comunicazione funziona?
A differenza di molte campagne anti-fumo, anche italiane, non c’è una condanna morale del fumatore, il fumatore non viene etichettato come un brutto soggetto, non c’è un personaggio che ti fa la predica. C’è solo una causa, una conseguenza, e una domanda, un semplice interrogativo: “ma davvero non te ne importa niente?”
In un mondo in cui gli stessi pacchetti di sigarette sono invasi da messaggi antifumo e foto impressionanti, un mondo in cui chi fuma sembra aver completamente perso una sensibilità a certi argomenti, ed è rassegnato a vedersi puntare il dito contro, è davvero bello, invece, trovare una campagna così creativa, originale, semplice, razionale.