di , 26/04/2022

Una delle priorità della Mission 6 del PNRR è la salute mentale con l’obiettivo di potenziare i Dipartimenti di Salute mentale per la presa in carico efficace dei pazienti con disagio psicologico o disturbo mentale, anche in collaborazione con il sistema integrato degli interventi e servizi sociali e con il terzo settore, volti al recupero dell’autonomia personale, sociale e lavorativa.

Questa tematica è stata al centro della discussione del seminario di approfondimento tenutosi lo scorso 6 Aprile dal titolo “PNRR e salute mentale: quali opportunità per gli operatori della salute mentale e per le persone con disturbi mentali?” introdotto e coordinato da Nerina Dirindin, Coripe con la partecipazione di innumerevoli figure di rilievo.

La salute mentale non è meno importante di quella fisica.

Il PNRR può offrire risorse importanti per riqualificare i servizi di salute mentale come servizi di comunità, capaci di intercettare le sofferenze personali e sociali, farsene carico e realizzare percorsi di ripresa e di integrazione.

A tal fine, è necessario dare stabilità ai finanziamenti ordinari, potenziare il personale, formare nuovi professionisti e aggiornare gli operatori in servizio, ma soprattutto potenziare e qualificare il welfare pubblico.

Per la gestione della salute mentale, nel prossimo futuro, sarà necessario:

  • promuovere e rilanciare l’assistenza territoriale,
  • assumere la comunità come riferimento,
  • proteggere i diritti umani e soprattutto la dignità delle persone con sofferenza mentale
    favorendo, ovunque possibile, una presa in carico inclusiva volta a migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi offerti a beneficio di pazienti e operatori.

Quello della salute mentale non è solamente un tema sanitario, ma affronta anche una grande tematica sociale, di visione della società nei prossimi anni.

Il PNRR può essere un’occasione molto importante per creare una rete anche nell’ambito della salute mentale che coinvolga professionisti, istituzioni e pazienti e che riguardi non solo i processi in ambito sanitario, ma anche il terzo settore, a partire gli assistenti sociali fino ai vari presidi sul territorio.

PNRR e Salute Mentale

L’obiettivo principale è stato, dunque, illustrare come nell’ambito del PNRR la salute mentale possa essere presa in considerazione e quanto sia importante destinarle adeguate risorse.

Esiste un preciso crono-programma, scandito da Bruxelles, entro il quale gestire al meglio le risorse messe a disposizione, ottimizzando i tempi e creando una linea di integrazione tra le mission 5 e 6 all’interno delle quali, anche se non esplicitamente, si fa riferimento ad importanti temi correlati strettamente alla salute mentale.

Gli investimenti nelle case della comunità e nell’assistenza domiciliare sono, infatti, volti a creare un’idea di salute di prossimità, di organizzazione del sistema sanitario fortemente integrato con quello sociale, attraverso un sistema organizzativo multidimensionale basato su nuovi standard divenuti ormai fondamentali.

Finanziamenti

La Conferenza Stato Regioni ha fissato al 5% la quota destinata alla salute mentale del Fondo sanitario nazionale, che per il 2022 è di 122 miliardi di euro, ma in realtà la media di stanziamento effettivo dalle Regioni è di circa il 3,3 per cento.
Al rafforzamento dei Dipartimenti di salute mentale sono stati destinati 60 milioni, che comprendono, però, i 30 milioni per il voucher psicologico, rivolto ai professionisti privati.

I Dipartimenti di salute mentale non possono essere messi in secondo piano.

Devono diventare parte integrante dell’auspicata evoluzione che verrà dal PNRR, e devono essere presenti in ogni Casa della Comunità, Ospedali di Comunità, Centrali Operative Territoriali.

Conclusioni

La salute mentale è un sistema vasto, complesso e allo stesso tempo fragile, per questo andrebbe tutelato: da un lavoro di team, da una forte integrazione tra i vari settori della sanità, da una stretta collaborazione tra campi diversi, dal sanitario all’economico, dal sociale allo scolastico.
Come si dice, l’unione fa la forza e, in questo caso, potrebbe fare la differenza per tante persone nel nostro Paese.