In occasione del lancio di Newel Health e l’annuncio del grant di 2,5 milioni di dollari dalla Michael J. Fox Foundation, abbiamo incontrato PierPaolo Iagulli, Chief Operating Officer e Gerry Chillé, Chief Strategy & Innovation Officer di Newel Health.
La startup italiana si occupa di ricerca e sviluppo di Terapie Digitali e Medicina Digitale, e con il suo operato punta a migliorare il percorso di cura dei pazienti e il lavoro dei professionisti della salute.
Una delle cose più importanti, anzi fondamentale, per noi di Newel Health è lavorare eticamente e sapere che quello che stiamo facendo non è solamente un business, ma anche una sorta di missione. Se non si è pervasi dalla volontà di offrire un aiuto alle persone nel superare dei momenti, a volte molto lunghi, caratterizzati da difficoltà inerenti la loro salute, è meglio dedicarsi ad un altro lavoro. Se manca questo spirito di servizio che ti porta a voler creare, individuare, e sperimentare delle soluzioni che possano avere un impatto positivo sulla vita delle persone, non è possibile entrare a far parte del nostro team. – Pierpaolo Iagulli, Chief Operating Officer di Newel Health.
Uno degli aspetti che entrambi hanno voluto mettere in risalto è lo spirito che anima il gruppo di lavoro della startup, e nel voler sottolineare ancora di più come Newel Health sia prima di tutto un’iniziativa fondata sulla volontà di offrire delle risposte ai bisogni delle persone, piuttosto che sui soli aspetti tecnici e finanziari, Gerry Chillè ha aggiunto che:
Per noi non esistono pazienti, bensì persone che, purtroppo, per varie ragioni, devono convivere con un problema di salute. Ecco perché creiamo prodotti che, pur con rigore scientifico, sono pensati tenendo conto della quotidianità di quelle persone. Quindi, le nostre app sono soprattutto strumenti che supportano le persone nella gestione delle loro problematiche di salute.
Newel Health è una startup innovativa che mira a migliorare l’assistenza ai pazienti ed il lavoro dei medici, attraverso la creazione di soluzioni di medicina digitale e terapie digitali. Quali sono le caratteristiche principali della startup? Cosa la differenzia dai competitors?
Gerry: Newel Health è nata da un investimento di Healthware Ventures e si propone sul mercato con i suoi due prodotti principali ora in pipeline: Soturi, una suite di servizi digitali e algoritmi intelligenti che personalizzano e ottimizzano i farmaci e i piani di trattamento per le persone affette dalla Malattia di Parkinson, e Amicomed, un programma per il controllo dell’ipertensione. La differenza fondamentale rispetto alle altre startup che nascono in Italia, e che poi cercano di riuscire a costruire una loro credibilità al di fuori del territorio nazionale, è il fatto che Newel Health è stata fin da subito strutturata con una concezione spiccatamente internazionale, sia per quel che riguarda i suoi partner che per la composizione del team (infatti alcuni dei suoi collaboratori provengono da altri paesi).
PierPaolo: Ciò che ci distingue dai nostri competitor è il fatto che noi utilizziamo da un lato la tecnologia, e dall’altro la validazione scientifica. A questo aggiungiamo un’attenzione particolare all’estetica delle nostre soluzioni con focus sulla definizione di modelli di behavioral change.
Perché questa attenzione all’estetica delle soluzioni che implementate?
G: La cura dell’aspetto estetico delle nostre applicazioni si fonda sul presupposto che soprattutto le persone affette da patologie croniche, come la Malattia di Parkinson, non gradiscono che gli si ricordi più volte al giorno di essere affette da una malattia. Ecco perché cerchiamo di seguire un approccio differente da quello abituale per quel che riguarda il punto di vista dell’interazione delle persone con la nostra app: l’intento è offrire un supporto utile alle persone senza che essi si sentano pazienti.
P: Crediamo che tutte le soluzioni di digital health debbano essere non solo scientificamente valide, ma anche facili da utilizzare e distribuite in modo etico, il che significa comprensibili da un target quanto più ampio possibile. Agire diversamente farebbe sì che i nostri prodotti possano essere considerati dei meri giocattoli digitali utilizzati da persone tecnologicamente entusiaste ma incapaci di cogliere il vero obiettivo di queste applicazioni. Ovvero, offrire una risposta alle problematiche più comuni su determinate patologie, rendendo più sostenibile il nostro sistema sanitario. Se le nostre applicazioni fossero per pochi intimi non assolverebbero alla loro funzione principale e non verrebbe sfruttato appieno il loro potenziale.
Quali sono le principali aree terapeutiche di intervento di Newel Health?
P: Attualmente siamo presenti sul mercato nell’area cardio-metabolica, con Amicomed, in quella della Malattia di Parkinson, con Soturi, e in generale in tutta l’area neurodegenerativa. Abbiamo, poi, un interesse particolare nell’area della mental health, anche se per ora non siamo presenti sul mercato con alcun prodotto.
G: Ad integrazione di quanto già illustrato da PierPaolo, il nostro staff comprende anche due psicologi. Il loro compito è quello di focalizzarsi sugli aspetti comportamentali che sono parte integrante delle nostre soluzioni. È il caso di Soturi, per cui si occupano di supportare i pazienti nei casi in cui si presentino problemi legati all’ansia. Proprio su questo aspetto in particolare, stiamo costruendo una serie di use cases nel campo della mental health. Quindi, il nostro prossimo passo sarà individuare e coinvolgere uno o più partner nello sviluppo dei primi moduli in questa area terapeutica, seguendo lo stesso percorso che ha caratterizzato il nostro accordo di partnership con Orion per l’implementazione di Soturi. Inoltre, abbiamo numerose altre pipeline sulle quali, al momento, non forniamo alcuna comunicazione pubblica, in quanto i prodotti sono ancora in una fase primordiale di sviluppo.
Quali sono i requisiti per diventare un partner di Newel Health?
G: In Newel Health, consideriamo i nostri partner un investimento fondamentale non solo per lo sviluppo congiunto di nuovi prodotti, ma anche per la successiva fase di commercializzazione sul mercato. Siamo, quindi, aperti a collaborazioni con aziende farmaceutiche o del comparto Life Sciences. Il nostro partner ideale è un’azienda che ha una grande esperienza nella commercializzazione di prodotti per la salute e che vuole aggiungere un prodotto digitale al proprio portafoglio. Inoltre, grazie alla nostra predisposizione globale, collaboriamo con numerosi partner internazionali e auspichiamo che questo approccio possa diffondersi anche nel mercato italiano.
In Italia, abbiamo avviato collaborazioni con alcuni centri di ricerca attivi nei nostri settori di interesse. In particolare, stiamo collaborando con la Prof.ssa Maria Teresa Pellecchia, Professore Associato in Neurologia presso il Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria “Scuola Medica Salernitana” dell’Università di Salerno e responsabile del Programma di “Neurologia Sperimentale” presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno per l’implementazione di Soturi.
Parlando dei prodotti di Newel Health presenti sul mercato, in precedenza Amicomed era un progetto indipendente. Qual è stato il percorso che ha reso questa applicazione dedicata al monitoraggio dell’ipertensione uno dei vostri attuali prodotti?
G: Amicomed è stata oggetto di un’operazione di venture funding e product acquisition condotta da Healthware Ventures, che ha poi strategicamente integrato gli asset di Amicomed in Newel Health.
P: Healthware Ventures ha acquisito Amicomed quando il team che gestiva la startup ha deciso di mettere in vendita la società. A seguito di questa acquisizione Healthware Ventures ha poi investito in Amicomed, riscrivendo e ridisegnando l’applicazione sulla base di algoritmi e patent certificati. Dopo aver realizzato un refresh dell’app, Amicomed è diventato un prodotto di Newel Health.
Passiamo ora al progetto che recentemente ha attirato la curiosità dell’intero ecosistema della digital health. Cosa è Soturi? Qual è stata l’idea alla base del suo sviluppo?
G: Soturi nasce dalla richiesta di Orion Corporation di creare una terapia digitale capace di ottimizzare la somministrazione della Levodopa, un prodotto chiave per la gestione della Malattia di Parkinson. La Levodopa serve a minimizzare i sintomi della Malattia di Parkinson, ma nel corso del tempo perde di efficacia nei pazienti che la utilizzano. Tale decadimento del beneficio apportato rende difficile individuare sia il giusto dosaggio sia la frequenza ottimale di somministrazione. Con Soturi la somministrazione della Levodopa viene ottimizzata tramite l’analisi dei dati motori raccolti da un braccialetto indossabile, ma anche dalle annotazioni digitali eseguite in autonomia dai pazienti. Il valore apportato da Soturi è la continuità del flusso dei dati raccolti, ottenuti giorno per giorno e non riferibili solamente ad uno specifico momento, come avviene quando ci si sottopone ad una tradizionale visita medica. Inoltre, Soturi offre anche tutta una serie di utilità che sono state classificate da pazienti ed esperti clinici come servizi di alto valore per persone affette da Malattia di Parkinson: physical exercise, physical therapy, speech therapy, modulo di supporto per l’ansia, e medication reminder, ritenuta molto utile poiché permette una miglior gestione dei trattamenti che ogni persona deve assumere.
Alla luce di quanto discusso fino ad ora, che importanza ha per Newel Health il grant ricevuto dalla Michael J. Fox Foundation per la ricerca e lo sviluppo di Soturi?
G: Ottenere fondi da una realtà come la Michael J. Fox Foundation non è semplice, poiché sono stati necessari mesi e mesi di presentazioni, richieste e meeting. Da un lato il riconoscimento ricevuto è fonte di orgoglio, ma dall’altro richiede anche una maggiore responsabilità rispetto al passato, in quanto tutto il team di Newel Health è consapevole che si sta entrando in una fase dell’azienda nella quale siamo in un certo senso obbligati a dover fare un ottimo lavoro.
Quali sono le competenze necessarie per condurre e gestire una startup come Newel Health?
P: Le competenze di base sono tutte quelle che occorrono per gestire una qualsiasi azienda: occorre avere conoscenze in ambito amministrativo, in quello fiscale, e in quello giuslavoristico. Ovviamente, una startup attiva nel nostro ambito di azione deve avvalersi di collaboratori dotati di una grande conoscenza in ambito scientifico specifico per le nostre diverse pipeline. È importante anche avvalersi di esperti in materia legale e regolatoria poiché i nostri prodotti interagiscono con la vita e la salute delle persone. Infine, occorrono persone esperte in ambito tecnologico, poiché siamo un’azienda che opera nell’ambito della digital health. Detto tutto ciò, credo però che al centro della nostra attività ci sia prima di tutto il principio etico che ci spinge a voler essere di aiuto alle persone e, quindi, a cercare di realizzare queste soluzioni.
G: Il team che anima Newel Health è molto entusiasta, molto coinvolto, e pervaso dallo spirito etico descritto da PierPaolo: questo perché, da parte di tutti noi, c’è la volontà di fare la differenza nel migliorare la qualità di vita delle persone.