di , 26/08/2020

L’estate si sa, è fatta di sole, mare, amici e feste. Questa estate però è stata particolare. 

Chi più, chi meno, abbiamo tutti avuto paura di contrarre il coronavirus, seppure in una forma meno aggressiva. Ma le precauzioni prese sono state quasi nulle. La maggior parte delle persone indossa la mascherina al polso o sotto il mento (!) e soprattutto in alcuni locali si presta ancora troppa poca attenzione all’igiene.

Questo il racconto della mia esperienza con la quarantena e come la Digital Health avrebbe potuto supportare me, il paziente affetto da COVID-19 e il SSN.

Metti che è estate ed è tempo di reunion con gli amici e la famiglia.
Metti che incontri un tuo amico dopo 8 mesi e ci passi un po’ di tempo.
Metti che sempre questo amico, il giorno dopo che vi siete visti, per lavoro debba fare il tampone e risulti positivo al COVID-19.
Lui è asintomatico, sta bene, e deve dare i tuoi dati all’ASL come da protocollo.

Se avessi installato l’App Immuni avrei ricevuto subito una notifica. Ma non l’avevo ancora installata. Quindi, ne ricevo comunicazione – non ufficiale – dal mio amico e solo dopo 24 ore dall’ASL.

 

 

Vieni chiamato per la raccolta dei tuoi dati personali e ti avvisano che devi misurare la temperatura due volte al giorno, che devi comunicare al tuo MMG se ci sono cambiamenti e che verrai contattato per effettuare il tampone.
Da qui comincia la quarantena per motivi di sanità pubblica.

Il mio MMG comunica con me tramite WhatsApp. Il mio amico, invece, non ha contatti con il suo MMG (per tutta la durata della quarantena – sic!).
Entrambi avremmo potuto utilizzare il servizio di video visita di paginemediche.
Accedere alla pagina dedicata e comunicare cambiamenti o dati biometrici utili sarebbe stato sicuramente più veloce che misurare la temperatura e provare poi a chiamare o mandare un messaggio e aspettare la risposta del MMG.

Intanto, il tuo amico scopre che il laboratorio dove sono state effettuate le analisi, con molta probabilità, era contaminato e quindi il tampone è un falso positivo. Ma nessuna comunicazione ufficiale può essere fatta.
Si deve aspettare un nuovo tampone. Che verrà fatto 1 settimana dopo. E al tempo in cui scrivo questo articolo non ne è stato ancora refertato il risultato.

Nel frattempo devi restare in casa e monitorare temperatura ed eventuali sintomi. Qui mi è venuta in soccorso l’App Salute del mio iPhone.

 

Passano 13 giorni. Sei quasi alla fine della quarantena e ti dicono che per tornare in ufficio devi portare il referto del tampone negativo.
Tampone??? Quale tampone???
Richiami la persona che ti ha notificato la quarantena, e gli chiedi perché tu non sia stato chiamato per effettuare il tampone. Lui non ne conosce il motivo, ma farà dei controlli.

Intanto, la possibilità di trovare qualcuno che sappia spiegare meglio come funziona il protocollo COVID-19 non c’è. Non è ancora chiaro chi debba fare il tampone, quando e quante volte. E sul sito dell’ASL o del Ministero della Salute le informazioni non ci sono o sono nascoste!

Un’ora dopo ti chiamano dall’ASL per dirti che devi recarti in macchina all’ambulatorio.
Il giorno dopo, ultimo della tua quarantena, mentre sei in ambulatorio, ti chiamano i Vigili: Dove si trova? Siamo qui all’ambulatorio per il tampone. A fare il terzo tampone? Terzo??? Qua a stento volevano farci il primo. Ok, ci chiami quando saprà i risultati.
Il tampone viene effettuato mentre sei seduto in macchina. E nessuno ti chiede un documento di riconoscimento.
Torni a casa e tra una chiamata e un’altra scopri che la tua quarantena non finisce finché non ti danno il risultato del tampone.
Che probabilmente accadrà in giornata. Dipende dal laboratorio.

Riflessioni

Non è facile gestire un piano di emergenza sanitaria che cambia con il cambiare anche della malattia. Le soluzioni di Digital Health, però, potrebbero supportare il Sistema Sanitario Nazionale e gli uffici regionali e locali, per rendere migliore l’esperienza, non piacevole, della quarantena o dell’isolamento fiduciario.