- La startup ha già chiuso due aumenti di capitale per circa un milione di euro e negli ultimi 15 mesi ha vinto oltre 10 competizioni nazionali e internazionali
- Nata tra le corsie degli ospedali, ha realizzato il primo assistente virtuale empatico che offre un’esperienza di medicina personalizzata, capace di mettere al centro il paziente grazie all’Intelligenza Artificiale
PatchAi – startup che offre, grazie a tecnologie come Machine Learning e Artificial Intelligence, un assistente virtuale empatico ai pazienti coinvolti in studi clinici – ha annunciato di aver chiuso due aumenti di capitale per circa 900 mila euro nel 2019.
I servizi della startup sono disponibili da dicembre 2019 e tra i primi clienti PatchAi vede Novartis Italia, confermandosi così come una delle startup emergenti del settore health.
Negli ultimi 15 mesi la startup padovana guidata dal CEO Alessandro Monterosso è riuscita a vincere 10 competition nazionali e internazionali per oltre 300 mila euro in premi e servizi. L’azienda è stata accelerata da Unicredit Startup Lab e dall’Istituto Europeo di Tecnologia (EIT Health) e oggi collabora con players internazionali quali IBM e HIT – Università degli Studi di Padova.
La capacità di esecuzione: il punto di forza di PatchAi
In un’era di transizione verso la value-based healthcare, dove la centralità del paziente e la generazione in tempo reale di dati (RWE – Real World Evidence) assumono un ruolo chiave, l’implementazione di soluzioni digitali innovative può avere il doppio vantaggio di migliorare la presa in carico dei pazienti e collezionare dati sanitari di estremo valore, riducendo non solo distanze e tempi ma anche i costi degli studi sui farmaci innovativi.
In questo scenario, PatchAi si presenta come la prima piattaforma cognitiva che offre un assistente virtuale empatico per la raccolta e l’analisi predittiva dei dati riportati dai pazienti nei Clinical Trials, aprendo così le porte a una nuova frontiera nell’engagement del paziente grazie all’adozione di ePRO conversazionali (Co-PROTM) .
L’idea è nata tra le corsie degli ospedali dove i 4 fondatori – Alessandro Monterosso, Filip Ivancic, Kumara Palanivel e Daniele Farro – lavoravano in ricerca clinica con ruoli diversi (medici, infermieri, farmacologici) e hanno potuto sperimentare in prima persona i bisogni inespressi dei pazienti, le barriere comunicative e raccolte dati spesso obsolete. Il team si è poi costituito all’Università Bocconi e, grazie alla partecipazione al percorso di accelerazione BioUpper di Cariplo Factory, ha iniziato a lavorare all’implementazione dell’idea entrando in contatto con i principali stakeholder del settore.
Leggi la nostra intervista ad Alessandro Monterosso qui
Impegno, energia e soprattutto grande capacità di esecuzione sono stati indispensabili per permettere a PatchAi di diventare una vera e propria azienda dove oggi, oltre al team dei quattro founders, collaborano oltre 12 professionisti.
Il nostro prossimo obiettivo – afferma il CEO Alessandro Monterosso – è investire ulteriormente nella ricerca e nello sviluppo del prodotto, continuando a puntare sull’espansione nel mercato internazionale e nel segmento B2C. Tutto questo affinché la “centralità del paziente” non resti un concetto, ma sia tradotta in coinvolgimento attivo e miglioramento della qualità di vita durante le sperimentazioni cliniche.
Gli investitori e gli obiettivi di crescita
A credere nel team e nel progetto di PatchAi sono importanti players e investitori del settore della salute e della digital health tra cui UVCAP, Healthware Ventures, Padda Health e Avalanche Investments. Nel corso del 2019 la startup ha chiuso due round riuscendo in questo modo ad entrare nel mercato 12 mesi prima rispetto alle iniziali previsioni.
Sono molto contento del nostro investimento in una startup di digital health italiana – dichiara Roberto Ascione, CEO di Healthware Group e Presidente di Healthware Ventures – PatchAi può contare su un team ad alto potenziale di crescita che crede fortemente nei propri obiettivi. Un fattore questo che, da imprenditore e investitore, apprezzo molto e che sono sicuro sarà determinante nella crescita futura. PatchAi, inoltre, dimostra quanto sia importante collaborare con i pazienti nella ricerca scientifica per sviluppare soluzioni innovative.
Per i prossimi anni il management prevede una fortissima accelerazione del business con l’obiettivo di raggiungere più di 40.000 pazienti entro i prossimi 5 anni, continuando così a seguire gli obiettivi di crescita in ambito corporate e consumer sia a livello italiano che globale.