Quando pensi che Elon Musk non possa fare altro per stupire l’opinione pubblica mondiale, eccolo tirare fuori dal cappello a cilindro l’ennesima novità.
Per un qualunque altro essere umano, aver prodotto cambiamenti disruptive in uno solo dei campi da lui toccati – energia, automotive, aerospazio, internet, trasporto urbano, intelligenza artificiale – sarebbe sufficiente per essere annoverato tra i geni di tutti i tempi.
Musk non solo ha realizzato tutto ciò, ma dimostra ogni volta di aver gettato via qualunque concetto di progresso incrementale e specializzato, e di riconoscere come unico libretto delle istruzioni la letteratura fantascientifica dell’ultimo secolo.
Un robot… umanoide!
In una breve, anticonformista e significativa presentazione, ha tracciato i lineamenti di un robot umanoide che Tesla conta di realizzare, secondo le sue parole, entro un anno.
Nella sua visione, affidare a Tesla la costruzione di questa nuova generazione di organismi cibernetici, ha perfettamente senso. Le automobili Tesla sono già dei robot semisenzienti su quattro ruote, per cui dare loro una forma umanoide è solo un modo diverso di materializzare lo stesso concetto.
Secondo il design preliminare, l’Optimus – un nome mutuato esplicitamente dal più noto dei personaggi della fortunata serie Transformers – assomiglierà moltissimo nell’aspetto esterno alle tute di volo concepite per le missioni con equipaggio umano di SpaceX. Una combinazione di bianchi, grigi e neri, sormontati da una testa che ricorda quella del robot di Lost in space.
Ciò che colpisce maggiormente, tuttavia, è il fatto che, se effettivamente il prodotto finale verrà realizzato in conformità al design, tutti i robot che abbiamo visto fino a questo momento sembreranno improvvisamente obsoleti.
I tentativi che abbiamo visto fino ad ora, come l’Atlas della Boston Dynamics di cui abbiamo parlato in un altro articolo, sono molto evidentemente degli oggetti meccanici. Hanno una struttura umanoide nella misura in cui gli si riconoscono un tronco e degli arti, ma la somiglianza finisce qui. I movimenti, per quanto interessanti, sono tuttora a scatti, e c’è la forte impressione che anche le performance più appariscenti – come fare un percorso di parkour – siano il frutto di una meticolosa preparazione e programmazione.
Un perfetto sostituto, in forma e capacità operative
Il robot di Tesla, invece, si presenta come un perfetto sostituto, in forma e capacità operative, di un essere umano. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Musk, esso potrà in un futuro prossimo essere impiegato in qualunque attività umana che richieda lavoro fisico, andando a sostituire completamente i suoi creatori.
Consapevole delle implicazioni sociali di una tale rivoluzione, il geniale imprenditore sudafricano ha aggiunto che questo renderà senza dubbio necessaria l’adozione su vasta scala di un reddito sociale universale.
Le scommesse sono aperte: cibo e salute?
Se dovessimo scommettere su un prossimo annuncio di Musk, punteremmo tutti i soldi su qualcosa inerente alla produzione di cibo, come metodi avanzati di coltura ed allevamento, microrganismi geneticamente modificati per produrre nutrienti, biomassa e colonizzare la superficie del Pianeta Rosso. Un aspetto di fondamentale importanza per l’abitabilità permanente di Marte e la realizzazione del sogno di far diventare la razza umana la prima specie multiplanetaria.
Come per il Progetto Apollo per lo sbarco sulla Luna, implementare tecnologie utili all’esplorazione spaziale genera moltiplicatori di innovazione in molti campi. Specie se filoni diversi di sviluppo vanno a combinarsi in un flusso unico, per dare luogo a qualcosa di completamente nuovo ed impensabile.
Il progetto Neuralink di Musk è stato concepito per risolvere in maniera radicale il problema dell’interfaccia uomo-macchina. Tale approccio prevede l’impianto di chip a livello cerebrale, i quali darebbero la possibilità ai possessori di interagire direttamente con i computer. Le applicazioni di questa tecnologia sono potenzialmente immense, e ricalcano la visione della Singolarità tracciata da Ray Kurzweil alcuni anni fa.
Un essere umano potrebbe acquisire informazioni attingendole direttamente dalla Rete, e sfruttarle per effettuare delle azioni. In uno scenario non molto diverso da quello del celeberrimo film Matrix, sarebbe possibile acquisire abilità – almeno cognitive – senza limiti, ed imparare istantaneamente a fare qualsiasi cosa. Riuscire a realizzare questo sogno cozza per il momento con l’imperfetta comprensione dei meccanismi informativi, associativi ed attuativi del nostro cervello, e richiederà sicuramente del tempo.
In conclusione…
Diverse e più vicine sono le possibilità riguardanti l’interfaccia della mente umana con i robot. Non è lontano il momento in cui sarà possibile, ad esempio per i pazienti paraplegici o tetraplegici, comandare con la mente un organismo cibernetico nel mondo reale.
In una sintesi tra l’omonimo romanzo di Isaac Asimov e i sogni di Gene Roddenberry, I robot dell’alba si preparano ad accompagnarci là, dove nessun uomo è giunto prima.
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