Con l’edizione 2023 di Frontiers Health, che si è tenuta a Roma dall’8 al 10 novembre, l’ecosistema italiano della digital health è stato uno dei protagonisti assoluti dell’evento. Infatti, quest’anno l’Italian Summit è stato ospitato nell’ambito della Global Conference, ricevendo un’attenzione ancora maggiore a quella, già importante, riscontrata nelle sue scorse edizioni.
Il tema che, in questa occasione, ha guidato le varie sessioni che hanno animato questo importante appuntamento per i protagonisti della digital health italiana è stato: “Sanità Digitale e Terapie Digitali: Integrazione Sistemica e Valore per l’Italia”.
Più che un titolo, si tratta di un vero e proprio sprone ai vari attori che operano, ognuno con il proprio ruolo, nell’ambito dell’innovazione digitale in sanità nel nostro paese.
Non è, quindi, un caso che l’apertura dell’Italian Summit, oltre che dall’intervento di Roberto Ascione, CEO di Healthware Group e Presidente della Conferenza, sia stata contraddistinta da interventi di importanti attori istituzionali, nelle persone del Ministro della Salute, Professor Orazio Schillaci, e del Presidente di Agenas, Enrico Coscioni, e rappresentanti dell’industria, come il Presidente di Farmindustria, Marcello Cattani.
Roberto Ascione: l’importanza dell’innovazione
Nel corso del suo intervento di apertura al Summit, Roberto Ascione ha sottolineato un concetto già precedentemente espresso, ma che oggi acquista una forza rinnovata grazie alla disponibilità di nuove applicazioni e, in particolare, all’avvento dell’intelligenza artificiale. L’esperienza insegna che l’adozione di tecnologie digitali avanzate ha trasformato radicalmente la concezione di alcuni settori rispetto al passato. Questo processo di trasformazione è attualmente in corso e si intensificherà ulteriormente nel futuro, soprattutto nell’ambito sanitario.
Indipendentemente dal livello di sviluppo tecnologico raggiunto, esiste un’innovazione nei processi e nelle metodologie che può rivoluzionare la concezione stessa della salute. È essenziale comprendere come organizzarci per preservarla, promuoverla e renderla accessibile.
Pertanto, è cruciale non circoscrivere l’innovazione unicamente all’aspetto tecnico, bensì considerare il problema reale, ovvero la soddisfazione del bisogno di salute con tutte le sue sfaccettature. Questo implica inizialmente un’analisi dalla prospettiva del paziente, che esprime il suo bisogno, per poi affrontare le necessità degli utilizzatori dell’innovazione e di coloro che ne devono garantire la disponibilità. Affrontare tali criticità è necessario per vincere la sfida dell’equità nell’acceso.
Sfida che Roberto Ascione ritiene sia necessario vincere, specialmente nel caso delle terapie digitali. Secondo le sue parole, dopo dieci anni, non abbiamo ancora sperimentato appieno il potenziale che tali terapie possono offrire.
Le terapie digitali devono essere disegnate in modo che le persone siano in grado di utilizzarle, e c’è tutta una serie di nuove competenze che sono necessarie per raggiungere questo obiettivo.
I saluti del Ministro della Salute
Le terapie digitali sono state anche un capitolo importante dell’intervento del Ministro della Salute Orazio Schillaci, il quale ne ha sottolineato la strategicità per il nostro sistema salute, evidenziando, nel contempo, l’importanza di non trascurare gli aspetti di sicurezza per il paziente.
L’introduzione di questi nuovi dispositivi medici apre prospettive che richiedono un’attenta considerazione, affrontata con approccio prudenziale. Le opportunità offerte dall’innovazione e dall’impiego dell’intelligenza artificiale devono essere esaminate sotto la lente critica delle evidenze scientifiche e, soprattutto, devono essere accessibili a tutti. Nell’ambito sanitario, è fondamentale che gli strumenti impiegati siano sicuri e siano soggetti a rigorosi controlli scientifici, come sottolineato precedentemente. Questo rappresenta il perimetro entro il quale è opportuno e necessario agire, in linea con la normativa comunitaria e italiana sui dispositivi medici, che nel corso degli anni ha assicurato la sicurezza dei dispositivi autorizzati, prioritariamente per i cittadini.
Il Ministro Schillaci, inoltre, ha ribadito l’importanza dello sviluppo della sanità digitale, fattore capace di garantire l’assistenza sanitaria sul territorio e al domicilio del paziente. Così come delineato dal PNRR, la digital health è ritenuta un importante strumento capace di permettere la diminuzione delle “tante, troppe, inaccettabili diseguaglianze che sono ancora presenti nel nostro territorio nazionale nell’erogazione delle prestazioni sanitarie”.
Nel suo intervento, il Ministro ha richiamato l’attenzione sul Piano di Ripresa e Resilienza. Questa iniziativa ha notevolmente accelerato il processo di digitalizzazione nel settore sanitario. Un punto chiave è stato l’impegno continuo, in collaborazione con Agenas, nella concretizzazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina. Progetto che colloca l’Italia in una posizione di leadership, rispondendo tempestivamente e in modo efficace all’impiego delle risorse provenienti dall’Unione Europea.
Presentata la Piattaforma Nazionale di Telemedicina
Durante il suo intervento, il Presidente di Agenas, Enrico Coscioni, ha focalizzato l’attenzione sulla Piattaforma Nazionale di Telemedicina. Questa piattaforma si baserà su atti medici ben definiti, quali la televisita, il teleconsulto e il telemonitoraggio. Attraverso di essa, infatti, si svilupperà un nuovo modello di assistenza primaria, che supererà quello attuale, ormai non più adeguato alle moderne esigenze sanitarie. Inoltre, consentirà la presa in carico del paziente cronico, il quale spesso necessita di strumentazione di base già disponibile, anche se spesso non impiegata in modo ottimale.
L’Italia sarà il primo paese europeo ad avere una piattaforma nazionale di telemedicina. Questo segna la transizione da una situazione in cui numerosi sforzi locali, pur virtuosi e apprezzabili, operavano in modo frammentato, ad un approccio che mira a fornire una visione integrata a livello nazionale ed europeo.
Inoltre, il Presidente Coscioni ha annunciato che la consegna della Piattaforma Nazionale di Telemedicina avverrà il prossimo 1 dicembre, previa conclusione dei necessari collaudi. Tale strumento, insieme al rinnovato Fascicolo Sanitario Elettronico, sarà uno dei fattori chiave, almeno secondo le aspettative delle istituzioni, per ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle prestazioni sanitarie in Italia.
Il ruolo dell’industria
Anche il Presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, ha evidenziato le sfide dell’accesso alle terapie digitali, soprattutto quando le dinamiche regionali entrano in conflitto conm la garanzia di accesso che dovrebbe essere estesa a livello nazionale.
In questo contesto, Cattani ritiene che l’implementazione dell’Italian Health Data Space possa dotare il nostro paese di uno strumento utile per il superamento di tali ostacoli, promuovendo l’omogeneizzazione a livello nazionale delle capacità analitiche nel settore sanitario.
Il nuovo governo ha una grande responsabilità, che non è solo quella di implementare un sistema infrastrutturale, ma anche di dotare l’Italia di un Health Data Space. Ciò è necessario non solo per allinearsi con gli standard europei, ma anche per definire a livello nazionale un patrimonio significativo di informazioni e di dati. Tale iniziativa rappresenta un’opportunità sia per favorire la crescita del sistema assistenziale che per supportare la ricerca clinica. Inoltre, il nostro contributo (ndr di Farmindustria) è stato sempre quello di collaborare, per colmare i divari regolatori nell’accesso, il cui superamento consentirà di procedere con la codifica delle terapie digitali.
Nel suo intervento, il Presidente Cattani ha voluto poi evidenziare che l’innovazione digitale in campo sanitario richiede non solo riforme tecnologiche e regolatorie con impatti tecnologici, ma anche un cambiamento a livello culturale e l’acquisizione di nuove competenze professionali. Proprio il superamento di questa carenza delle competenze rappresenta una criticità da affrontare e risolvere, soprattutto considerando che l’Italia è il paese più alto-spendente in ambito sanitario in Europa nel contesto del NextGenerationEU.
Infine, Cattani ritiene che per migliorare l’assistenza ai pazienti, l’Italia debba implementare un modello assistenziale integrato e, correlato a quest’ultimo, sviluppare un proprio percorso autonomo nell’implementazione della digital health a livello nazionale.