di , 14/01/2021

WhatsApp è uno strumento di comunicazione ormai largamente impiegato nella pratica sanitaria in quanto particolarmente apprezzato per la semplicità e l’immediatezza con la quale medico e paziente entrano in relazione.

La consulenza medica online attraverso questa applicazione di messaggistica istantanea risulta tuttavia tanto comoda quanto rischiosa per la privacy e per i dati che la riguardano. Questo articolo aiuterà a comprendere le possibilità d’impiego nell’attività clinica quotidiana ma anche i numerosi limiti di WhatsApp.

WhatsApp e i vantaggi per il medico

L’uso di WhatsApp anche nell’ambito clinico si è mostrato strumento di relazione con i pazienti obiettivamente più rapido e funzionale dei metodi tradizionali. In particolare, WhatsApp, installato su smartphone e pc, ha risposto al bisogno di avere informazioni e pareri immediati, velocizzando il modo di scambiare anche documenti, esami e referti senza doversi spostare fisicamente e attendere file in ambulatorio.

Tra i vantaggi che il medico può ottenere attraverso l’utilizzo di WhatsApp per comunicare con i propri pazienti va evidenziato che:

  • supporta e semplifica la relazione con la persona assistita offrendo una maggiore sensazione di libertà verso la gestione della salute, riducendo le usuali distanze professionali;
  • rinforza l’alleanza terapeutica mediante una migliorata percezione della comunicazione più informale e vicina al bisogno del paziente;
  • facilita la continuità della relazione con la persona assistita rendendo possibile, ad esempio, il monitoraggio istantaneo di una terapia da remoto nei pazienti cronici, dimessi o fragili impossibilitati ad accedere alle visite ambulatoriali;
  • consente di ricevere dati, immagini cliniche e scambiare informazioni e messaggi in tempo reale;
  • sensibilizza maggiormente verso tematiche di salute e prevenzione, aumentando anche l’empowerment del paziente nella gestione della propria malattia e del percorso terapeutico.

Mezzi di comunicazione come WhatsApp rappresentano un sostegno all’attività medica che mira ad offrire una maggiore efficienza della prestazione svolta, senza voler necessariamente sostituire le interazioni reali tra medico e paziente.

A confermarlo sono gli stessi medici intervistati nel corso di una recente indagine dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, condotta dal Politecnico di Milano, che hanno dichiarato di utilizzare WhatsApp per comunicare con i propri assistiti nel 42% dei casi, mentre un 29% ritiene di volersi servire dell’App in futuro.

Svantaggi e potenziali rischi di WhatsApp per il medico

Se da un lato l’uso di WhatsApp trova impiego nel supporto alla comunicazione e alla relazione medico-paziente dall’altro emergono alcuni importanti rischi che condizionano la pratica sanitaria. Il ricorso a WhatsApp costituisce infatti un supporto clinico non regolamentato e con problematiche relative alla privacy e sicurezza delle informazioni sul paziente.

I principali svantaggi per il medico riguardano:

  • l’App potrebbe risultare un potenziale elemento di disturbo dell’attenzione rispetto alle visite in corso, interferendo con l’attività clinica anche con un carico di lavoro supplementare;
  • pazienti o familiari potrebbero fare richieste inappropriate di pareri clinici e indicazioni terapeutiche in assenza di motivi validi di urgenza;
  • la possibilità di creare fraintendimenti rispetto alla partecipazione del medico a una dimensione di vita privata del paziente fuori dal setting clinico, che possono dare sfogo a messaggi emotivamente più carichi e troppo coinvolgenti, talvolta compulsivi;
  • l’essere interpellato professionalmente anche fuori orario e in momenti di riposo, con possibili ricadute sulla vita personale e familiare;
  • il possibile coinvolgimento in dinamiche relazionali polemiche, aggressive e di controllo sul proprio operato.

Il problema della Privacy e della riservatezza dei dati personali

Il medico che fornisce il proprio numero personale per essere contattato tramite WhatsApp dal paziente è una modalità d’interazione che non risulta definita da alcun tipo di regolamento deontologico. Non si sa infatti se il professionista abbia l’obbligo di rispondere a richieste di consultazione online e in quali tempi. Inoltre, si corre il rischio reale di una invasione della propria privacy: WhatsApp rende disponibili ai pazienti informazioni personali come foto del profilo, messaggio di stato, l’ora dell’ultimo collegamento e dà la possibilità di verificare se il messaggio inviato è stato letto, e scatenare possibili sentimenti di esclusione e risentimenti nei pazienti.

Altro problema è la riservatezza dei dati condivisi dal paziente attraverso WhatsApp che potrebbero ripercuotersi nell’ambito della responsabilità medico-legale. È vero che i dati in chat sono criptati in transito ma non significa che restino privati: possono essere, ad esempio, facilmente reperibili su un telefono smarrito. Così come dati, fotografie e referti vengono salvati su un telefono personale, creando confusione tra le attività personali e quelle professionali.

Un’alternativa valida a WhatsApp

Dunque, per superare i limiti di WhatsApp sopra evidenziati senza perdere il vantaggio derivante dalla “digitalizzazione della salute”, è necessario che il medico adotti un atteggiamento più prudente e conforme all’ambito sanitario.

Una soluzione per facilitare la relazione col paziente e sostenere le loro richieste in maniera sicura è rappresentata dalle piattaforme digitali di telemedicina, come Paginemediche, che mettono a disposizione diversi punti di contatto digitali col paziente, organizzati secondo una programmazione precisa.

Paginemediche, ad esempio, favorisce la comunicazione medico-paziente in un ambiente virtuale condiviso, dove l’interazione avviene in modo più etico e professionale attraverso la prenotazione di consulti via chat, che consentono di scambiare in tempo reale anche referti e immagini in maniera privata. Ma non solo, la piattaforma prevede anche la possibilità di regolamentare gli accessi in ambulatorio sulla base delle proprie disponibilità visibili ai pazienti in un’agenda online e poi, a seconda delle tipologie di richieste, (follow-up, visita, consulenza, prescrizioni mediche ecc.) permette di dare appuntamento mediante video visita, teleconsulto online oppure in presenza.

In pratica, il medico che si registra alla piattaforma Paginemediche può:

  • distinguere i mezzi di comunicazione privati da quelli professionali;
  • gestire e organizzare le richieste da remoto, con regole definite e senza interferenze e imprevisti;
  • sfruttare servizi digitali di telemedicina per integrare le prestazioni sanitarie;
  • tutelare la privacy dei pazienti.