Nel panorama delle sfide che i migranti affrontano quotidianamente, la loro salute psicologica è spesso trascurata. Le storie di violenza e soprusi subite durante i viaggi migratori, che includono campi di prigionia in Libia e traversate pericolose attraverso il mare, lasciano cicatrici profonde che possono durare una vita intera. Affrontare efficacemente questo malessere è diventato una priorità, e oggi, finalmente, vengono presentati i risultati di un progetto rivoluzionario che mira a garantire il benessere psicofisico dei migranti.
Il progetto Samadhi, presentato il 21 febbraio nella sala del coro dell’Archivio di Stato di Asti, è il frutto della collaborazione tra la Prefettura, la Diocesi locale e l’organizzazione non-profit Carrettera. Si tratta di un vademecum per il benessere dei migranti, un’importante risorsa che fornisce agli operatori sul campo gli strumenti necessari per affrontare le sfide psicologiche dei migranti.
Il Prefetto di Asti, Claudio Ventrice, ha sottolineato la necessità di creare condizioni favorevoli per il raggiungimento del benessere psicofisico dei migranti, contribuendo così a rendere più sicura l’intera società. Ha anche evidenziato il ruolo cruciale svolto dalla provincia di Asti nell’accoglienza, ospitando attualmente 1200 migranti, rendendola il territorio più accogliente del Piemonte.
Il progetto Samadhi, avviato a marzo 2023, ha mirato a consolidare una rete territoriale per offrire servizi volti al miglioramento della salute mentale e fisica dei migranti. Durante l’evento di chiusura, sono state presentate le Linee di indirizzo per il benessere e la salute dei migranti, frutto del lavoro sviluppato in cinque Tavoli di Lavoro che hanno coinvolto attivamente vari attori della comunità.
Il Vescovo della Diocesi di Asti, S.E.R. Mons. Marco Prastaro, ha sottolineato l’importanza dell’opera svolta, riflettendo le parole di Papa Francesco sull’accoglienza, promozione, progettazione ed integrazione. Ha, inoltre, auspicato che il lavoro finale rappresenti solo una tappa di un percorso più ampio e condiviso tra tutti gli attori della rete territoriale.
Il progetto ha coinvolto mediatori culturali, fornendo formazione per gli operatori, sviluppando procedure di screening medico/psicologico e potenziando gli sportelli d’ascolto. Di particolare rilievo è stata la costituzione di un’equipe multidisciplinare mobile, composta da un operatore sociale, uno psicologo, un assistente sociale e un antropologo, che ha identificato le aree di disagio psico-sociale nei centri di accoglienza e tra i richiedenti asilo.
Il progetto ha affrontato tre tematiche principali: il profilo psichico dei migranti, la tutela della salute e la genitorialità e salute madre-bambino. Tra le azioni proposte ci sono formazione e aggiornamento per il personale, una piattaforma digitale per la presa in carico integrata, campagne di prevenzione sulla vulnerabilità e un censimento sanitario.
Il presidente di Carretera Central Onlus, Adriano Scarpelli, ha evidenziato il potenziale del territorio di Asti e come il lavoro svolto sarà di estrema utilità quando messo a regime. Paolo Maccario dell’Ufficio Pastorale Migranti ha sottolineato l’importanza di concentrarsi sulle seconde generazioni, un problema spesso trascurato, con l’obiettivo di implementare azioni più incisive sull’integrazione.
Il progetto Samadhi rappresenta un passo significativo verso un’accoglienza più consapevole e orientata al benessere dei migranti.