Un unico e solo obiettivo: curare il morbo di Parkinson
La promessa e l’impegno che campeggia su tutte le iniziative della Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Research, fondata dal celebre attore, a cui fu diagnosticata la malattia a soli trentun’anni.
È stata accolta con grande interesse la recentissima notizia dell’avvio della collaborazione tra la Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Research e IBM, fondata sulla condivisione, da parte della Fondazione, dei dati raccolti nell’ambito della Parkinson’s Progression Markers Initiative (PPMI), uno studio che ha permesso di raccogliere una notevole quantità di informazioni molto articolate da una vastità di coorti di pazienti affetti dal mordo. IBM si prefiggerà di comprendere e tracciare in maniera minuziosa le condizioni neurologiche che si manifestano nel caso del Parkinson.
L’annuncio della partnership avviene solo dopo poche settimane dalla pubblicazione di una ricerca che descrive un prototipo di sensore wearable, messo a punto da un team del gigante high-tech, da applicare sotto l’unghia, capace di monitorare costantemente il movimento mentre si esegue qualunque tipo di azione, dall’apertura di una bottiglia all’ utilizzo un cacciavite. Grazie al machine learning, i dati raccolti potrebbero permettere di individuare i segnali di una possibile malattia, come i tremori propri del morbo di Parkinson.
Il grant assegnato dalla Fondazione Michael J. Fox a IBM segna l’avvio di un ulteriore percorso che alimenta la speranza di milioni di pazienti, familiari e ricercatori, di riuscire, un giorno, a prevedere l’insorgenza della malattia neurodegenerativa e gestirla in maniera più efficace e adeguata.