Neuralink, società fondata nel 2016 da Elon Musk, si propone di sviluppare interfacce neurali impiantabili che consentono al cervello umano di comunicare direttamente con i computer. La prima tecnologia innovativa presentata da Neuralink è Telepathy, un chip che potrebbe rivoluzionare il trattamento delle disabilità gravi e potenziare le capacità comunicative a livello neuronale.
Lo scorso maggio, la società ha ricevuto il via libera alla sperimentazione clinica dalla FDA, l’agenzia federale statunitense per i farmaci e i dispositivi medici, dopo alcune controversie legate a test condotti su animali che avrebbero violato l’Animal Welfare Act, una legge che regola il trattamento e gli esperimenti sugli animali.
Nell’ambito della sperimentazione umana, Neuralink ha annunciato domenica scorsa il suo primo impianto di successo in un cervello umano: si tratta di un chip dotato di elettrodi che si estendono a ventaglio, e che trasmettono dati in modalità wireless ai computer per l’analisi dei ricercatori. L’annuncio, non privo di polemiche e preoccupazioni da parte del pubblico, è avvenuto nella giornata di ieri su X, ex-Twitter, ora proprietà di Elon Musk, che scrive:
Secondo le parole di Musk, quindi, l’obiettivo di Telepathy è quello di sviluppare interfacce neurali impiantabili per rivoluzionare il modo in cui il cervello umano interagisce con i computer, offrendo speranza a coloro che affrontano problemi neurologici e disabilità gravi.
I possibili rischi dell’esperimento
Paolo Maria Rossini, direttore del dipartimento di Neuroscienze e neuroriabilitazione dell’Irccs San Raffaele di Roma, sottolinea che su questo primo passo non esistono ancora pubblicazioni scientifiche, e che occorre, dunque, procedere con cautela:
L’annuncio dell’impianto cerebrale su di un essere umano è interessante, ma l’entusiasmo che ha suscitato è per ora poco motivato. Sappiamo solo che il paziente si sta riprendendo bene dall’intervento e che i contatti tra microelettrodi e neuroni sono funzionanti. Non è mai facile commentare una notizia scientifica che non sia stata pubblicata su una rivista di settore con tutte le informazioni e i dettagli del caso
Sempre secondo Rossini, sarebbe necessario condurre ulteriori valutazioni per comprendere il potenziale dell’approccio e considerare le sfide legate all’interpretazione corretta dei comandi inviati dal paziente, alla durata dell’efficacia dei contatti e ai potenziali rischi, come le interferenze elettromagnetiche e l’irritazione neuronale. Rossini avverte, infine, sul pericolo concreto di creare aspettative immotivate nei pazienti e nelle loro famiglie riguardo all’applicazione verso patologie come il Parkinson, ritenendo tale prospettiva prematura e fuorviante.
Neuralink ha recentemente raccolto 43 milioni di dollari in nuovi investimenti, portando la valutazione complessiva dell’azienda a circa 5 miliardi di dollari. Nonostante le controversie, il progresso di Neuralink rappresenta un importante primo passo nella ricerca sulla connessione tra essere umano e computer. Il lavoro della società potrebbe aprire, inoltre, nuove strade per l’innovazione nel campo della neurotecnologia e per il miglioramento delle condizioni dei pazienti affetti da disabilità gravi.