di , 04/07/2023

Lo scorso 10 maggio si è tenuto l’Italy Innovation Summit, il primo evento organizzato in Italia da Bamberg Health. L’occasione ha richiamato a Milano, dove la conferenza ha avuto luogo, vari professionisti del settore sanitario accomunati dal loro interesse per l’innovazione tecnologica in sanità e per le sfide che essa deve affrontare per essere diventare uno dei fattori di progresso della sanità italiana.

Numerosi i temi che sono stati trattati nel corso degli speech e dei panel che si sono susseguiti durante questo importante evento. Seguendo un percorso ideale, dapprima sono state affrontate le criticità del funzionamento del sistema sanitario nazionale e le minacce demografiche, epidemiologiche e sanitarie che già oggi esso si trova a dover fronteggiare. In seguito, è stato illustrato a che punto è oggi lo sviluppo degli strumenti di telemedicina in Italia, e quali sono le opportunità per una sua evoluzione in ambito tecnologico, terapeutico e normativo-regolatorio. Infine, è stata dedicata attenzione all’innovazione tecnologica nelle strutture ospedaliere, sia in termini di processo che di dotazione infrastrutturale.

L’intervento di apertura della conferenza è stato tenuto da Gabriele Pasquini, Coordinatore del Tavolo Tecnico Interistituzionale per l’edilizia sanitaria presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con questo suo contributo, Pasquini ha voluto evidenziare quali sono le criticità che devono essere affrontate quando si decide di procedere alla realizzazione di investimenti in ambito sanità: eccessiva farraginosità delle procedure nazionali, regionali e locali; mancanza di progettazione; carenza di personale tecnico nelle regioni e nelle Aziende Sanitarie Locali; una programmazione regionale confusionaria.

Questi punti indicati da Pasquini sono i principali problemi con i quali si deve confrontare oggi chiunque, sia esso soggetto pubblico o privato, sia impegnato nell’affermazione dell’innovazione nelle life sciences nel nostro paese. È proprio partendo da questo contesto che, a livello governativo, attualmente si sta riflettendo sulla necessità di far adottare un masterplan regionale per progetti sanitari di lungo periodo, e di creare un fondo per l’innovazione in campo sanitario a disposizione delle regioni.

Il primo panel, intitolato “New Challenges for Innovation in Healthcare” ha visto la partecipazione, fra gli altri, del Professor Walter Ricciardi, Presidente della Mission Board for Cancer of European Commission; di Fernanda Gellona, DG di Confindustria Dispositivi Medici; e di Alice Borghini, DG di AGENAS. In questa sessione è stato sottolineato l’impegno dell’Unione Europea e degli Stati membri nel favorire l’innovazione tecnologica in sanità, sia attraverso l’approvazione di apposite normative sia con l’implementazione di numerose iniziative di finanziamento dedicate a tale scopo (ad esempio Horizon).

Tuttavia, si ritiene che saranno gli effetti sempre più marcati prodotti da alcune minacce alla salute dei cittadini europei (e italiani) a favorire una maggiore diffusione della medicina digitale: in particolare il progressivo invecchiamento della popolazione, l’aumento della diffusione delle malattie croniche, e la mancanza di operatori sanitari.

Un percorso che però, soprattutto per il nostro paese, non è privo di ostacoli, in quanto la concretizzazione della trasformazione tecnologica richiede la presenza di tre aspetti: tecnologia, organizzazione e “cultura”. Il primo di questi aspetti è presente in ambito nazionale, mentre le carenze italiane riguardano gli altri due.

Due esempi di come la tecnologia sia disponibile ma mancano organizzazione e “cultura” sono lo sviluppo dell’interoperabilità dei dati fra le varie piattaforme di telemedicina, e la necessità della validità scientifica nello sviluppo della sanità digitale.

L’Italia ha moltissime potenzialità nella trasformazione digitale in sanità, però occorre che si organizzi a riguardo. – Professor Walter Ricciardi

Il secondo panel, dal titolo “Healthcare 4.0” ha trattato lo stato attuale di sviluppo della sanità digitale nell’ambito delle strutture sanitarie italiane. Con i loro interventi, che hanno riportato numerosi esempi di digitalizzazione nell’ambito delle loro realtà aziendali, i partecipanti a questa sessione hanno confermato che, in Italia, le difficoltà nell’affermazione della digital health non sono di natura tecnologica, ma piuttosto di progetto e di approccio.

Il terzo panel è stato dedicato alle possibilità che si apriranno nel prossimo futuro grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e ai Big Data. Non è un caso, quindi, che questa sessione sia stata intitolata “A Forward-looking View of Big Data and AI in the New Medicine”. I partecipanti che sono intervenuti su questi argomenti si sono confrontati su come rendere utilizzabile l’enorme patrimonio informativo a disposizione dei vari player della filiera sanitaria. Ciò è necessario per far sì che venga massimizzato il valore per il cittadino, al quale devono essere offerti i servizi necessari per soddisfare i suoi bisogni di salute.

Anche in questo caso si è sottolineato che tale risultato deve essere perseguito innovando non solo gli strumenti tecnologici, ma anche i processi che governano il sistema sanitario italiano. Ma non solo: è assolutamente necessario appianare la doppia disuguaglianza, quella nell’accesso ai servizi sanitari e quella nell’accesso agli strumenti digitali. Entrambe queste limitazioni, infatti, se concomitanti, rappresentano la vera barriera capace di minare alle fondamenta la trasformazione digitale della sanità italiana.

Progress in Therapeutic Innovation” è stato il tema del quarto panel che, come indicato dal titolo, è stato dedicato alle innovazioni nelle terapie in ambito pediatrico, oncologico, psichiatrico e chirurgico. In particolare, per questo ultimo ambito si è sottolineata l’importanza dello sviluppo tecnologico, soprattutto per quel che riguarda la robotica e la realtà aumentata.

La quinta sessione, intitolata “Unlocking access to therapies & medicines” ha visto la partecipazione, fra gli altri, di Alberta Spreafico, Managing Director Digital Health & Innovation presso Healthware Group. Nel suo intervento Spreafico ha trattato il tema di innovazioni terapeutiche, come le terapie digitali, che non hanno ancora un framework regolatorio a livello europeo, e che quindi sono rese accessibili, laddove previsto, dai singoli regolamenti statali.

Infatti, le digital therapeutics sono rimborsate in alcuni singoli Stati UE, come ad esempio in Germania, Francia e Regno Unito, mentre in Italia esse, una volta certificate come dispositivo medico, sono accessibili solamente tramite il settore privato e la spesa out-of-pocket. Inoltre, Spreafico ha voluto sottolineare l’importanza di coinvolgere tutti gli attori (medici, pazienti, operatori, infermieri, farmacisti) nel ridisegno dei PDTA, integrando nei percorsi le terapie digitali.

Infatti, solo con la ridefinizione dei processi si crea una consapevolezza che si applica al contesto quotidiano. Per condividere un esempio in tal senso, Spreafico ha fatto riferimento alla recente pubblicazione della expert opinion su un possibile utilizzo delle DTx nei percorsi di diagnosi e cura relativi alla depressione e allo stato d’ansia.

Gli ultimi due panel sono stati dedicati interamente all’innovazione in ambito ospedaliero. Con il primo, intitolato “Smart Hospital: Innovative Equipment and Technologies”, coloro che sono intervenuti hanno descritto alcune pratiche che sono state messe in atto presso le strutture nelle quali operano, dimostrando come la tecnologia, se integrata in modo sistematico nei processi, possa essere un generatore di valore per il paziente.

Con il secondo, dal titolo “Infrastructure: The Key to Improving Healthcare”, ha preso in considerazione come le diverse infrastrutture ospedaliere possono essere strutturate in modo che siano in grado di organizzare al loro interno il governo dell’innovazione tecnologica in sanità.

Infine, il discorso di chiusura è stato affidato a Giorgio Casati, Direttore Generale della ASL Roma 2. Nelle sue considerazioni finali Casati ha sottolineato come in tutte le sessioni che hanno animato Bamberg Health i fattori che sono emersi come assolutamente fondamentali per innovare in sanità sono due: i dati e la loro gestione, e la digitalizzazione dei processi sanitari.