L’impatto delle nuove tecnologie è ancora protagonista ma il focus si sposta sempre più sulla persona, a prescindere dal fatto che sia un paziente o un medico.
La maggior parte degli articoli presenti in rete su cosa aspettarsi dal 2019 nel mondo dell’healthcare si concentra ancora sull’aspetto tecnologico ma emerge sempre di più la necessità di comprendere il come ed il quando queste innovazioni porteranno effettivamente valore alle persone.
Per una ampia panoramica sulle tecnologie più disruptive, da non perdere l’ultimo numero di Deep Dive, pubblicato da Pharmaphorum.
Secondo Nature l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ed in particolare del deep learning, impatterà principalmente a tre livelli:
- per i clinici, sul fronte diagnostico, sarà la capacità di interpretare le immagini a portare i primi risultati esaltanti,
- per il sistema sanitario in generale, il focus sarà sul potenziamento dei processi di gestione e la riduzione degli errori medici,
- per il paziente, infine, la possibilità di gestire ed analizzare i propri dati sanitari allo scopo di migliorare e mantenere un buon stato di salute.
Le tecnologie, lo sappiamo bene, impattano anche su come le aziende comunicano e promuovono i propri prodotti adottando approcci sempre più data driven.
Per questo è necessario dare la giusta attenzione ai sistemi di AI destinati a questo scopo come Cognitive Core, recensito da PharmaLive in questo interessante articolo.
È, però, l’effettivo valore che le tecnologie possono portare alle persone il tema che maggiormente attira la mia attenzione e, con esso, il cambiamento delle abitudini di tutti gli stakeholder del settore.
Non è più solo l’esito positivo della terapia (ovviamente sempre importante) a determinare la soddisfazione del paziente.
Elementi del journey del paziente, fino a pochi anni fa trascurati o considerati meno rilevanti, possono fare la differenza per una persona che non deve solo curarsi ma che ambisce a cogestire il percorso tenendo conto anche delle proprie specifiche necessità di vita.
Diventa quindi fondamentale ampliare lo spettro delle variabili che contribuiscono alla formazione della customer satisfaction, elemento che oggi determina il successo o il fallimento di ogni progetto consumer.
Il CRM si evolve come anche la profilazione del target che si aspetta di trovare una user experience dei servizi sulla salute equiparabili a quelli del mondo consumer. Ne dà un’interessante interpretazione Abhinav Shashank in questo articolo.
La soddisfazione del cliente, intesa come comprensione e soddisfazione dei bisogna della persona, che poi è anche paziente o medico, sarà la sfida di quest’anno per le aziende farmaceutiche che, fino ad ora, hanno sperimentato investendo somme considerevoli ed oggi sono chiamate a dimostrare cosa hanno imparato.