D.A.M. Bros Robotics, un team di giovani ingegneri e progettisti della provincia di Salerno, ha realizzato il primo prototipo di mano robotica low cost
Tecnologia e democrazia diventano quasi un binomio quando la prima consente di ridurre i costi per accedere alle cure o a protesi e presidi che possono migliorare la qualità della vita di chiunque, anche di chi non è ricco.
É a questo che hanno pensato i tre giovani ingegneri e progettisti della provincia di Salerno proprietari della D.A.M. Bros Robotics, che hanno realizzato il primo prototipo di mano robotica a basso costo.
Donato, Marco e Mauro D’Ambrosi, età media 30 anni, già impegnati nel campo della divulgazione dell’elettronica e della robotica applicata attraverso progetti di alternanza scuola-lavoro, ad un certo punto hanno deciso di dare un senso diverso ai loro robot, spesso impiegati nel settore cinematografico.
Insieme ad una esperta di trucchi cinematografici, Sveva Germana Viesti e ad un ingegnere elettronico, Alessandro Pauciulo, hanno realizzato una protesi animatronica in cui la struttura, ovvero lo scheletro, è stata stampata con una stampante 3D e il guantino, che la ricopre dandole sembianza di una mano vera, con silicone di grado medicale.
MIMIC.HA la mano robotica progettata dalla D.A.M. Bros Robotics
MIMIC.HA è questo il nome della mano robotica made in Italy, è iper-realistica, quindi praticamente identica all’altra mano e scalabile, cioè adattabile perfettamente alla fisionomia di chi deve indossarla.
É inoltre biocompatibile perché la struttura stampata in 3D è in PLA, una plastica derivata dall’amido di mais, sicura e non nociva per gli utilizzatori. Ma soprattutto, MIMIC.HA è economica grazie alla tecnologia usata per stamparla, con un rapporto di 1:10 con il costo delle protesi tradizionali oggi in commercio.
Non è un caso, infatti, che il primo prototipo realizzato sia stato la mano di un bambino.
Con i costi attuali di una protesi, difficilmente dei genitori deciderebbero di farla realizzare per il proprio bambino sapendo che dopo neanche un anno dovrà essere sostituita, ci dice Donato D’Ambrosi, la nostra mano, invece, è facilmente scalabile, quindi è semplice e perciò economico, ridimensionarla in base a chi deve usarla e questo la renderebbe accessibile a tutti.
A garantire il controllo dei movimenti di MIMIC.HA è la tecnologia digitale di uno smartphone o di un controller dedicato.
Il prossimo step dell’implementazione del prototipo consisterà nel fornirlo di un sensing, ovvero nell’integrarlo con minuscoli sensori tattili, aggiunge D’Ambrosi, che, inseriti nel rivestimento in silicone, faranno diventare la mano attiva, cosicchè si renderà conto della consistenza di ciò che tocca o afferra.Successivamente si completerà la progettazione perfezionando il sistema che intercetta gli stimoli nervosi che partono dal cervello permettendo di poter controllare i movimenti della mano.
Completamente auto-finanziata, questa ricerca sta già coinvolgendo persone amputate in una importante collaborazione per perfezionarla ed ha richiamato l’attenzione di vari investitori. Per il momento però i fratelli D’Ambrosi continuano a lavorare al loro progetto in autonomia e di gran lena: “contiamo di poter terminare la protesi e di renderla funzionante, superando la fase di testing, entro il 2020”, conclude Donato D’Ambrosi.