Ci avviciniamo a Pasqua e Pasquetta, è tempo di grigliate, abbuffate e gite fuori porta… ma anche momento più che azzeccato per parlare di nutrizione e di una corretta alimentazione.
L’educazione alimentare è molto importante e comincia fin dall’infanzia: l’obesità infantile è un grande pericolo per la salute e può condizionare lo stile di vita per tutti gli anni a venire.
Purtroppo, come in uno degli episodi di The Young Pope di Paolo Sorrentino, in cui un solo bambino non va a pranzare al fast food perché “la mamma vuole che lui mangi secondo la dieta mediterranea“, spesso l’ignoranza parte dai genitori, dalle famiglie, mettendo però in pericolo proprio i loro figli.
Per risvegliare le persone, scuotere le coscienze, e aprire gli occhi su una problema così sottovalutato alcuni pubblicitari hanno pensato a campagne shock, impressionanti, facendo leva sulla responsabilità genitoriale e sui sensi di colpa.
Una ONLUS che si occupa di pediatria, con sede ad Atlanta, la città della Coca-Cola, ha ad esempio realizzato una campagna pubblicitaria contro l’obesità infantile che ricorda molto le avvertenze sui pacchetti di sigarette, con foto in bianco e nero e titoli come “Avvertenza: il mio grasso può farti ridere ma mi sta uccidendo“, o “Avvertenza: i bambini obesi potrebbero non sopravvivere ai genitori” o addirittura “Ha gli occhi di suo padre, la sua risata, e forse anche il suo diabete“.
La stessa ONLUS ha realizzato anche un video in cui vediamo il rewind di tutta la vita di un obeso, che ha acquisito uno stile di vita errato letteralmente nella culla. Il messaggio finale è “Il futuro di tuo figlio non deve essere così. C’è ancora tempo per cambiare le sue abitudini alimentari prima che diventi adulto. Ti insegneremo noi“.
Questo spot australiano invece arriva all’iperbole assoluta, paragonando il cosiddetto junk food, gli alimenti poco sani, al junk, ovvero la droga. È una condanna davvero pesante per il genitore: se rendi tuo figlio obeso lo metti in pericolo, potresti ucciderlo, è come se lo drogassi con le tue stesse mani.
La strategia di marketing basata sulla paura e sui sensi di colpa ha suscitato molte polemiche, che hanno portato spesso a campagne più soft, come questa del ministero della salute svizzero che ci ricorda che un bambino su 5 è obeso ed è diventata anche un ambient marketing nelle vie delle città elvetiche.
Safe Food, organizzazione irlandese per la corretta alimentazione, ha trasmesso diversi spot educativi in televisione, ognuno dedicato a uno specifico consiglio: la dimensione delle porzioni, la quantità di zuccheri, l’esercizio fisico: in questo modo il pubblico viene educato un passo per volta.
Gli unici a promuovere in maniera davvero creativa i comportamenti corretti sono invece proprio quelli che offrono anche soluzioni pratiche all’obesità: i produttori di alimenti sani, le palestre, le cliniche.
Una catena di bar salutisti, Fruit Shop on Greams Street, ci fa vedere quanto l’obesità sia pericolosa con esempi che sembrano usciti dai cartoni animati: orsi aggressivi, cannibali affamati, barche che vanno a fondo in acque infestate da squali… tutte situazioni in cui il personaggio obeso per forza di cose non può cavarsela.
Quest’organizzazione stimola i bambini che trascorrono molto tempo davanti allo schermo, con videogiochi e social network, a fare attività fisica insieme offrendo anche veri e propri eventi a cui partecipare.
E c’è anche chi cerca di farti mangiare più sano senza che tu te ne accorga.In America, un consorzio di produttori di carote ha lanciato una campagna da 25 milioni di dollari per invogliare i bambini a mangiare le carotine, dimostrando che sono più cool, più di moda, delle classiche patatine fritte in busta. Come? Con pacchettini supercolorati, distributori automatici, videogiochi, e spot esagerati e pieni d’azione, parodie di quelli del junk food.
La campagna ha scatenato un grandissimo interesse da parte dei media e ci ricorda che a volte, per cambiare davvero le cose, non basta dire che qualcosa fa bene e qualcos’altro fa male. E che non sempre impressionare e colpevolizzare serva davvero a qualcosa.
Cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti.
Grazie per l’attenzione e buon feste. Ah, dimenticavo… mangiate più carote!