La digital health è stata uno dei temi approfonditi durante il XLIII Congresso della SIFO (Società Italiana Farmacia Ospedaliera), che si è tenuto a Bologna fra il 27 e il 30 ottobre. In particolare, il tema è stato approfondito con il focus intitolato “Digital health e cronicità: nuovi scenari per la cura ed il monitoraggio delle terapie”, sessione a cui hanno preso parte Annalisa Giancaterini (UOSD Malattie Endocrine, del Ricambio e della Nutrizione, ASST Brianza, membro del Direttivo dell’Associazione Medici Diabetologi-AMD), Francesca Caruso (Assistenza Farmaceutica AUSL Romagna) e Tonino Aceti (presidente Salutequità), insieme ai moderatori Andrea Ciaccia (UOC Farmaceutica Territoriale – ASL Foggia) e Barbara Meini (direttore della UOC Farmaceutica Territoriale Grosseto, Azienda USL Toscana SudEst; coordinatore Editoria scientifica SIFO e caporedattore Giornale italiano di Farmacia Clinica).
Nello specifico, la sessione ha analizzato il possibile contributo offerto dalle tecnologie e dagli strumenti digitali nei confronti dell’emergenza cronicità.
La risposta di Barbara Meini (direttore della UOC Farmaceutica Territoriale Azienda USL Toscana SudEst), coordinatore Editoria scientifica SIFO e caporedattore Giornale italiano di Farmacia Clinica, oltre che esperta SIFO nell’ambito delle tecnologie digitali evidenzia quali possono essere le enormi opportunità che l’innovazione digitale può apportare alla sanità italiana:
Il contributo che possono dare in termini di una migliore presa in carico dei pazienti, ottimizzazione dell’aderenza ai trattamenti, migliori outcomes a lungo termine e riduzione dei costi diretti ed indiretti delle patologie croniche, promette di essere rilevante sia per i pazienti che per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Per questo, nonostante i numerosi e importanti progetti di digitalizzazione legati al PNRR, è prima di tutto imperativo colmare quanto prima il gap culturale e normativo rispetto ad altri paesi europei (ad es Germania), per offrire ai pazienti italiani le stesse opportunità, ad esempio, dei pazienti tedeschi, per i quali sono disponibili e rimborsabili le terapie digitali.
Tra le opportunità offerte dalla rivoluzione della digital health, una delle più rilevanti è il monitoraggio delle terapie, strumento di controllo dell’aderenza e quindi dell’efficacia terapeutica. Partendo da questi presupposti, Barbara Meini ha illustrato anche come il Farmacista Ospedaliero può utilizzare gli strumenti digitali ed essere quel punto di collegamento tra terapia e paziente.
Le tecnologie stanno facendo passi da gigante in questo ambito. Sono disponibili oggi sul mercato strumenti digitali come portapillole elettronici, blister tecnologici, sensori ingeribili, sistemi elettronici di gestione dei farmaci (EMMS, Electronic Medication Management System) che opportunamente connessi in rete con le farmacie ospedaliere e dei servizi farmaceutici territoriali consentono in tempo reale la valutazione dell’andamento dell’assunzione del farmaco. Questo permette da subito di poter programmare in maniera puntuale gli acquisti e l’approvvigionamento dei medicinali, con particolare attenzione a quelli ad alto costo, riducendo quindi le scorte e la relativa immobilizzazione di risorse, ma anche evitare scaduti riducendo quindi sprechi e costi per lo smaltimento di rifiuti, con un’attenzione anche alla sostenibilità ambientale. Come si comprende quindi, a partire dal monitoraggio che ha come primo scopo il tema dell’aderenza, i valori ci sono utili per tutto il sistema delle cure.
Meini ha anche voluto sottolineare come il farmacista ospedaliero possa essere un counselor per il paziente e il suo caregiver, capace di dare loro assistenza nell’utilizzo delle tecnologie digitali. Infatti, il più delle volte il paziente cronico è un paziente anziano pluripatologico e poco avvezzo alle tecnologie:
Lo scenario epidemiologico delle malattie croniche purtroppo non le relega più all’età avanzata. Molte patologie infatti interessano la popolazione adulta ed in età produttiva. In questo caso l’impiego di tecnologie e strumenti digitali ha una rilevanza importante per la registrazione dei parametri clinici, dell’aderenza alla terapia, degli eventi avversi e della qualità della vita, tutte informazioni necessarie per l’esecuzione dei follow-up da remoto e quindi sono di fatto strumenti necessari nell’implementazione dell’intero sistema complesso della telemedicina. Nei pazienti anziani sicuramente la penetrazione delle conoscenze e delle abilità digitali è più limitata: in questo caso raccomandiamo e auspichiamo sistemi digitali con un front end personalizzabile ad uso di questi pazienti, affinchè possano essere il più friendly possibile, considerando anche rilevante il contributo e le informazioni che potrebbero essere messe a disposizione da parte del caregiver.
Infine, Meini ha sottolineato la necessità che il farmacista ospedaliero acquisisca e ampli sempre di più le sue competenze nella digital health.
Il farmacista ospedaliero e dei servizi farmaceutici territoriali è già counselor autorevole nell’ambito digitale, quando opportunamente formato. Oggi, in aggiunta alle sue competenze consolidate sui medical devices, deve conoscere la destinazione d’uso, le caratteristiche e le potenzialità delle tecnologie e degli strumenti digitali a disposizione per le patologie croniche per orientare i pazienti ed i loro caregiver ad un uso consapevole necessario per favorire l’empowerment dei cittadini.