Lo scorso mese, all’evento finale di Startup Breeze 2024, è stato presentato il progetto innovativo MicroVaxxine, sviluppato dall’Unità di Modelli Immunologici Innovativi del Dipartimento di Ricerca Traslazionale a supporto dei percorsi oncologici dell’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Fondazione G Pascale di Napoli e che promette di rivoluzionare l’approccio alla lotta contro il cancro. Un progetto così innovativo da meritare l’assegnazione di “proposta di business più innovativa”, a pari merito con Often Medical.
Il team: Dr. Luigi Buonaguro – Dr.ssa Maria Tagliamonte – Dr.ssa Beatrice Cavalluzzo – Dr.ssa Angela Mauriello – Dr.ssa Concetta Ragone – Dr.ssa Anna Lucia Tornesello
Con oltre dieci anni di esperienza e due brevetti depositati, il team di MicroVaxxine è focalizzato principalmente sul carcinoma epatocellulare (HCC) in stadio C.
La startup mira a sviluppare vaccini “off-the-shelf” basati su antigeni derivati da microbi, con elevata omologia ad antigeni associati ai tumori (TAA), superando così la tolleranza immunitaria e migliorando l’immunogenicità di quest’ultimi. Con un focus iniziale sul cancro al fegato, prevede di espandere le indicazioni a più tipi di tumori, offrendo una soluzione innovativa e promettente nella lotta contro il cancro.
L’obiettivo del vaccino è aumentare del 25% la sopravvivenza complessiva rispetto agli attuali trattamenti standard. Un aumento della sopravvivenza significa più tempo per i pazienti di vivere una vita più piena e significativa.
Come nasce MicroVaxxine?
MicroVaxxine nasce da una scoperta sorprendente emersa durante la pandemia: alcune molecole del virus SARS-CoV-2, responsabile del COVID-19, presentano somiglianze con quelle di alcuni tumori. Questa similitudine molecolare attiva un fenomeno noto come “mimetismo molecolare,” che consente al sistema immunitario di riconoscere e attaccare le cellule tumorali come farebbe con un virus.
Sebbene questa scoperta sia partita dallo studio del COVID-19, il principio si applica a molti altri virus, aprendo la strada allo sviluppo di vaccini contro tumori aggressivi, quali quelli al collo dell’utero, al seno e al fegato.
Come funziona il mimetismo molecolare?
Il meccanismo si basa sulla memoria immunitaria. Le cellule del sistema immunitario, attivate da un virus, possono riconoscere e attaccare le cellule tumorali che presentano antigeni simili. In pratica, il sistema immunitario vede le cellule tumorali come se fossero il virus e le attacca, creando uno scudo protettivo contro alcuni tumori.
Quali sono stati i principali risultati ottenuti finora?
I vaccini contro il cancro attualmente si basano su antigeni associati ai tumori (TAA) e antigeni specifici dei tumori (TSA). MicroVaxxine si concentra sui TAA, che sono antigeni presenti nelle cellule normali ma che sono sovra-espressi nelle cellule tumorali. La sfida principale è eludere la tolleranza immunitaria, poiché il sistema immunitario tende a non rispondere contro questi antigeni.
Noi abbiamo trovato una soluzione innovativa: utilizzare antigeni derivati da microbi, che sono simili ai TAA sia nella sequenza lineare che nella conformazione e che sono in grado di eludere la tolleranza immunitaria, inducendo una forte risposta immunitaria che può reagire contro i TAA.
Qual è l’importanza di questa scoperta a livello globale?
Questa scoperta ha una potenziale ricaduta di notevole rilevanza medica a livello globale. Saranno i dati epidemiologici dei mesi e anni futuri a confermare o meno il reale impatto del mimetismo molecolare sulla incidenza dei tumori al seno, al fegato, al colon e del melanoma. Il nostro studio, accettato dalla rivista ‘Frontiers in Immunology’, rappresenta un passo importante verso la comprensione e l’utilizzo del mimetismo molecolare per il disegno di vaccini terapeutici antitumorali personalizzati.
Inoltre, il vaccino è progettato per avere una buona tollerabilità e limitati effetti collaterali. Questo riduce il disagio e le complicazioni associate ai trattamenti tradizionali, migliorando il benessere generale dei pazienti.
Il vaccino è user-friendly e non richiede interventi medici pre e post-trattamento. Questo significa meno visite ospedaliere e meno interruzioni nella vita quotidiana dei pazienti.
La facilità di somministrazione e la riduzione degli effetti collaterali aumentano la probabilità che i pazienti aderiscano al trattamento, migliorando così i risultati complessivi.
Sapere di essere trattati con una terapia innovativa e potenzialmente più efficace può migliorare il morale e la speranza dei pazienti, influenzando positivamente il loro stato psicologico.
Quali sono le prospettive future del progetto MicroVaxxine?
Il nostro obiettivo è sviluppare vaccini preventivi e terapeutici contro un ampio spettro di tumori. Abbiamo già sviluppato un candidato vaccino, MEA 001, per il cancro al fegato, pronto per gli studi clinici di fase uno nel 2025. Un secondo candidato, destinato a un trial multiplo, è in fase di preparazione.
MicroVaxxine ha ricevuto finanziamenti significativi dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), e cerca finanziamenti iniziali di circa 5 milioni di euro per il primo anno, con una possibile espansione fino a 12 milioni di euro.
Quali sono le sfide principali che dovrete affrontare nei prossimi anni?
La principale sfida sarà validare i nostri risultati attraverso studi epidemiologici su larga scala. Inoltre, lavoriamo sodo per esplorare e definire altre similitudini molecolari tra virus e tumori per sviluppare vaccini che coprano un numero ancora maggiore di tipi di tumore. La collaborazione tra ricerca scientifica e innovazione tecnologica è fondamentale per affrontare queste sfide.
Come vede il futuro della ricerca scientifica in Italia, in particolare nel Sud?
Napoli e il Sud Italia hanno un grande potenziale scientifico. L’Istituto dei Tumori Pascale è un esempio di eccellenza nella ricerca oncologica. Con il giusto supporto e finanziamenti, possiamo continuare a fare grandi progressi. La nostra speranza è che progetti come MicroVaxxine possano dimostrare che la ricerca scientifica italiana è all’avanguardia a livello internazionale.