Il 25 maggio potrebbe diventare una data storica per l’innovazione tecnologica applicata alla salute umana. Infatti, Neuralink, azienda statunitense attiva nel campo delle neurotecnologie, più in particolare dello sviluppo di interfacce neurali impiantabili, ha ricevuto l’autorizzazione della Food and Drug Administration (FDA) statunitense a condurre il suo primo studio clinico sull’uomo. L’azienda, fondata da un gruppo di imprenditori di cui fa parte anche Elon Musk fra i suoi fondatori, potrà essere la prima ad avviare i test su impianti cerebrali sviluppati per permettere al cervello di interfacciarsi direttamente con device digitali.
In un suo tweet, Neuralink ha sottolineato che l’approvazione della FDA rappresenta un primo passo importante, che un giorno consentirà alla loro tecnologia di aiutare molte persone. Tuttavia ad oggi non si hanno ancora dettagli relativi allo studio pianificato, e la società ha precisato che non sta ancora reclutando per poter condurre questa sperimentazione e che maggiori dettagli saranno resi disponibili nelle prossime settimane.
La FDA ha riconosciuto in una dichiarazione che l’agenzia ha autorizzato Neuralink ad utilizzare il suo impianto cerebrale e il suo robot chirurgico per le prove sui pazienti, ma ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli.
L’impianto cerebrale che sta implementando Neuralink si chiama Link e mira ad aiutare i pazienti con grave paralisi a controllare le tecnologie esterne utilizzando solo segnali neurali. Ciò significa che i pazienti con gravi malattie degenerative come la SLA potrebbero alla fine riacquistare la capacità di comunicare con i propri cari spostando i cursori e digitando con la mente. I pazienti che utilizzeranno Link impareranno a controllarlo utilizzando l’apposita app. I pazienti saranno quindi in grado di controllare mouse e tastiere esterni tramite una connessione Bluetooth.
Link è un dispositivo “brain computer interface” (BCI), che viene impiantato attraverso un intervento chirurgico invasivo condotto da un robot. Esso si basa sull’uso di fili su scala micron, che vengono inseriti nelle aree del cervello che controllano il movimento o ricevono informazioni sensoriali: ogni filo contiene più elettrodi in grado di rilevare i segnali neurali.
Oltre ad aiutare i pazienti con paralisi, gli esperti ritengono che un giorno le BCI potrebbero aiutare a curare malattie come la cecità e le malattie mentali. Anche Musk ha espresso la sua intenzione che Neuralink esplori questi casi d’uso futuri, nonché potenziali applicazioni per persone sane.
Gli scienziati studiano la tecnologia BCI da decenni e diverse aziende hanno sviluppato sistemi promettenti che sperano di portare sul mercato. Ricevere quindi l’approvazione della FDA per un dispositivo medico commerciale è un avvenimento epocale: richiede alle aziende di condurre con successo diversi cicli estremamente approfonditi di test e raccolta dei dati sulla sicurezza.
Prima di raggiungere questo risultato, anche NeuraLink ha dovuto reiterare la sua prima richiesta. Infatti, la società ha chiesto l’approvazione della FDA già nel mese di febbraio del 2022, ma l’agenzia aveva respinto la domanda. In quella occasione la FDA avrebbe segnalato diversi problemi da superare prima di poter procedere con la fase clinica, sempre stando alle fonti.
Ad esempio, alcune criticità segnalate riguardavano la batteria al litio del dispositivo, la possibilità che i fili dell’impianto migrassero all’interno del cervello e le modalità di estrazione in sicurezza del dispositivo senza danneggiare il tessuto cerebrale.
Inoltre, Neuralink è stata oggetto, e lo è ancora, di numerose indagini federali in relazione al presunto maltrattamento degli animali utilizzati per gli esperimenti.
Detto ciò, Neuralink sta aprendo la strada alla tecnologia BCI, ma parallelamente altre aziende stanno lavorando in tale direzione. Ad esempio Synchron, sostenuta da Bill Gates e Jeff Bezos, che ha annunciato nel luglio 2022 di aver impiantato la prima interfaccia cervello-macchina in una persona paralizzata negli Stati Uniti.