Theranos è stata una delle start-up statunitensi più apprezzate nel campo della tecnologia medica.
Guidata dalla giovanissima fondatrice e CEO Elizabeth Holmes, la visione dell’azienda era quella di trasformare gli esami del sangue grazie alla tecnologia. Non più prelievi venosi, ma un semplice prick-test.
Con la promessa di fare diagnosi più rapide ed economiche per un’ampia gamma di malattie.
Quella di Theranos, recita la sinopsi sul sito di DisneyPlus, è “un’incredibile storia di ambizione e fama andata terribilmente male.“
Cosa è/era Theranos?
Theranos incarna in pieno il concetto di “unicorno” della Silicon Valley.
Una start-up non quotata in borsa e valutata più di un miliardo di dollari. Il termine stesso contiene molto più di un’allusione all’idea di persone disposte a credere a una fantasia.
Theranos: le prime luci…
Era il 2003 quando Elisabeth Holmes lasciò l’università di Stanford per lanciare una sua azienda, che chiamerà poi Theranos.
La sua visione ha attirato talenti dall’Università di Stanford e importanti investitori come Larry Ellison, fondatore di Oracle, Rupert Murdoch, magnate miliardario dei media, la famiglia Walton, fondatrice di Walmart, e Betsy DeVos, ex segretario all’istruzione sotto il presidente Trump.
Theranos è cresciuta fino a diventare un’azienda con oltre 800 dipendenti, una valutazione di 9 miliardi di dollari e un laboratorio in un sobborgo della Silicon Valley.
Negli anni, Elisabeth ha raccolto oltre 400 milioni di dollari di investimenti. Frutto della promessa rivoluzionaria di eliminare le tradizionali e costose procedure di raccolta e analisi del sangue.
Operando sottotraccia per i suoi primi 10 anni, l’azienda sembrava destinata al successo quando è stata resa pubblica nel 2013.
Sul sito web di questa tecnologia disruptive, la fondatrice veniva fotografata con una minuscola fiala di sangue.
L’idea era quella di mostrare come i
progressi rivoluzionari della startup abbiano reso possibile elaborare rapidamente l’intera gamma di test di laboratorio a partire da poche gocce di sangue.
L’azienda offriva, infatti, più di 240 test, per esami diagnostici legati a patologie importanti (l. cancro) o piccoli disturbi (l. colesterolo).
L’azienda si è presentata per la prima volta ai consumatori dell’Arizona nel 2013 nell’ambito di una partnership con Walgreen’s, collocando dei punti di analisi all’interno di 40 negozi della zona metropolitana di Phoenix.
I medici hanno iniziato a utilizzare i dispositivi di analisi Theranos per facilitare le loro diagnosi.
All’apice della sua carriera, nel 2015, Forbes ha stimato il patrimonio netto di Elisabeth Holmes in 4,5 miliardi di dollari.
Le ombre… svelate.
Ian Gibbons, biochimico e uno dei primi dipendenti di Theranos, espresse ripetutamente le sue preoccupazioni rispetto al funzionamento del loro macchinario.
Nothing at Theranos is working!
Confessò alla moglie
Nel 2011, Gibbons è stato coinvolto in un caso di furto di brevetto che coinvolgeva Theranos e Richard Fuisz.
Ian divenne molto nervoso e depresso quando seppe che sarebbe stato citato a testimoniare. Credeva, infatti, che, se avesse detto la verità, avrebbe perso il lavoro e la possibilità di lavorare anche in altre aziende, vista la sua età e i problemi di salute che aveva affrontato.
Decise allora di suicidarsi, mischiando alcolici e medicinali.
I veri problemi, però, sono iniziati nell’ottobre 2015. Un giornalista del Wall Street Journal (WSJ) ha pubblicato dettagli su presunte inesattezze relative alla tecnologia alla base di Edison.
Johan Carreyrou, giornalista due volte vincitore del premio Pulitzer, pubblicò il volume “Bad Blood: Secrets and Lies of a Silicon Valley Startup“, in cui espose tutte le menzogne raccontate dalla Holmes su Theranos.
Per il suo lavoro di copertura su Theranos, Carreyrou ha ricevuto il George Polk Award per la cronaca finanziaria, il Gerald Loeb Award per il giornalismo economico e finanziario nella categoria "beat reporting" e il Barlett & Steele Silver Award per il giornalismo economico investigativo.
Nel volume, vengono riportati i dubbi sulle capacità reali del macchinario anche dei dipendenti. Che sono poi stati messi a tacere dai dirigenti e avvocati di Theranos.
Uno degli informatori del giornalista era Tyler Schultz. Il giovane Schultz ha iniziato a lavorare nei laboratori di Theranos appena laureato all’Università di Stanford.
Quando ha sollevato dubbi sui controlli di qualità della tecnologia proprietaria di Theranos, è stato ignorato da Holmes e insultato da Balwani, Chief Operating Officer e partner di Elisabeth.
La situazione era ulteriormente complicata dal fatto che il nonno di Tyler, George Schultz, ex Segretario di Stato sotto il Presidente Reagan, sedeva nel consiglio di amministrazione di Theranos e difendeva strenuamente la Holmes.
Anche la FDA condusse un’indagine sulla tecnologia di Theranos.
La Holmes fu costretta a ritirare il dispositivo Edison in tutti i 200 laboratori di analisi offerti, tranne uno.
Nei mesi successivi, una serie di colpi di scena ha decretato la fine di Theranos.
Dalla cessazione delle collaborazioni all’annullamento di anni di dati sulle analisi del sangue, dalle multe salate imposte dai Centers for Medicare and Medicaid Services al divieto di due anni per la stessa Holmes di possedere o gestire un laboratorio medico.
Nel 2018, la Holmes e il suo collega (ex partner) Ramesh “Sunny” Balwani sono stati accusati di nove capi d’accusa a danno di medici, pazienti e investitori.
Nel gennaio 2022, Elisabeth è stata dichiarata colpevole di tre capi d’accusa per frode telematica e di associazione a delinquere.
Il processo nei confronti di Sunny è iniziato a Marzo 2022.
Cosa possiamo imparare dal caso Theranos?
Cosa ci si aspetta da un giovane imprenditore? Steve Jobs è un esempio di giovane imprenditore, spavaldo, coraggioso, audace… e che ha saputo mantenere il segreto su quello a cui lavorava. E questo Elisabeth ha saputo farlo molto bene.
Un imprenditore deve assumersi le proprie responsabilità. Dovrebbe circondarsi di professionisti, fare domande e sentirsi orgoglioso del proprio progetto quando questo si dimostra valido. Ed Elisabeth non ha saputo farlo. Non appieno.
Ha ancora senso il mantra della Silicon Valley: Fake it ‘til you make it? Bisognerà probabilmente prestare molta più attenzione, rivedere il significato profondo di queste parole di Thomas Edison, e necessariamente ridimensionare il ruolo di messia dei CEO/imprenditori.
Gli imprenditori sono tutte mele marce? No, assolutamente. La storia di Elisabeth dovrebbe aiutare a rafforzare il ruolo delle donne nelle aziende, soprattutto in quelle tecnologiche. Un imprenditore (qualunque sia il suo genere) deve creare, sviluppare e dirigire la sua azienda con grande senso di responsabilità e con una visione pioneristica del settore in cui opera.
Questa sentenza deve essere interpretata come una condanna contro gli imprenditori fraudolenti, e gli individui che cercano di trarre vantaggio da un settore (quello della Digital Health) che, per troppo tempo, è stato indulgente nei confronti di chi si autoproclamava tecnologicamente vincente.
Insomma, il caso Theranos potrebbe condurre alla definizione dell’imprenditore del futuro.
Non più idolatrato come un genio senza vincoli morali, ma con un ruolo sostanziato da etica e responsabilità.