Quali sono le principali criticità del Fascicolo Sanitario Elettronico? Cosa occorre fare per poterle superare?
Nelle scorse settimane il Dottor Antonio Magi, Presidente dell’Ordine dei medici di Roma, ha evidenziato quali sono le problematiche di questa pietra miliare delle progettualità previste nel PNRR, e proposto le azioni da intraprendere per far sì che possano essere superate.
Il Fascicolo sanitario elettronico è stato attivato dalle regioni italiane ma con software differenti, molti dei quali non dialogano tra di loro. Questo determina che non ci sia un database comune: ciò significa, ad esempio, che alcuni dati contenuti in un Fascicolo sanitario della Lombardia poi non possano essere letti nel Lazio. Il Fascicolo sanitario elettronico dovrebbe, invece, servire per consentire ad un cittadino lombardo che, ad esempio, si trova in Sicilia e che ha un problema di salute, di poter accedere al suo Fascicolo sanitario, proprio per vedere quali patologie abbia, le allergie, i trattamenti a cui si è sottoposto, le sue analisi e per essere preso in carico nel migliore dei modi.
Il Dottor Magi sottolinea che il Fascicolo sanitario elettronico è certamente uno strumento utile dalle enormi potenzialità per svariati ambiti della sanità italiana. Tuttavia, oltre alla limitata consultabilità extraregionale, in alcune regioni è una vera e propria “scatola vuota”: l’infrastruttura applicativa esiste, ma in essa non è presente alcun dato.
I fondi possono certamente aiutare e nella Mission 6 è prevista tutta la parte legata alla tecnologia e alla parte informatica ma, una volta per tutte, ci vuole una regia unica.
Infatti, per migliorare la situazione e collegare le regioni, secondo Magi occorre che tutte le regioni trovino un accordo su alcuni punti essenziali, o rendano centralizzato il software di gestione del Fascicolo sanitario elettronico. Un’ulteriore alternativa sarebbe quella di creare un software in grado di far dialogare i vari fascicoli sanitari regionali, così da avere tutti i dati dei pazienti a disposizione per gli utilizzi che si rendono necessari.
Fino a quando non faremo questo, il Fascicolo sanitario rimarrà zoppo, non avrà la funzione che dovrebbe avere.
Le parole di Magi evidenziano il rammarico per questa situazione, poiché egli ritiene che se il FSE dovesse funzionare a pieno regime ci sarebbero numerosi vantaggi per i pazienti: la possibilità di far accedere più medici alla propria situazione sanitaria, il non dover essere costretti a consegnare ai professionisti della salute della documentazione cartacea, e, in caso di emergenze, fornire tutte le informazioni necessarie agli operatori sanitari che stanno prestando soccorso anche qualora il paziente sia incosciente.
Dobbiamo digitalizzare tutte le strutture, anche nell’ottica di una riduzione dei tempi di visita e di miglioramento della qualità della visita. Se per ogni paziente che visitiamo dovessimo stare un’ora per scrivere sul Fascicolo sanitario elettronico faremmo tre visite al giorno invece che 30. Invece, questi strumenti servono esattamente al contrario, a velocizzare il tutto e, se oggi vediamo ad esempio 30 pazienti, un domani potremmo vederne anche 35-40, riducendo le attese dei pazienti e rendendo più facile il nostro lavoro.