Le soluzioni per i pazienti, le nuove tecnologie per la diagnosi, i sistemi per migliorare la qualità della vita. Frontiers Health 2016 è stato tutto questo e non solo. L’evento sulle frontiere della medicina e della cura, che si è tenuto a Berlino il 17 e il 18 Novembre scorsi, è stato un vero e proprio spettacolo sulle opportunità offerte dall’innovazione al dominio della salute, intesa non solo come settore o industria, ma come ambito della vita.
Non solo digitale, dunque, ma anche design e soprattutto monitoraggio degli stili di vita come forma di prevenzione. L’evento, nato dalla collaborazione tra Frontiers Conference e Healthware International, è stato molto coinvolgente racchiudendo in due giorni la grande ricchezza di soluzioni per la salute e la cura che si stanno facendo strada.
Una delle domande a cui i diversi relatori hanno cercato di dare risposta è se l’Europa è pronta per una rivoluzione digitale nel settore sanitario. Quello che è emerso, tuttavia, è che la digital health è già di fatto entrata nella nostra gestione quotidiana della salute.
Roberto Ascione, recentemente riconosciuto come top influencer globale del settore, ha affermato a questo proposito
la digital health fa già parte delle nostre vite: dai wearables ai dispositivi interconnessi, offrendo l’incredibile opportunità di raccogliere grandi quantità di dati e di collaborare nella ricerca di soluzioni terapeutiche efficaci.
Un secondo argomento di riflessione che è emerso in più momenti della conferenza è stato quello della convergenza. Per fare in modo che la medicina e la pratica clinica trovino beneficio dallo sviluppo tecnologico è necessario trovare dei punti di dialogo tra le diverse discipline, facendo in modo che le esigenze e i problemi del mondo sanitario guidino la ricerca e l’innovazione.
Bisogna cercare di far convergere la ricerca scientifica, farmaceutica, tecnologica e medica per trovare soluzioni efficaci a problemi concreti.
Stili di vita e prevenzione
Gli oggetti e le tecnologie della digital health stanno modificando profondamente il nostro rapporto con il corpo e con la salute. Le soluzioni che si definiscono salute digitale comprendono una serie di sistemi di monitoraggio del corpo, anche indipendentemente dalla presenza di condizioni patologiche. Il concetto stesso di cura si sta modificando. Si potrebbe dire che con il digitale si torna ad un concetto di cura di sé che va a sostituirsi al concetto di cura intesa unicamente come terapia.
Molto interessante a tal proposito il documentario di Donal O’Neill, attivista della salute e regista. Nei suoi film sul cibo emerge l’idea secondo cui la medicina del futuro è una medicina degli stili di vita, in cui il benessere e la prevenzione sono le chiavi per una vita in salute. Nel presentare il suo ultimo progetto The Big Fat Fix, Donal O’Neill ha messo in evidenza l’importanza di elementi come il sonno, il movimento, il cibo e lo stress nella nostra vita.
Tra le soluzioni digitali che guardano alla prevenzione, troviamo sicuramente Dacadoo, un’app che permette di creare un punteggio salute standardizzato che tiene conto dello stile di vita, dell’alimentazione e di parametri biometrici. Lo scopo è quello di stimolare gli utenti ad informarsi di più e migliorare il proprio stile di vita. In base alle informazioni rilevate dall’app e inserite dall’utente, il sistema è in grado di creare un programma di coaching personalizzato. Un percorso di salute più che di cura che consente di tenere traccia dei progressi fatti e di condividerli con la community nell’ottica della gamification.
Il paziente al centro del design
Molto spazio è stato dedicato alla presentazione di startup e aziende che sviluppano soluzioni innovative per specifici problemi di salute, esigenze mediche e patologie specifiche. Un elemento che è emerso dalla discussione è che nello sviluppare nuovi servizi l’accento va posto non tanto o non solo sull’innovazione, sull’idea in sé, quanto sulla sua esecuzione. Tradotto in altri termini, perché una soluzione sia adottata dagli utenti e risponda in maniera adeguata alle loro esigenze è fondamentale creare un’esperienza d’uso piacevole. In particolare Roberto Tagliabue, fondatore di AWAKE, ha sottolineato proprio l’importanza del design nella progettazione per la salute. Design non solo di prodotto, ma anche UX. I servizi digitali, a suo avviso, saranno sempre più incentrati sui desideri degli utenti e sui loro bisogni quotidiani. Oggi i dispositivi forniscono per lo più dati, ma quello di cui abbiamo davvero bisogno sono indicazioni sulle azioni da eseguire e forti motivazioni che facilitino l’acquisizione di comportamenti salubri. La socializzazione della salute va sfruttata: non solo come fatto da condividere sui social media, ma proprio come possibilità reale di connettersi mettendo in pratica azioni.
I wearables devono essere in grado di integrarsi alla vita quotidiana, altrimenti rimangono poco più che giochi.
Il suo prossimo progetto è, in tal senso, Asensei, un’app che si evolve insieme all’utente, ne misura le performance e fornisce un programma di coaching personalizzato.
OneDrop va proprio in questa direzione, con una piattaforma per la gestione del diabete a 360° che fornisce un esperienza d’uso gradevole e mira a modificare la percezione stessa della malattia. Jeff Dachis, Ceo e fondatore della startup, ha messo in evidenza che OneDrop è molto più di un’app. Oltre ad offrire un sistema di monitoraggio e di comunicazione tra medico e paziente, OneDrop permette di facilitare la gestione quotidiana della malattia, aiutando a monitorare l’assunzione di zuccheri e carboidrati e migliorando l’aderenza alla terapia.
Altro servizio innovativo sviluppato mettendo al centro le esigenze degli utenti è Mediktor, una applicazione disegnata per consentire alle persone di interpretare i propri sintomi e avere una prima diagnosi in tempo reale. Il sistema è in grado di fornire una diagnosi automatica con un’accuratezza statisticamente superiore a quella del medico. Dopo aver interpretato i sintomi, l’app indirizza l’utente verso la soluzione migliore, consigliando al paziente di consultare un medico, provvedere all’automedicazione oppure recarsi al pronto soccorso. Mediktor è un esempio eccezionale di come le tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale e la ricerca semantica trovano vasta applicazione nella digitalizzazione della medicina.
Personalizzazione della cura
Altro macro tema che è emerso nel corso dei due giorni è stato quello della personalizzazione della cura e delle soluzioni terapeutiche. Dalle compagnie assicurative, alla ricerca scientifica e medica, tutto si spinge in questa direzione. Grandi agenzie di consulenza assicurativa come Ernst&Young stanno già predisponendo progetti che tengono conto dell’uso di strumenti digitali come servizi aggiuntivi da includere nei pacchetti assicurativi. Riccardo Sabatini, scienziato e imprenditore, si è spinto anche oltre, mostrando in che modo lo studio del genoma umano ci permetterebbe di accedere a terapie personalizzate. Come? Selezionando i principi attivi e le molecole chimiche che reagiscono con la modifica del codice genomico causata dalla malattia. Fanta-medicina? No, il sistema di intelligenza artificiale che consentirebbe questa analisi è già in sperimentazione.
Ma non è necessario spingersi così oltre per capire i vantaggi di percorsi di cura personalizzati.
Soluzioni come quella ideata da Amicomed sono già orientate a rendere il percorso di cura qualcosa che si adatta alle esigenze del paziente. Amicomed, infatti, introduce un sistema di coaching personalizzato per ridurre la pressione arteriosa, un problema diffuso globalmente. Il programma agisce sugli stili di vita e sull’alimentazione per consentire ai pazienti di gestire la pressione del sangue e vivere un vita sana.
Nell’ambito delle soluzioni terapeutiche personalizzate non si può non citare MySugr, un’app per la gestione del diabete il cui obiettivo è rendere la convivenza con questa patologia più semplice nella vita quotidiana. Fredrik Debong, co-fondatore di questa startup, ha illustrato in che modo il programma di coaching, la gamification e il supporto della community possono aiutare i pazienti sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Anche Paginemediche, la piattaforma italiana di digital health, ha da poco sviluppato dei servizi che vanno esattamente in questa direzione: l’Area Personale dedicata agli utenti è in grado di offrire contenuti e app digitali sulla base dei parametri biometrici inseriti e alle preferenze di navigazione, offrendo così un’esperienza di fruizione personalizzata e mettendo a disposizione una ricerca geolocalizzata di professionisti della salute.
Regolamentazioni e protezione dei dati
Il campo della digital health e delle soluzioni di cura digitali è ancora tutto da esplorare e molto va pensato in termini di sicurezza dei servizi e validazione medicale degli applicativi. La problematica riguarda principalmente due questioni: le regolamentazioni legislative e la protezione dei dati sensibili. Esistono circa 200,000 mHealth app e più del 85% di queste non rispettano i regolatori sulla protezione dei dati sensibili degli utenti. Proprio per rispondere a questa problematica Jovan Stevovic ha presentato Chino.io una piattaforma che aiuta gli sviluppatori di servizi digitali a creare app che rispettino la normativa europea. L’utilizzo di questo sistema garantisce agli utenti che i loro dati sensibili siano trattati nel rispetto delle vigenti normative.
Il digitale migliora la qualità della vita
In conclusione, Frontiers Health ha messo in evidenza tutte le potenzialità delle tecnologie e del digitale per migliorare la qualità della vita delle persone. Non solo nell’ambito della cura e della prevenzione, ma anche nella gestione di condizioni patologiche croniche o irreversibili. Molto emozionante si è rivelata in tal senso la tecnologia messa a punto e presentata da Pasquale Fedele fondatore di Brain Control. Una vera e propria interfaccia cervello/computer in grado di leggere le onde cerebrali e consentire ai pazienti con gravi disabilità di riacquisire capacità comunicative e di manipolare oggetti. Una rivoluzione per chi soffre di patologie come la SLA, o che a causa di gravi incidenti si trova in condizioni di non poter interagire con il mondo esterno.
È con l’augurio che queste soluzioni trovino diffusione e si moltiplichino che abbiamo salutato Berlino e i tantissimi partecipanti alla Conferenza, con la consapevolezza che anche il nostro impegno è orientato ad offrire servizi di digital health capaci di rendere accessibili a tutti informazioni e servizi per la cura e per la salute.
Per avere un resoconto completo di Frontiers Health è possibile accedere al Live Blogging e ripercorrere i momenti salienti della conferenza.
Questo articolo è stato aggiornato il 27 Gennaio 2017.
Questo articolo è stato precedentemente pubblicato su Paginemediche con il titolo “La svolta digitale della salute migliora la qualità della vita”.