di , 24/10/2018

I pazienti sono affamati di informazioni, non è una novità

Per placare l’appetito, oltre a tempestare di domande i medici, utilizzano tecnologie digitali e strumenti di comunicazione online.

Dr. Google e Dr. Social: le risorse più usate dai pazienti

Circa l’88% (dati Censis) degli italiani fa autodiagnosi digitando i sintomi su Google. Di questo 88%, il 93% sono donne.
I medici, infatti, non sono più la fonte esclusiva di informazioni.
Motori di ricerca, riviste online e glossari, gruppi di supporto ai pazienti sui social media, app e persino chatbot sono ampiamente disponibili se qualcuno ha una domanda su questioni legate alla salute.
Ricerche statistiche dimostrano che pazienti o caregiver sono sempre più inclini ad usare questi strumenti di autoformazione per prendersi cura della propria salute o di quella dei propri cari.
Oltre 15 milioni di persone ricerca i propri sintomi online, prestando però poca attenzione all’attendibilità della fonte.
Uno studio di Assosalute rivela che circa 8,8 milioni di persone hanno cercato informazioni sul web che non si sono dimostrate corrette: anziani, studenti ma soprattutto genitori si sono affidati al web per una cura fai-da-te senza confrontarsi con il proprio medico.
Dunque diventa imperativo per i medici aiutare i loro pazienti a trovare informazioni più affidabili e rilevanti alla loro patologia e fornire gli strumenti più aggiornati per la loro educazione.

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Applicazioni per pazienti e medici

Le applicazioni mediche che hanno lo scopo di educare i pazienti sulle malattie, i farmaci, i trattamenti, il primo soccorso, i servizi di test o le sperimentazioni cliniche si moltiplicano giorno per giorno. Tuttavia, è sempre più difficile trovare un servizio credibile, preciso e facile da usare.
Ad esempio, nel febbraio 2018, uno studio su Cutis, una rivista clinica per dermatologi, ha esaminato 44 applicazioni disponibili per la formazione dei pazienti dermatologici – e ne ha trovate solo 9 che contengono informazioni accurate, obiettivi chiari e un’interfaccia user-friendly.

Animazioni / Stampe 3D

Sai che aspetto ha un tumore e come influisce sul tuo corpo e sul funzionamento interno del tuo organismo? Se sei un operatore sanitario, la tua risposta sarà senza dubbio, sì, certo, ma è quasi certo che i pazienti hanno una comprensione molto vaga delle lesioni maligne o benigne.

La visualizzazione attraverso un’animazione video o la stampa 3D potrebbe aiutare i pazienti ad avere una migliore visione d’insieme delle loro condizioni e, di conseguenza, a prendere decisioni più informate a favore o contro percorsi terapeutici specifici.

Realtà Aumentata

La Realtà Aumentata (Augmented Reality) ha un grande potenziale nel settore sanitario. La RA può proiettare informazioni digitali sull’ambiente esistente e ha una capacità intrinseca di spiegare fenomeni complessi difficilmente comprensibili in 2D. In questo modo, può facilitare la comunicazione tra paziente e medico e l’educazione del paziente o del caregiver. Ad esempio, i pazienti possono vedere come funziona un farmaco in 3D davanti ai loro occhi invece di leggere il foglietto illustrativo o il manuale di medicina (incompresibile ai più).
Amplified Robot, uno studio di sviluppo digitale con sede a Londra, ha creato una demo proprio per questo scopo nel 2014.

PatientAR, una piattaforma di realtà aumentata sviluppata per un’azienda di ortopedia di dispositivi medici, permette l’interazione e la guida per le fratture del ginocchio. È stata progettata per essere utilizzata sia dal medico che dal paziente allo stesso tempo per rivedere visivamente il piano chirurgico per comprendere gli esiti e i rischi della procedura.

Realtà Virtuale

La differenza tra AR e VR è che quest’ultima esclude completamente chi indossa i visori per la simulazione dal resto del mondo. Sicuramente è più coinvolgente della RA, con implicazioni molto diverse per l’uso in ambito sanitario, così come per l’educazione del paziente.

Realtà Virtuale: Approndisci l’argomento

L’alfabetizzazione sanitaria non è solo responsabilità del paziente

Da un lato, gli operatori sanitari dovrebbero imparare molto di più su come sostenere l’educazione del paziente, la comunicazione paziente-medico e gli strumenti per migliorare l’educazione alla salute nella scuola di medicina.
D’altra parte, i medici devono anche trovare il tempo di familiarizzare con gli strumenti più recenti per offrire tutti i mezzi disponibili ai loro pazienti che potrebbero non capire cosa sta succedendo intorno a loro e con loro.

Anche se questi nuovi strumenti potrebbero comportare un aumento del carico di lavoro nel primo periodo di utilizzo, sicuramente avrebbero come effetto la possibilità per il medico di trovarsi di fronte ad un paziente più cooperativo, con domande più informate, e come risultato essere sottoposti a meno stress e passare più tempo di qualità con i pazienti.