di , 14/07/2016

L’approvazione da parte della FDA renderà possibile l’introduzione sul mercato di sensori e dispositivi indossabili che saranno in grado di fornire un monitoraggio medico accurato h24, 7 giorni su 7, attraverso la raccolta dei dati e la relativa condivisione con gli operatori sanitari.
Questi dispositivi faranno leva sullo smartphone, ormai onnipresente e che da questo punto di vista risulterà hub di connessione necessaria per acquisire i dati e memorizzarli nella cloud così da costituire una solida base di analisi da cui ottenere risultati interessanti per gli utenti finali.
Il punto di domanda è comunque il seguente: i dispositivi indossabili possono realmente generare dati medici utili per il monitoraggio della salute, in grado di fare diagnosi e potenzialmente aiutare nella prevenzione? La risposta è SÌ, e non a caso la FDA ha recentemente assunto tre profili professionali di alto livello dedicati al settore della digital health.
Anzi, la stessa FDA, a lungo criticata da alcuni imprenditori nell’ambito della health-tech come un ostacolo all’innovazione, è ora vista come un importante alleato per le aziende che vogliono dimostrare che i loro dispositivi sono in grado di migliorare la salute delle persone – e soprattutto per quelle aziende che vogliono ottenere copertura assicurativa.
Una di queste aziende, la LifeQ, società di informatica sanitaria con sede negli Stati Uniti, ha recentemente rilasciato un motore bio-matematico con API in cloud. Il motore bio-matematico di LifeQ può assorbire vari flussi di dati (flussi di dati fisiologici continui, periodici, episodici e/o statici) per costruire una rappresentazione digitale personalizzata e accurata della fisiologia unica di un individuo. La piattaforma software basata sulla cloud di LifeQ mira a diventare l’hub per la raccolta accurata di dati, attualmente disponibili solo attraverso l’uso di attrezzature costose, invasive e di difficile accesso. Dal punto di vista dell’hardware nel processo di acquisizione dei dati, LifeQ ha collaborato con Analog Devices, Inc (ADI), Massachusetts, che ha già una gamma completa di MEMS (sistemi microelettromeccanici) lineari, a segnale misto, nonché di tecnologie di elaborazione digitale utilizzate nella diagnostica sanitaria, apparecchiature di monitoraggio clinico, strumentazione medica e dispositivi di salute e benessere.
La mission di ADI è così sintetizzabile: “Sviluppare sensori indossabili intelligenti per sovralimentare la prossima generazione di soluzioni non invasive collegate al monitoraggio del corpo“, che permetteranno di monitorare la frequenza cardiaca, le fasi del sonno, la qualità del sonno, il lattato nel sangue, l’apporto calorico su 24 ore, il cortisolo salivare come marker di stress. Il monitoraggio di questo tipo di dati potrà aumentare la diagnosi precoce di condizioni e malattie nei pazienti a rischio.
L’Europa non è da meno e in tal senso continua a guidare l’innovazione nell’ambito dei dispositivi medici. Una delle startup che ha attirato la nostra attenzione è Amiko.io, fondata nel 2014 a Milano, Italia. Amiko.io ha puntato sulla trasformazione del sistema sanitario migliorando le abitudini di consumo dei farmaci. Nei successivi due anni, si è focalizzata sulla creazione di un impressionante portfolio di dispositivi connessi che supportano i pazienti nella cura del diabete e delle malattie respiratorie, con prodotti come inalatori-dosatori, inalatori a polvere, auto iniettori, penne per insulina e portapillole. Al fine di aiutare pazienti e operatori sanitari, Amiko.io ha inoltre sviluppato una piattaforma chiamata Quantified Medicine, un servizio cloud based che utilizza i dati raccolti dai dispositivi medici per seguire da vicino e in tempo reale l’aderenza alla terapia da parte del paziente, riuscendo a fornire risultati molto interessanti per il paziente stesso. Il servizio permette inoltre di monitorare il trattamento a livello mondiale in modo e in queste rendere possibile l’analisi sul lungo periodo, consentendo da un lato di migliorare lo standard di cura e dall’altro di ridurre i costi.
Oltre alle start up, bisogna considerare che anche i grandi player di mercato, con un know how notevole nel campo dell’elettronica medica, si stanno interessando al settore dei dispositivi indossabili. Philips intende commercializzare agli ospedali un dispositivo indossabile che raccoglierà i segnali vitali – tra cui la temperatura, il battito e la frequenza respiratoria – dei pazienti a rischio. I dati raccolti in tempo reale saranno trasmessi a una piattaforma a supporto delle decisioni cliniche che permetterà ai medici di tenere sotto controllo il processo di cura del paziente e migliorare il trasferimento dall’ospedale a casa.
Anche una serie di importanti aziende orientate al consumatore, tra cui Apple, Google e Samsung, hanno fatto ingenti investimenti per sviluppare soluzioni di trasferimento di dati, relativi alle attività dei consumatori, in piattaforme di gestione del paziente e stanno ottenendo un vantaggio competitivo importante con i propri dispositivi e le varie piattaforme salute.
Tra l’altro, i dispositivi indossabili nel settore salute hanno anche attirato l’attenzione della American Medical Association, socio fondatore di Health2047, uno studio di innovazione con sede a San Francisco, la cui mission non è altro che ripensare il ruolo dei medici, i modelli di business, la distribuzione e anche il finanziamento e la trasformazione dell’assistenza sanitaria negli Stati Uniti nel corso dei prossimi tre decenni.
Sia con la FDA sia con l’AMA pienamente coinvolte nei processi di innovazione digitale, la vision di una biometria medica è a un passo dal diventare realtà.