L’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma e l’Ospedale di Sighetu Marmatiei, in Romania, hanno siglato un accordo di cooperazione sanitaria incentrato su un “Intervento sanitario di potenziamento della diagnosi e cura delle malattie infettive, con particolare riguardo alle popolazioni migranti e coinvolte in situazioni di conflitto nell’Ospedale di Sighetu Marmatiei (MITU)”.
L’oggetto dell’accordo, nato dalla delicata situazione internazionale che si è generata a seguito della guerra in Ucraina, è stato presentato durante la giornata del 28 giugno ed è un importante progetto di telemedicina, sviluppato in collaborazione con Takeda Italia e ADiLife, società all’avanguardia per tecnologie di assistenza a distanza. In tal modo sarà possibile seguire da remoto i pazienti di altri Paesi in totale sicurezza.
L’accordo nasce da contatti preliminari nel marzo scorso tra l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato, il direttore generale dell’Inmi Spallanzani Francesco Vaia e l’ospedale ucraino cui hanno fatto seguito il 28 e 30 giugno diverse attività presso l’Istituto
Siamo fermamente convinti che grazie alla telemedicina possiamo rivoluzionare la medicina, garantendo i più elevati standard di assistenza e cura. – Francesco Vaia
Luca Gentile, Public Affairs, Patient Advocacy & Communication Director di Takeda Italia ha voluto sottolineare che
Il termine telemedicina è entrato prepotentemente nel nostro linguaggio da quando la pandemia ha evidenziato la fragilità del nostro sistema sanitario e la necessità di un’assistenza integrata come parte di un più ampio sistema di welfare che tenga conto delle necessità urgenti dei pazienti e dell’impatto sulla qualità di vita soprattutto di coloro che sono più vulnerabili. Questo progetto è un segno tangibile dell’impegno che Takeda ha preso ormai da anni, mettendo in campo vari progetti pilota per garantire assistenza a distanza e continuità di cure ai pazienti che non possono accedere a strutture di eccellenza. Un impegno che passa necessariamente da partnership di valore pubblico-privato, che come in questo caso, favoriscono lo scambio di conoscenze e la concretizzazione di un nuovo modello che possa ispirare la sanità del futuro.
A tali considerazioni si sono aggiunte quelle di Martino Politi, presidente di ADiLife
Sono onorato di questa straordinaria partnership con Takeda Italia, l’Istituto Spallanzani e la Regione Lazio e del fatto che la nostra esperienza circa i servizi offerti nell’ambito del tele-monitoraggio e la tele-assistenza, potranno essere l’elemento tecnologico fondante, alla base del gemellaggio fra le due strutture ospedaliere. La piattaforma MyHospitalHubPRO, cuore tecnologico della cooperazione fra i 2 ospedali italiano e rumeno, rafforzerà il gemellaggio ed eviterà di far trasferire pazienti rifugiati dalla Romania a Roma.
Infine, Alessio D’Amato, Assessore alla Sanità della Regione Lazio, ha dichiarato che:
Il progetto rientra tra le azioni che stiamo mettendo in piedi per implementare la medicina del futuro, con l’obiettivo primario di contrastare la diffusione delle malattie infettive che durante i conflitti hanno una maggiore possibilità di diffondersi. Grazie alla tecnologia ed alla partnership tra due strutture ospedaliere, una parte di profughi affetti da Covid-19 sarà costantemente monitorata a distanza, sfruttando il collegamento a distanza tra due ospedali ubicati in due Paesi diversi. Il processo di digitalizzazione dei nuovi processi di caring e healthcare cambierà certamente il rapporto dei cittadini con la propria salute e con il proprio stile di vita e sarà in grado di assicurare il passaggio ad una medicina partecipativa, preventiva e personalizzata.