L’introduzione in ambito sanitario di sistemi intelligenti, in grado di apprendere e di decidere, dischiude nuove entusiasmanti frontiere ma nel contempo muta radicalmente la relazione tra l’uomo e la tecnologia.
I recenti progressi della tecnologia informatica computazionale hanno permesso la messa a punto di una nuova generazione di sistemi capaci di superare le capacità umane in determinati domini o in compiti specifici e di imparare dalle loro stesse esperienze per svolgere azioni spesso non contemplate dai progettisti. Come affermato da J. Kaplan, non è più vero che
i computer fanno solo quello che sono programmati a fare[i].
Per dirla con Luciano Floridi, una delle voci più autorevoli della filosofia ed etica dell’informazione,
sono divenute forze ambientali, antropologiche, sociali ed interpretative[ii].
Il processo di digitalizzazione della medicina avanza con travolgente energia: perfino l’ austero e rigoroso NHS (National Health Service) inglese ne è stato influenzato, visto che da alcuni anni utilizza il sistema Babylon come primo livello diagnostico automatizzato. L’intelligenza artificiale è già in grado di effettuare diagnosi e prognosi basandosi su una semplice immagine radiologica o su una sola foto di un preparato istologico. In ambito psicoterapeutico sono già in funzione Avatar che competono con gli umani nella terapia dei problemi psichici.
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense sta attivamente facilitando l’introduzione di device basati sulla IA nel mercato della salute[iii].
La rivoluzione digitale sta peraltro modificando anche i paradigmi culturali, epistemologici, etici della società.
A tale proposito, Eric Topol[iv] citando Joseph Schumpeter, famoso economista austriaco, parla di “distruzione creativa”, in riferimento alla trasformazione che in genere accompagna le grandi innovazioni.
Il passaggio di ere coincide, per uno degli imprevedibili giochi della storia, con il passaggio del testimone dalle generazioni dei medici nati nel decennio dopoguerra (i cosiddetti babyboomer) ai giovani trentenni d’oggi, professionalmente preparati, motivati, a volte agguerriti, ma forse non consapevoli che la travolgente marea digitale li sta spingendo verso nuovi, ignoti, affascinanti ma insidiosi lidi.
Potete approfondire l’argomento nel libro: Intelligenza Artificiale e Medicina Digitale, a cura di Giampaolo Collecchia e Riccardo De Gobbi.
[i] Kaplan J. Intelligenza artificiale. Guida al futuro prossimo. LUISS, Roma, 2017.
[ii] Floridi L. La quarta rivoluzione – Come l’infosfera sta trasformando il mondo. RaffaelloCortina Editore, Milano, 2017
[iii] Tirrell M. FDA moves to encourage AI in medicine, drug development. CNBC 018; https://www.cnbc.com/2018/04/26/fda-moves-to-encourage-a-i-in-medicine-drug-development.html
[iv] Topol E. The creative destruction of Medicine. How the Digital Revolution Will Create Better Health Care.