Gli italiani, si sa, sono un popolo di politici, calciatori, allenatori, epidemiologi e anche, e soprattutto, cantanti. È per questo che sono incollati ogni anno davanti la televisione a guardare il festival di Sanremo.
Uno dei paradossi legati al fenomeno, è che #sanremers si nasce, lo si segue sempre e comunque, per esaltare le doti musicali e l’organizzazione o soltanto per demolire il lavoro fatto dagli organizzatori. È il palcoscenico che meglio racconta i cambiamenti politici e sociali dell’Italia.
Leggevo on line che è difficile sottrarsi a questo rito collettivo, perché l’essere umano è un essere sociale. Fin dalla notte dei tempi (vabbeh, è un pochino esagerato ma serve allo scopo) l’uomo organizza eventi per intrattenere i suoi simili, vuoi che sia la corsa della biga o il concertino sotto casa. Ma da quando c’è la TV, da 71 anni, tra Febbraio e Marzo, non riusciamo a staccarci dalla TV, per fare gossip, e condividere con la nostra famiglia sui social quello che pensiamo dei vari cantanti.
Ma Sanremo, o meglio il Festival della Canzone Italiana serve anche a denunciare problemi ben più importanti di un cuore spezzato.
Artisti e cantanti hanno deciso di raccontare di malattie rare, disagi sociali e problemi di Salute Mentale attraverso le loro perfomance.
Non amarmi – Passerà
Sanremo 1992, una canzone d’amore sofferto vince il Festival: Non amarmi. A cantarla è Aleandro Baldi in coppia con Francesca Alotta.
Questa è una di quelle canzoni che conoscono davvero tutti. E tutti ricordano Aleandro, ragazzo nato cieco con un grande orecchio musicale.
Avevo avuto una storia clandestina con una ragazza. Iniziai a respingerla ripetendole di non amarmi, perché non avrei potuto offrirle la vita che credevo potesse meritare. La storia poi finì. […] Non amarmi era una storia vera: uno come me non sa mai se una donna ama lui o la sua immagine. La frase chiave del testo è “Non amarmi per il gusto di qualcosa di diverso”, anche se pochi capirono.
Due anni pià tardi, Aleandro vince di nuovo Sanremo con la canzone Passerà, per poi scomparire dal panorama della musica italiana.
[…] passerà ….in un mondo di automobili
e di gran velocità
per chi arriva sempre ultimo
per chi si dice addio
per chi sbatte negli ostacoli
della diversità
le canzoni sono lucciole
che cantano nel buio […]
La musica come terapia al dolore? Gli hanno chiesto in un’intervista qualche anno fa.
Come sfogo, direi. Come terapia credo più al contatto umano: che avviene anche grazie alla musica, certo, ma la musica vera, quella che cerchi e scegli di esprimere. Non credo alla musica fatta per forza: è bellezza, sono emozioni da condividere.
Ti regalerò una rosa
Era il 2007 e Simone Cristicchi vinceva il festival e faceva incetta di premi (Premio della critica Mia Martini e Premio della Sala stampa radio-tv) per il suo brano: Ti regalerò una rosa. Beh, direte voi, quanto c’è di strano, al festival si racconta l’amore e i fiori… no, fermi. Qui non si parla solo di amore, qui si parla di Salute Mentale.
Cristicchi ha fatto un viaggio nei manicomi italiani e ne ha raccontato i drammi attraverso la storia di Antonio.
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione […]
Cristicchi si è consacrato vincitore per la critica, perché, per la prima volta, sul palco del Festival si parla di disagio mentale e di cosa rappresentino i “matti” per la società.
Bisognerebbe continuare la strada della dignità, restituire a queste persone quel che è stato loro tolto, nonostante siano danni irreparabili, molto spesso. Le persone che sono state 20, 30, 40 anni dentro un manicomio a volte neanche desiderano parlare di questo passato così doloroso.
Following a bird
Sanremo 2016, seconda serata. Sale sul palco l’ospite Ezio Bosso, direttore d’orchestra, pianista e compositore, e suona la sua “Following a bird” al pianoforte ed emoziona tutti. Cosa c’è di strano?
Ezio Bosso era affetto da una malattia neurologica degenerativa, ma non si è fatto fermare, non ha perso la sua “vitalità” e lo ha comunicato con la sua musica e le parole che ha pronunciato prima di suonare.
Di fronte a tanta vitalità, Carlo Conti gli chiese: Ma dove la trovi tutta questa energia? Ezio rispose candidamente:
La musica è una vera magia, non a caso i Direttori hanno la bacchetta. La musica mi ha dato il dono dell’obiquità, perché la musica che ho scritto è a Londra, e io sono qui. La musica è una fortuna, e come diceva il maestro Claudio Abbado è la nostra vera terapia. […] Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle. La vita è fatta di dodici stanze: nell’ultima, che non è l’ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, perché non possiamo ancora ricordare, ma lì la ricordiamo, e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi.
Io sono Paolo
Lo scorso anno sul palco è salito Paolo Palumbo, chef e cantante malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), con la sua canzone Io sono Paolo.
Un inno alla vita e speranza, che Paolo ha cantato per diffondere un messaggio forte a chi è affetto da SLA come lui: bisogna combattere e affrontare i problemi e le complessità che vivono le loro famiglie quotidianamente, sempre con grande coraggio e vitalità.
L’ho scoperto quattro anni fa
Mi ha levato tutto tranne la vitalità […] Il mio corpo è diventato una prigione
Al di là delle sbarre ci arrivo usando gli occhi e l’immaginazione
Vorrei camminare, mangiare, bere, parlare
Guarire in fretta, ho una famiglia amici da baciare […]
La vita non è una passeggiata – ha detto Paolo – Vi faccio una domanda: avete usato il vostro tempo nei migliori dei modi? Avete detto tutti i ti voglio bene che volevate? Vivete a pieno le vostre vite. Nel vostro piccolo fate quanto più potete per aiutare gli altri.
Musica Leggerissima
Colapesce e Dimartino calcano il palco di Sanremo 2021, per la prima volta, con Musica Leggerissima, omaggio esplicito alla musica, sempre al centro della nostra esistenza. E con la quale possiamo anche fuggire da quella depressione e quella paura che in questo ultimo anno ci accompagnano senza sosta.
[…] Metti un po’ di musica leggeraNel silenzio assordante
Per non cadere dentro al buco nero
Che sta ad un passo da noi, da noi
Più o meno […]
Momento Perfetto
E ancora Sanremo 2021. Ghemon racconta attraverso la sua canzone Momento Perfetto, quell’attimo in cui dopo tanto silenzio in attesa di qualcosa, ti viene voglia di urlare, sconfiggere le insicurezze e avere maggiore stima di te stesso.
[…] Avevo aspettative su chissà che risultatiMa erano tranelli
E mi ritrovo con le mani nei capelli
Alle volte vorrei smettere
Non nego che m’intriga il pensiero di sparire […] Dicono sempre che è il turno degli altri
Ma non mi sento secondo a nessuno
Sono convinto che questa sia
L’ora mia, il momento perfetto per me […]
Più forte del destino
E ancora nel 2021 sul palco dell’Ariston abbiamo ascoltato l’urlo di Antonella Ferrari contro la Sclerosi Multipla. L’attrice e ballerina, affetta da Sclerosi Multipla, ha recitato uno stralcio dello spettacolo teatrale tratto dal suo libro autobiografico “Più forte del destino“.
[…] IO VOGLIO SAPERE CHE COSA HOOOOOO […] perché tutto questo dolore? […] io so che da oggi inizia la mia nuova vita alla luce del sole […] da oggi potrò smettere di avere paura della paura, non sarò più l’ombra claudicante della mia malattia. Ma sarò io, semplicemente io. In cammino, luminosa anche quando sarà buio.Antonella ha urlato forte che la malattia non deve essere protagonista, lei non è la sua malattia. Lei è Antonella Ferrari.