di , 19/05/2017

Curiosità: l’attitudine che è alla base della Digital Transformation

Durante i diversi processi di selezione che ho gestito nel tempo per la formazione di vari team facevo sempre una domanda fuori contesto e che spesso lasciava stupiti non solo i candidati ma anche i colleghi delle risorse umane che mi supportavano.

Mentre il candidato era impegnato ad elencare le sue competenze lo interrompevo chiedendo a bruciapelo:

Lei lo sa come si riproducono i Puffi?

Le reazioni erano tra le più disparate come anche le risposte dalle quali traevo diverse informazioni della persona che avevo di fronte. Una tra queste era capire se se lo fosse già chiesto prima.*

La curiosità innata è un’attitudine fondamentale per chiunque sia chiamato ad innovare e la vera sfida per trovare il percorso migliore è quella di riuscire a farsi le domande giuste.

Per questo motivo ho molto apprezzato l’iniziativa lanciata da Merck proprio sul tema della curiosità.

Secondo i promotori del progetto la curiosità poggia su quattro attitudini distintive:

  • Inquisitiveness. Ossia l’attitudine a porre sempre domande con lo scopo di indagare ed approfondire le nuove idee
  • Creativity. La creatività intesa come propensione naturale a provare nuove soluzioni
  • Openness. L’apertura mentale di chi preferisci sempre provare differenti esperienze ed è in grado di analizzare gli scenari da diverse prospettive
  • Distress tolerance. La capacità di affrontare l’ignoto con coraggio e non con ansia.

Nella prima settimana di Novembre si è tenuto a Roma l’evento finale del progetto Merck for Health. Un Hackathon di due giorni dove centinaia di ragazzi si sono cimentati nel proporre soluzioni innovative in ambito digitale in risposta a diverse sfide lanciate dall’azienda.

Sotto il team che si è aggiudicato il primo premio con una soluzione decisamente originale. Vi assicuro che chiunque abbia parlato con questi ragazzi non potrà non aver notato la loro attitudine estremamente “curiosa“.

Il personale dell’azienda ha quindi potuto interagire con questi ragazzi e fornire loro le risposte alle centinaia di domande poste.

Non si è trattato solo di rispondere a domande sullo scenario di mercato e sul complesso corpo di norme che regola ma anche a domande sul motivo per cui non si fosse già adottata una soluzione piuttosto che un’altra.

Domande spesso ingenue, come quelle di un bambino alla scoperta del mondo che lo circonda. Ingenue si, fin quando non si fa la domanda giusta che fa nascere l’idea rivoluzionaria.

Nel cambio epocale che stiamo vivendo molto curiosi falliranno nella loro esplorazione dell’ignoto ma alcuni di questi faranno la fortuna delle aziende che li hanno supportati.

* mi raccomando di non fare la stessa domanda a persone nate dopo il 1995. C’è un’alta probabilità che non sappiano chi sono i Puffi.

Articolo pubblicato originariamente qui il 2 Dicembre 2016