2001: Odissea nello spazio è uno dei migliori film di fantascienza di tutti i tempi. Sembra ancora moderno e credibile dopo oltre cinquant’anni.
Il segreto? La progettazione del futuro con l’aiuto di esperti della NASA e IBM, e, dunque, non solo “immaginato” con gli artisti.
Il mondo dell’healthcare potrebbe trarre grandi vantaggi dall’adottare il metodo di Kubrick. Ma come possiamo reinventare il mondo della salute usando come modello proprio Kubrick?
Cinquantuno anni fa, il 29 dicembre 1965, cominciarono le riprese di 2001: Odissea nello spazio. Il capolavoro di Stanley Kubrick è diventato il miglior film di fantascienza di tutti i tempi sia secondo l’American Film Institute che la rivista Rolling Stone.
«Negli anni ’50 la scienza ha prevalso sulla fantasia e il romanzesco è stato più o meno abbandonato, man mano che i viaggi nello spazio e la tecnica venivano in primo piano. In questo filone, il capolavoro è 2001: Odissea nello spazio, uno dei miei film preferiti, in cui tutto è scientificamente esatto e immaginato partendo dal possibile. È veramente l’apice della fantascienza.»
(George Lucas)
Parte del suo successo – insieme alla storia raccontata, uno script coraggioso e scene da una bellezza mozzafiato – è dovuto a quanto futuristico fosse.
Il programma Apollo era ancora agli albori, e l’uomo non aveva ancora messo piede sulla Luna. Ma le astronavi, le capsule di crioconservazione e schermi digitali presenti nel film, sembrano ancora moderni e credibili.
Potrebbero essere facilmente collocati in film contemporanei come Interstellar o The Martian senza sembrare anacronistici.
Kubrick ha usato un metodo che ogni manager dell’ambito sanitario dovrebbe considerare quando deve progettare il futuro della cura.
La torre d’avorio della medicina di oggi è molto simile a quelle tradizioni di Hollywood che Kubrick ha violato. I medici credono di sapere cosa è meglio per i pazienti, e quasi tutto, dai processi ospedalieri alle nuove tecnologie sanitarie, viene progettato sulla base di input esclusivamente da parte di persone all’interno del settore sanitario.
Come dimostra l’esempio di Kubrick, soluzioni veramente visionarie possono essere progettate solo con il giusto mix di addetti ai lavori ed esperti esterni.
Perché radere al suolo la torre d’avorio?
Inizialmente le previsioni più coraggiose sulle tecnologie future provenivano da Arthur C. Clarke, visionario scrittore di fantascienza. Ispirato dai sistemi di orientamento digitali in fase di sviluppo per la NASA, ha proposto che, mentre gli astronauti dormivano, un computer di bordo poteva prendersi cura di loro. Ma i computer di allora erano merce rara che solo le grandi aziende potevano permettersi. Così Kubrick e Clarke si avvicinarono ad IBM, pioniere nel campo dei personal computer, per scoprire come rendere questo computer più vicino possibile alla realtà.
Il mondo della salute deve affrontare sfide simili. Abbiamo bisogno di una solida visione del futuro e l’innovazione per raggiungerlo.
Dunque, cosa può imparare la sanità del mondo di oggi da Stanley Kubrick?
Dagli interni della nave spaziale alla base Luna, dai videofonini alle pubblicità digitali, Kubrick ha convocato esperti non solo di Hollywood, ma anche di informatica per l’industria spaziale. Questo è il motivo per cui ha creato qualcosa che ha superato la prova del tempo.
Non è possibile cambiare un vecchio sistema senza mettere gli attori principali al posto di guida. E questo è il motivo per cui l’assistenza sanitaria di oggi, progettata senza il contributo di pazienti e innovatori, non può soddisfare né le esigenze dei pazienti né quelle dei politici.
Ma qualcosa sta cambiando.
I pazienti devono svolgere un ruolo chiave nella progettazione del futuro dei servizi. Essi devono avere voce quando si progetta l’interno di una clinica o vengono ideati nuovi servizi sanitari. E qui entrano in gioco le startup che coinvolgono i pazienti nel cambiamento che vogliono attuare.
Quando 2001: Odissea nello spazio è stato rilasciato nel 1968, le prime reazioni sono state completamente negative.
“Musica pretenziosa ed effetti strani”
“In sintesi, uno dei film più insoddisfacenti”.
Agli spettatori non piacque, e abbandonarono la sala cinematografica durante la proiezione.
Ma questo pubblico era costituito da persone con più di 50 anni, senza alcun interesse per la fantascienza. Quando si diffuse la notizia di quanto fosse unico nel suo genere, il film ha attirato una generazione più giovane, e i cinema hanno cominciato a riempirsi.
Accade lo stesso nella sanità di oggi, con i medici e le autorità di regolamentazione che allontanano i pazienti e gli innovatori che chiedono a gran voce di poter plasmare il futuro dei servizi.
La “vecchia guardia” potrebbe giudicare duramente un loro contributo, ma questo non significa che non si debba andare comunque avanti.
Progettare il futuro dell’assistenza sanitaria con il metodo di Kubrick
Ci sono diversi modi per mettere il processo di progettazione di Kubrick a servizio del settore sanitario:
- Ogni ospedale dovrebbe avere un comitato consultivo formato da pazienti, compresi quelli che sono stati in cura presso quella struttura. Solo con il loro aiuto sarebbe possibile creare un sistema sanitario futuristico, anche decenni dopo che sono stati elaborati i primi piani.
- Manager ospedalieri e amministratori dovrebbero organizzare eventi sanitari di pirateria informatica. Lungi dall’invitare soltanto esperti che potessero suggerirgli come fare il suo lavoro, Kubrick ha progettato ed organizzato il suo film con esperti al di fuori del suo settore per ottenere il massimo dalle loro conoscenze e competenze. Il Radboudumc REshape Center nei Paesi Bassi lo ha fatto per anni.
- Gli organizzatori di eventi nell’ambito della salute dovrebbero includere i pazienti nella pianificazione delle loro conferenze. Sempre più conferenze sulla salute sono “pazienti inclusi” – cioè i pazienti sono invitati a condividere la loro esperienza durante l’evento o sono nel comitato organizzatore.
- Gli incubatori di startup dovrebbero collegare gli ingegneri e gli sviluppatori con i pazienti che possono condividere ed evidenziare le loro esigenze. Questo aiuterebbe a stabilire una relazione tra i tecnici e coloro che effettivamente utilizzano le loro applicazioni, e farebbe in modo che le esigenze dei pazienti e le loro preoccupazioni siano risolte. Attualmente, questo rappresenta l’anello mancante.
Sta a noi decidere – il mondo dell’healthcare dovrebbe restare una gerarchia paternalistica con tecnologie obsolete, o dovrebbe essere costruito su una base di innovazione, che serve i pazienti in modo efficace e con un costo accettabile?
Abstract di un articolo originariamente pubblicato in inglese su medicalfuturist.com