di , 21/08/2023

I giornali titolano: “Ragazza violentata dal branco” e io mi preoccupo per la sicurezza di mia figlia. Sì, perché anche lei tra qualche anno uscirà la sera con gli amici e a me toccherà vegliare finché non rientrerà a casa. Sana e salva.
E se non dovesse rientrare? Se anche lei dovesse incontrare “un branco” o un ragazzo che non sa fermarsi davanti ad un suo rifiuto? Cosa posso fare per evitarlo? Lavorare nel campo della Salute Digitale servirà pure a qualcosa, no?

Cerco allora App per le donne vittime di stupro. Ne trovo tante per il post-stupro. Ma quasi nessuna per la prevenzione. Come è possibile?

Cerco meglio.

Erica l’App che aiuta le donne vittime di violenza. La Regione Piemonte ha rilasciato l’app nel 2021. Consente la mappatura del percorso, geolocalizzazione e un aiuto concreto con i contatti dei centri antiviolenza del territorio piemontese. Sembra però che l’App non sia più presente negli Store. Peccato.

Trovo qualche altro link di info relative al lancio di altre app, di cui non c’è traccia negli Store. Una ricerca veloce sull’App Store mi ha portato a trovare Flavia, un’app che essenzialmente funge da navigatore per trovare la strada più sicura per raggiungere la tua destinazione.

È, dunque, possibile che nell’era in cui uno smartwatch può prevenire un attacco di cuore, una ragazza debba usare attivamente lo smartphone quando si sente in pericolo? E se l’attacco arriva alle spalle? Come fa ad avvisare?

Questi i pensieri che affollavano la mia mente, finché non ho trovato questo articolo pubblicato sul sito dell’Università di Bath.

Epowar l’app dedicata alla sicurezza delle donne

Due neolaureati hanno presentato e lanciato sul mercato in UK l’app Epowar, progettata principalmente per la sicurezza delle donne. L’app risolve uno dei principali problemi degli allarmi antistupro tradizionali e dei dispositivi di sicurezza personale: la necessità di un’attivazione manuale, spesso impossibile durante un aggressione violenta.

Questa innovativa app per smartwatch utilizza l’intelligenza artificiale (IA) per rilevare se l’utente viene aggredita. L’app rileva il pericolo, invia un avviso ai contatti della donna e registra automaticamente prove, compresi dati del microfono, posizione GPS, segni vitali e movimenti, in un sistema cloud sicuro.

Il sistema basato sull’IA è stato costruito sulla base di una vasta ricerca sulle risposte rilevabili al disagio fisico e sull’analisi di migliaia di campioni di dati fisiologici e di movimento. I modelli di IA, infatti, sono in grado di distinguere gli episodi di disagio/pericolo da attività regolari come camminare.

Attualmente, gli utenti attivano l’app per viaggi specifici in cui prevedono potenziali rischi, ma le versioni future permetteranno un utilizzo continuo. I dati raccolti vengono anonimizzati e utilizzati per migliorare le prestazioni dell’app.

Più info in questo articolo pubblicato su digitalhealthglobal.com

La sicurezza passa per un’app.

È innegabile che sia questa l’era in cui il digitale trasforma e rivoluziona la nostra salute. Nel cambio di paradigma che vede il centro della cura spostarsi dalla malattia alla persona, perché allora non affidare al digitale anche la nostra sicurezza?