Dalla scorsa settimana il percorso teso a realizzare una piattaforma nazionale per la telemedicina è finalmente entrato nel vivo. Infatti, L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha pubblicato un avviso per manifestazione di interesse per la presentazione di proposte di Partnership Pubblico Privato allo scopo di affidare in concessione la “Progettazione, realizzazione e gestione dei Servizi abilitanti della Piattaforma nazionale di Telemedicina” prevista dalla Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Per comprendere meglio quale sia l’oggetto di tali provvedimenti e come quest’ultimo si inserisca negli obiettivi del PNRR, abbiamo rivolto alcune domande a riguardo ad Alberta Spreafico, Global Head of Digital Health, Innovation & Strategy di Healthware Group.
Dottoressa Spreafico, ci potrebbe chiarire in che modo questo atto di Agenas si ricollega agli obiettivi del PNRR?
Nel contesto del PNRR, la Missione 6 dedicata alla salute prevede lo sviluppo della telemedicina come un elemento funzionale per far sì che il SSN acquisisca una maggiore efficacia nel rispondere ai bisogni di cura delle persone.
In particolare, la Piattaforma Nazionale di Telemedicina rappresenta un importante presupposto non solo per perseguire l’obiettivo di sviluppare “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” (M6C1) ma anche per mirare a raggiungere le finalità di “innovazione, ricerca e digitalizzazione del SSN” (M6C2).
Il concetto di Piattaforma Nazionale è particolarmente interessante, in quanto attraverso questa infrastruttura sembra si cerchi di creare una sorta di “ecosistema digitale integrato” a supporto dei processi di Telemedicina. La definizione di questi processi, la cui implementazione dovrà tenere conto anche delle “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni di telemedicina” adottate con Accordo in Conferenza Stato Regioni il 17 dicembre 2020, vede impegnati soprattutto il Ministero della Salute, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e Agenas.
L’effettiva realizzazione di questo progetto dovrebbe permettere il conseguimento di alcuni obiettivi previsti dal PNRR come, ad esempio, l’interoperabilità e la condivisione di un linguaggio-regole-workflow comuni in grado di permettere la messa a sistema, in sicurezza, di dati clinici. Inoltre, dovrebbe rendere possibile anche la coerenza e integrazione con altri sistemi centrali fondamentali, in particolare con il Fascicolo Sanitario Elettronico.
Qual è l’obiettivo che il legislatore si propone di perseguire con l’implementazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina?
L’obiettivo principale della Piattaforma nazionale è quello di creare un livello fondamentale di interoperabilità che garantisca standard comuni ai servizi di telemedicina sviluppati dalle Regioni, valorizzando quanto già disponibile nel panorama dei contesti locali, integrando o completando il portafoglio di servizi.
Partendo da questo presupposto, potrebbe indicarci quali saranno le sue principali caratteristiche?
La piattaforma sarà cloud-based, con modelli architetturali strutturati con microservizi flessibili ed integrati. Nelle intenzioni sembra trattatarsi di una sorta di “puzzle composto”, che dovrebbe essere costituito da servizi ICT indipendenti, scalabili e facilmente integrabili tra loro e da servizi già in essere sia presso le diverse Aziende Sanitarie sia all’interno del portafoglio applicativo delle Regioni.
Ciò significa che la Piattaforma dovrebbe essere caratterizzata da dei “servizi abilitanti” centrali e dalla possibilità di integrare “servizi minimi di telemedicina” a livello regionale, o di erogare direttamente questi ultimi nel caso in cui non fossero disponibili a livello regionale.
Entrando più in dettaglio, la Piattaforma Nazionale dovrebbe quindi essere costituita da un’infrastruttura abilitante comune ed omogenea a livello nazionale, in grado di mettere a disposizione dei “servizi abilitanti” centrali ad alto contenuto tecnologico. Questo “corpo centrale” dovrebbe poi essere il fulcro su cui integrare i “Servizi minimi di telemedicina” implementati a livello regionale, i quali dovrebbero consentire l’effettiva erogazione dei servizi di telemedicina, quali la televisita, il telemonitoraggio, il teleconsulto e la teleassistenza.
A sua volta, ogni servizio di telemedicina sarà composto da micro-servizi più o meno “core”, complementari o innovativi/sperimentali.
Quindi, data la presenza di una Piattaforma Nazionale, ha ancora senso sviluppare esperienze Regionali? Come potrà avvenire la loro integrazione con la Piattaforma Nazionale?
Poiché i suoi propositi sono quelli di dover garantire, per esempio, l’interoperabilità, la cybersicurity, la coerenza con altre progettualità e infrastrutture nazionali, la flessibilità, la robustezza e la scalabilità, la Piattaforma Nazionale non dovrebbe limitare lo sviluppo di soluzioni ed esperienze Regionali di telemedicina.
Piuttosto, viene ribadita la necessità di sviluppare servizi di telemedicina a livello regionale in grado di rispettare le specificità locali. La Piattaforma Nazionale genera, invece, la necessità di rispettare degli standard comuni in modo da poter creare un “ecosistema integrato” di soluzioni e servizi di telemedicina e di poter mettere a sistema esperienze e informazioni.
Quindi, se alcune Regioni già oggi hanno esperienze e soluzioni attive, potranno lavorare affinché si integrino con la Piattaforma nazionale; e, al contempo, vi è l’opportunità e la necessità di sviluppare servizi di telemedicina e best practice, locali e scalabili, a supporto del percorso del cittadino/paziente e dell’operatore sanitario – si tratta, quindi, di moduli caratterizzati da contenuti più clinici e socio-assistenziali, rispetto alla natura più tecnologica della Piattaforma.
In un’ottica più generale, si rafforza il bisogno e l’opportunità di ripensare e generare evidenze intorno a processi, modelli e percorsi integrati, nonché dello sviluppo delle competenze, per far sì che la telemedicina possa essere adottata in modo efficace e sistemico a supporto dei percorsi e outcome di cura e di una presa in carico più olistica, continua ed integrata.
La presentazione delle proposte di partnership deve pervenire entro il 18 maggio 2022, secondo le modalità stabilite da Agenas. Inoltre, il prossimo 1 aprile avrà luogo un incontro formativo rivolto agli Operatori Economici: per poter partecipare a questo appuntamento occorre inviare via pec, all’indirizzo agenas@pec.agenas.it ed entro le ore 12.00 del 30 marzo 2022, il Modulo di Partecipazione, debitamente compilato, che è possibile scaricare dal sito Agenas.