La scorsa settimana si è tenuto a Torino il 64° Congresso della Società Italiana di Nefrologia, l’appuntamento annuale che riunisce gli specialisti del settore per condividere le novità che stanno interessando l’area terapeutica nefrologica. Il congresso, dal titolo “Con l’entusiasmo delle origini, verso nuovi orizzonti”, ha portato alla luce, infatti, interessanti interventi che si sono succeduti rivelando, a poco a poco, il filo conduttore dell’evento: innovare l’approccio clinico alla malattia nei diversi aspetti che rientrano in esso con una mentalità pronta a cogliere tutte le opportunità che si riveleranno utili per trattare i pazienti affetti da patologie renali.
Con l’entusiasmo delle origini, questa edizione del congresso riflette l’ottimismo e la volontà di guardare verso nuovi orizzonti. In un mondo che sta affrontando molteplici sfide sanitarie, il campo della nefrologia sta dimostrando di essere al passo con l’innovazione e la ricerca per migliorare la salute dei pazienti”. – Stefano Bianchi, Presidente della Società Italiana di Nefrologia
Al congresso si è discusso di novità che spaziano dalle nuove opportunità terapeutiche per il contrasto della progressione del danno renale, all’impiego della tecnologia (telemedicina e Intelligenza Artificiale in primis), dalla terapia domiciliare dei pazienti in dialisi alle ricerche di frontiera nel campo del trapianto renale.
Dopo anni di quiescenza terapeutica, la nefrologia sta oggi vivendo una proliferazione di opportunità terapeutiche per il contrasto della progressione del danno renale, molte delle quali estremamente innovative. Si trata di un’evoluzione davvero notevole, in quanto i problemi renali coinvolgono una fetta importante della popolazione, dal 7 al 10%, e sono spesso presenti anche in malattie e condizioni non renali come il diabete, l’ipertensione arteriosa e le malattie cardiovascolari oltre che in alcune malattie sistemiche.
L’importanza della telemedicina
Ma l’innovazione in nefrologia non si sta traducendo solamente nell’ingresso sul mercato di nuovi farmaci. La possibilità di curare il paziente cronico a casa è diventato un elemento cruciale per il servizio sanitario. Non solo perché con le cure domiciliari è possibile migliorare la qualità di vita delle persone, ma anche perché i centri di nefrologia possono migliorare il servizio offerto ai pazienti che non possono avvalersi di tale opzione.
Proprio per favorire la diffusione delle cure domiciliari, la telemedicina e l’Intelligenza Artificiale sono elementi decisivi. In seguito all’esperienza accumulata durante la pandemia, oggi i nefrologi italiani sono pronti a raccogliere la sfida sostenuta anche dal Pnrr nell’ottica di ri-orientare la risposta sanitaria verso un approccio domiciliare e territoriale grazie alla telemedicina e l’assistenza da remoto. Non è un caso che il gruppo di lavoro Istituto superiore di sanità-Sin stia elaborando un documento di consensus nazionale sulla telemedicina in nefrologia che ha stabilito i requisiti indispensabili per offrire servizi quali la teleassistenza, la televisita e il teleconsulto.
L’urgenza di implementare e diffondere strumenti di telemedicina per l’area nefrologica è oggi ancor più evidente a causa dell’aumento già registrato dei casi di Covid-19. Gli ospedali assistono a una nuova ondata di infezioni che, sebbene di durata e di intensità minore rispetto al periodo pandemico, possono essere molto rischiose per le popolazioni fragili come quella dei pazienti nefropatici.
Ricordiamo che la mortalità per i pazienti nefropatici era stata nella prima fase pandemica del 40%, poi drasticamente ridotta con la somministrazione dei vaccini che però non ha ridotto il tasso di trasmissione”. – Mariacristina Gregorini, Segretario Sin e Direttore Nefrologia e Dialisi Ausl- irccs di Reggio Emilia