Il mercato delle DTx è ancora giovane ma mostra già un potenziale rilevante con una crescita del 20% anno su anno nei prossimi sei

Le terapie digitali non sono una moda passeggera. Lo dicono i numeri. Quelli relativi agli investimenti, ad esempio, mostrano un trend in continua crescita. Tanto che soltanto nel 2018, a livello globale, ammontano alla cifra record di 1,8 miliardi di dollari (fonte Startup Health).

Mentre sono oltre 150 le società attive in questo campo, molte delle quali hanno già ricevuto l’approvazione da parte dei rispettivi enti regolatori. Anche in Italia qualcosa si muove, con le aziende tradizionali che cominciano a orientare i loro radar verso questi nuovi segmenti di mercato. E intanto iniziano a nascere anche le prime startup interamente dedicate alle DTx.

È il segnale che il settore della salute sta attraversando un momento di profonda trasformazione, in cui è coinvolta anche l’intera filiera del farmaco. Le nuove tecnologie stanno infatti ridisegnando il modo in cui viviamo la salute e di conseguenza anche il percorso di cura. Basti pensare, allargando un po’ il focus, che lo scorso anno si è investito nel mondo del digital health come mai prima d’ora: 14,6 miliardi di dollari.

QUANTO VALE IL MERCATO

Il mercato delle digital therapeutics (DTx) è ancora piuttosto giovane, ma mostra già un potenziale enorme. Sebbene sia difficile fare una fotografia esaustiva del solo scenario italiano, a livello globale le stime parlano di un comparto che potrebbe crescere con un tasso annuale composto (Cagr) del 20,5% nei prossimi sei anni.

Secondo un rapporto di Allied market research, il volume d’affari delle Dtx nel 2025 raggiungerà quasi gli otto miliardi di dollari (nel 2017 era di 1, 75 miliardi).

A spingere gli investimenti in questa direzione sarà soprattutto la necessità di contrastare l’aumento dei costi sanitari, ma anche l’incremento dell’incidenza delle malattie croniche sulla popolazione mondiale.

Secondo tale analisi, l’area Asia-Pacifico sarà quella che mostrerà un tasso di crescita annuo composta maggiore nei prossimi anni (Cagr 22,3% 2018-2025).

Può sembrare strano ma curarsi con un’app o un software sarà sempre più facile, proprio grazie alle terapie digitali. Spiega Roberto Ascione, CEO e Founder di Healthware Group. Questa nuova generazione di terapie può avere diversi vantaggi sull’intero sistema sanitario, non solo dal punto di vista di sostenibilità economica, ma soprattutto per la prevenzione primaria che potrà diventare più efficace e in molti casi contribuire a diminuire l’insorgenza di determinate patologie. La vera rivoluzione delle terapie digitali è che sono pensate per essere centrate sui bisogni del paziente e soprattutto validate scientificamente, cioè con lo stesso rigore che si utilizza per la convalida dei farmaci. Abilitano dunque un’intera nuova dimensione della medicina.

Per le aziende farmaceutiche le terapie digitali rappresentano un’opportunità per differenziare la propria offerta (beyond the pill) e allo stesso tempo offrire soluzioni personalizzate che favoriscono una maggiore aderenza e migliori outcome clinici dei farmaci esistenti (around the pill).

Tuttavia a investire in digital therapeutics sono soprattutto i fondi di venture capital specializzati in digital health e i fondi di corporate vc delle aziende farmaceutiche.

Tra le società che hanno raccolto la maggior quantità di investimenti – spiega Ascione – possiamo citare Proteus Digital Health, Livongo, Akili, Omada, Headspace, ma anche la francese Voluntis che ha scelto, tra le prime, la strada della quotazione in borsa a Parigi.

TERAPIE DIGITALI, DI COSA PARLIAMO

Tecnicamente si chiamano “digiceutici”, ma la formula più comunemente utilizzata è “terapie digitali”. Tali terapie si comportano come un farmaco, ma vengono erogate in associazione all’utilizzo di un’app, o più in generale di un dispositivo indossabile.

In generale, le terapie digitali possono essere utilizzate in due modi: in alternativa a un farmaco (monoterapia) o in associazione ad esso (terapia associata).

Sebbene non siamo ancora al punto in cui un’app medica potrà sostituire un medicinale, la digitalizzazione dei percorsi terapeutici procede a ritmo sostenuto e iniziano ad arrivare anche le prime approvazioni.

La Food and Drug Administration, per esempio, ha di recente approvato Reset e Bluestar, due applicazioni per il trattamento delle dipendenze e per la gestione del diabete.

A differenza delle altre numerose applicazioni per la salute digitale che si possono trovare negli store online, i digiceutici sono stati testati per l’efficacia, approvati da agenzie regolatorie e possono essere prescritti da un medico attraverso un codice a barre che permette al paziente di scaricarle per un periodo di tempo definito.

I player del mondo salute iniziano a guardare con interesse a questo mercato. Continua Ascione. Basti pensare che la Fda sta lavorando per definire metodologie strutturate per l’approvazione delle nuove terapie digitali. È sicuramente un mercato emergente che presenta ancora diversi ostacoli e limiti quali ad esempio la necessità di definire protocolli di validazione clinica o un sistema strutturato di regolamentazione.

Leggi l’intervista completa di About Pharma a Roberto Ascione, CEO di Healthware Group – da pagina 58