di , 16/05/2022

Le terapie digitali, note anche come digital therapeutics o DTx, comprendono App per smartphone, intelligenza artificiale e algoritmi. Sono dei veri e propri farmaci, anche per quanto riguarda il processo di sviluppo, che si basa sull’evidenza scientifica, ottenuta attraverso sperimentazioni cliniche controllate e randomizzate, esattamente come accade nel caso delle terapie farmacologiche tradizionali.

Ma possono davvero integrarle, quando non sostituirle? I progressi dell’ultimo decennio in diversi ambiti e settori fanno ben sperare, basti pensare a videogiochi e gaming per il trattamento di disturbi dell’attenzione, numerose App e devices per la gestione del dolore o per la gestione delle patologie croniche, sistemi di supporto all’assunzione di farmaci, sensori per la raccolta di dati biometrici o chatbot e tool di supporto per disturbi afferenti alla salute mentale.

Qualche dato

Tipologie di Terapia Digitale a disposizione degli utenti:

  • App per smartphone (42%)
  • Piattaforme web-based (26%)
  • Gaming e videogame (9%)
  • Realtà virtuale (4%)

Ambiti terapeutici di maggiore utilizzo:

  • Salute mentale (ansia e depressione) 35%
  • Malattie croniche (diabete e ipertensione) 19%
  • Lotta alle dipendenze (nicotina) 13%
  • Miglior qualità del sonno 9%

È necessario fare una precisazione: le terapie digitali tendono a dedicarsi a patologie specifiche che richiedono percorsi assistenziali lunghi. Nello specifico, la loro azione vuole influire sullo stile di vita e sulle abitudini comportamentali del paziente attraverso l’implementazione di linee guida e programmi dedicati.

Per questo, nel corso degli anni, l’utilizzo delle DTx ha avuto sempre più successo nel trattamento delle malattie croniche (dipendenze, ipertensione, asma …). Attraverso il loro utilizzo, infatti, si permette al paziente di conservare la propria indipendenza, offrendogli una terapia più economica rispetto a quelle convenzionali.

Evidenza clinica dell’efficacia delle DTx

I principali vantaggi delle DTx riguardano senza dubbio i risultati clinici immediatamente seguiti dai risparmi in termini di tempo e di fondi, che possono così essere veicolati nel miglioramento di altre terapie o attività.

Nel 2021 EndeavorRx è stato il primo videogioco a ottenere l’approvazione dell’FDA, ideato per bambini dagli 8 ai 12 anni con ADHD (un disturbo che comporta difficoltà a rimanere concentrati e a controllare il proprio comportamento).
Si tratta di un dispositivo terapeutico di tipo digitale, basato sul gioco, sviluppato per migliorare le funzioni attentive nei bambini con disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Dopo 7 anni di studi clinici condotti su 600 pazienti pediatrici, EndeavorRx ha dimostrato di poter realmente fare la differenza nella cura di questa patologia, ponendosi come un importante esempio di terapia digitale.

Come afferma la neurologa infantile Elysa Marco, di Cortica Healthcare,

Per i bambini che vivono con l’ADHD, migliorare la loro capacità di concentrazione e resistenza alla distrazione è fondamentale per le loro funzioni quotidiane e le prestazioni a scuola. A differenza dei tradizionali farmaci per ADHD, EndeavorRx è progettato per colpire specificamente la disattenzione.

Un altro recente successo in ambito di DTx, sempre negli Stati Uniti, è l’approvazione da parte della DFA di un visore che, grazie alla realtà virtuale, ottimizza film e spettacoli TV per aiutare i minori affetti da ambliopia, anche conosciuta come “occhio pigro”. Si tratta di una condizione che colpisce il 3% dei bambini e comporta che il cervello faccia più affidamento su un occhio piuttosto che sull’altro.
La terapia digitale Luminopia One offre una ricca selezione con oltre 700 ore di contenuti educativi e coinvolgenti appositamente modificati grazie ad appositi algoritmi. In questo modo, anche grazie al visore VR, diventa possibile incoraggiare il cervello a coinvolgere entrambi gli occhi.

Interessante anche il caso di RelieVRx (conosciuta come EaseVRx), un sistema di realtà virtuale immersiva che utilizza la terapia cognitivo-comportamentale per ridurre il dolore lombare cronico in pazienti adulti.
L’autorizzazione dell’FDA è arrivata in seguito a uno studio di otto settimane su 179 persone con dolore lombare che durava da sei mesi o più. Alla fine della sperimentazione, circa due terzi dei pazienti sottoposti a terapia cognitivo-comportamentale ha riportato una riduzione del dolore pari a più del 30%.
La startup che ha ideato questa DTx, AppliedVR, sta svolgendo altri test per intervenire in casi di fibromialgia, dolore post-chirurgia del ginocchio e artrite reumatoide.

Appare così chiaramente come le DTx per la terapia delle malattie croniche sia senza dubbio un campo di grande interesse, che riserva numerose sorprese per il futuro.