I termini più ricorrenti quando leggo e sento parlare di innovazione e tecnologia in digital health sono “umano” e “persone”
Questi concetti sono stati anche un comune denominatore di tutti i track della conferenza Frontiers of Interaction 2015: Fintech, Retail e Health. Rispetto a solo pochi anni fa quando sentivamo parlare di interfacce e tecnologie, quando pensavamo che saremmo diventati cyborg presto o tardi, oggi parliamo ancora di interfacce, ma queste sono progettate ed implementate per aumentare gli umani in tutti gli ambiti salute: dal quantified self al benessere, dalla diagnosi al trattamento, dalla prevenzione alla relazione medico-paziente.
Le tecnologie digitali abilitano gli umani a cavalcare la trasformazione che sta rivoluzionando tutte le industrie, inclusa quella dell’healthcare, attraverso l’adozione crescente di soluzioni di digital health come mobile health, apps, wearables, Internet of Things, community online, tecnologie dei sensori, telemedicina, cartelle cliniche informatizzate ed altre tecnologie senza fili.
Il concetto di “human” è stato prevalentemente al centro delle innovazioni tecnologiche, ma il cambiamento che sta accadendo oggi è più profondo ed è connesso al livello crescente di integrazione di queste tecnologie nelle nostre vite, stanno infatti diventando (o diventeranno?) sempre più “organiche“, come i comportamenti, i tratti genetici, le patologie.
Questo è quello che intendiamo in Healthware International quando parliamo di trasformazione. Assistiamo infatti ad una esperienza di video educazione aumentata, grazie all’integrazione di elementi multi-contenuto che ad esempio Videum.com, il portale globale di video healthcare, sta sperimentando con Shaa, la piattaforma per la realizzazione di video interattivi. Oppure alla nascita di aziende farmaceutiche digitali, come si definisce Sonormed, l’ideatore di Tinnitracks, il software per il trattamento dell’acufene. Oppure a come le immagini e l’internet delle cose possono aumentare l’esperienza del quantified self con Narrative, una macchina fotografica che riprende i momenti della nostra giornata e che ci ricorda quanto tempo abbiamo speso al lavoro o con le nostre famiglie, e ci dà elementi di feedback sulla qualità delle nostre relazioni sociali osservando se chi ci ha accompagnato durate la giornata è triste o felice quando ci guarda.
La democratizzazione delle soluzioni di digital health è parte integrante di questa trasformazione
Jeff Dachis, dopo la diagnosi di diabete di tipo 1, ha iniziato con la ricerca di strumenti di supporto ma si è scontrato con un sistema frammentario della gestione della patologia. Sperimentando in prima persona il senso della trasformazione per la quale il potere di gestione della malattia si sta spostando dal medico al paziente, Jeff è diventato protagonista di questo cambio di paradigma creando OneDrop, un’applicazione per la gestione del diabete ed una community di supporto grazie alla quale i malati di diabete si prendono cura di sé grazie alla gestione dei propri dati (data-driven self care).
OneDrop e il suo glucometro – prodotti di lifestyle – stanno cambiando la percezione del diabete, coinvolgendo gli utenti nella creazione di una community attiva e supportiva. Va detto, inoltre, che l’app è free negli Stati Uniti se si è in possesso dell’assicurazione.
Jeff ha creato l’ambiente ideale per favorire un nuovo modello di interazione, la crowd-sourced health, per la quale i pazienti saranno sempre più educati nella gestione e nel supporto dei malati come loro. È l’evoluzione della community, diventa essa stessa cura. E laddove la dematerializzazione e la digitalizzazione garantiscono la democratizzazione, ci sarà la possibilità di avere una salute migliore, accessibile a tutti.
Gli attori principali del settore salute dovranno anch’essi seguire questa trasformazione, stabilire connessioni solide con startups ed innovazione, al fine di diventare produttori non solo di farmaci, ma di outcomes, diagnostica e soluzioni digitali.