di , 05/09/2022

Con il termine “telepatologia” si intende la pratica della patologia a distanza, distanza che viene colmata grazie ad un sistema di telecomunicazione e che può variare dai pochi metri che separano due stanze vicine nello stesso edificio alle migliaia di chilometri tra istituzioni geograficamente lontane.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad enormi sviluppi in questo campo. Grazie alle nuove tecnologie di digitalizzazione e di telecomunicazione è oggi possibile trasformare i classici vetrini con preparati cito-istologici, tradizionalmente visti al microscopio, in immagini digitali, visibili al computer. Le immagini ottenute grazie al processo di digitalizzazione sono vere e proprie copie fedeli dei vetrini originali ed è possibile analizzarle a diversi ingrandimenti e mettendo a fuoco le zone di particolare interesse, proprio come avviene con i microscopi convenzionali.

La telepatologia in questi anni ha dimostrato ampiamente la sua versatilità, essendo stata applicata in diversi ambiti, tra cui:

  • interpretazione a distanza per la diagnosi primaria (telediagnosi);
  • richiesta di parere, seconde opinioni o consultazioni (teleconsulto);
  • ricerca ed educazione (uso accademico);
  • valutazione dei preparati in sede di discussione multidisciplinare (gruppi multidisciplinari);
  • revisione cito/istologica per arruolamento nei trial clinici (uso sperimentazione clinica).

Anche in Italia la telepatologia ha mostrato dei vantaggi significativi sia per l’ottimizzazione dell’attività di reparto sia in termini di resa diagnostica (e prognostico/predittiva) per i pazienti, con particolare riferimento a quelli con problematiche oncologiche.

Telepatologia in Alto Adige

Nella regione settentrionale italiana dell’Alto Adige le ampie distanze geografiche e i conseguenti costi per il sistema sanitario di avere un patologo itinerante che coprisse le consultazioni intraoperatorie negli ospedali periferici è stato un fattore chiave per l’implementazione di un sistema di telepatologia. Nel 2010 sono stati quindi acquisiti quattro scanner, distribuiti in ospedali periferici, per permettere la digitalizzazione dei preparati istologici prelevati dai pazienti per la cosiddetta “diagnosi intraoperatoria”. Durante un intervento chirurgico, infatti, è possibile valutare una serie di parametri, come la radicalità dell’escissione tumorale e la negatività dei margini di resezione, mediante l’esecuzione di un piccolo prelievo di tessuto che viene analizzato tempestivamente dal patologo in pochi minuti. In quest’ambito la telepatologia permette di eseguire tale valutazione in tempo reale anche a distanza. A 12 anni di distanza dal primo utilizzo, i risultati raggiunti sono stati molto positivi, con oltre duemila consultazioni intraoperatorie eseguite tramite telepatologia. In oltre la metà dei casi la diagnosi intraoperatoria ha riguardato l’analisi di linfonodi sentinella del seno, seguiti poi da campioni urologici, ginecologici e gastrointestinali. Mediamente il tempo di scansione di un vetrino è stato inferiore ai cinque minuti e il tempo totale per una valutazione intraoperatoria si è aggirato tra i 10 e i 30 minuti. Anche da un punto di vista economico l’introduzione della telepatologia ha portato benefici per il sistema sanitario nazionale. Dopo il costo iniziale di 250.000€ per la messa a punto dell’intero sistema di telepatologia (quattro scanner, computer con monitor e tempo dedicato alla formazione), è stato stimato un risparmio previsto di oltre 40.000€/anno, grazie a una migliore razionalizzazione delle attività del personale e alla cessazione delle spese di viaggio. I risultati dell’utilizzo per oltre dieci anni della telepatologia per consultazioni intraoperatorie a distanza in Alto Adige hanno dimostrato non solo la fattibilità e la sicurezza dell’utilizzo di tale sistema in un territorio geograficamente complesso, ma anche i vantaggi legati alla qualità delle diagnosi cliniche, all’accesso dei pazienti alle cure specialistiche e al risparmio economico.

Telepatologia nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania

Nella provincia di Catania è stato sviluppato un approccio combinato molecolare-digitale allo screening del carcinoma cervico-vaginale. Il progetto coinvolge attualmente 51 punti di prelievo ospedalieri e territoriali. Il campionamento avviene nei punti di prelievo, dopodiché ogni campione viene pre-accettato in una piattaforma digitale dedicata e poi trasferito presso il laboratorio centrale. Dai casi risultati positivi all’HPV si allestisce un vetrino che viene poi digitalizzato e lo screening morfologico avviene così in un laboratorio distante 90 km. Da fine gennaio a marzo 2022 sono stati raccolti oltre 4300 campioni citologici cervico-vaginali, di cui oltre 450 positivi per HPV ad alto rischio. Attualmente il tempo medio di scansione per ogni singolo vetrino è di circa tre minuti e grazie alla telepatologia i tempi di diagnosi si sono ridotti a tre giorni lavorativi per le diagnosi molecolari e a quattro giorni lavorativi per la valutazione citologica. L’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania nel prossimo futuro prevede l’applicazione di algoritmi di Intelligenza Artificiale al sistema per lo screening in tempo reale, attraverso cui sarà possibile da un lato fornire uno strumento per sopperire alla mancanza di personale dedicato alla lettura dei preparati citologici e dall’altro introdurre un ulteriore meccanismo di controllo di qualità. Grazie a questo progetto l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania è risultata uno dei finalisti del Premio Innovazione Digitale in Sanità 2022 promosso dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano.

La telepatologia si è quindi rivelata un prezioso alleato sia nell’ambito della prevenzione che per consultazioni intraoperatorie, dimostrando quanto un tale sistema possa favorire una maggiore velocità di diagnosi, un migliore accesso alle cure anche in territori geograficamente complessi e perfino un risparmio economico. Nei prossimi anni è lecito aspettarsi un ulteriore sviluppo di queste tecnologie che porteranno sempre maggiori vantaggi a tutti i soggetti coinvolti nei percorsi di prevenzione e cura: cittadini, pazienti, medici e personale sanitario e l’intero sistema sanitario nazionale.

Bibliografia:

  • Fraggetta F et al. 13° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, Capitolo 21. 2021
  • Girolami I et al. Frozen section telepathology service: Efficiency and benefits of an e-health policy in South Tyrol. Digit Health. 2022
  • Politecnico di Milano – Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità. «Sanità digitale: ora serve un cambio di marcia!», Maggio 2022