In vista del Consiglio UE Telecomunicazioni del 6 giugno, Spagna, Francia e Grecia hanno presentato un documento congiunto che propone misure concrete per proteggere i minori dai rischi legati all’uso delle piattaforme digitali. Il testo, definito un “non-paper”, si fonda su tre pilastri: verifica dell’età, design adeguato all’età e introduzione di una maggiore età digitale comune a livello europeo.
I tre Paesi denunciano come molte piattaforme siano progettate per catturare l’attenzione degli utenti, esponendo i più giovani a contenuti dannosi e meccanismi assuefacenti. Tra gli effetti negativi citati: ansia, depressione, problemi di autostima e isolamento sociale. “Dobbiamo assicurarci che il mondo digitale rimanga uno spazio di crescita e creatività, non una minaccia alla salute dei minori”, si legge nel documento.
I numeri dell’allarme
Secondo l’ultimo rapporto dell’OMS Europa, l’11% degli adolescenti europei mostra segni di uso problematico dei social media, con picchi del 14% in Italia. Le ragazze risultano più colpite (13%) rispetto ai ragazzi (9%). Inoltre, oltre un terzo (36%) dei giovani ha contatti costanti con gli amici online, e il 12% è a rischio di dipendenza da videogiochi 1.
L’UNICEF stima che oltre 11 milioni di bambini e adolescenti nell’Unione Europea soffrano di disturbi psichici, aggravati dall’uso eccessivo della tecnologia e dalla pressione sociale online 2.
Le proposte concrete
Tra le misure richieste:
- Verifica obbligatoria dell’età tramite strumenti come il “mini-wallet” digitale;
- Controlli parentali integrati su tutti i dispositivi con accesso a Internet;
- Norme europee sul design per limitare elementi persuasivi come autoplay, pop-up e personalizzazione eccessiva;
- Età minima comune per l’accesso ai social, con Francia e Grecia favorevoli a fissarla a 15 anni.
Il documento sottolinea che, nonostante strumenti come il GDPR e il Digital Services Act, “molto resta da fare” per garantire un ambiente digitale sicuro per i più giovani.