di , 28/09/2016

La realtà virtuale arriva in soccorso del mondo reale. Ebbene sì, siamo a una svolta. Quella che qualsiasi film di fantascienza ha già paventato da 50 anni in qua.
O meglio, la RV trova finalmente posto tra le tecnologie che possono migliorare la vita di pazienti e, perché no, anche di medici e operatori sanitari.
Le applicazioni, infatti, sono molteplici e non riguardano certo solo il mondo dei geeks appassionati di tecnologia e videogiochi.
La notizia viene da lontano, ma non troppo. E soprattutto non è pura teoria.
In America, infatti, i medici  di alcune strutture ospedaliere utilizzano la RV per alleviare il dolore dei pazienti.
L’idea è che anche il dolore più forte può essere alleviato manipolando il modo in cui la mente umana funziona: quanto più ci si concentra sul dolore, tanto più forte lo si sente.
Se si sovraccarica il cervello con un gran numero di input sensoriali – come ad esempio con l’immersione nella realtà virtuale – la sua capacità di elaborare il dolore, di esserne cosciente, tende a scemare.
L’approccio è completamente nuovo e in via sperimentale, ma i sostenitori dell’utilizzo della RV in ambito medico la definiscono come un trattamento efficace per tutto, dall’Alzheimer al dolore cronico, dalla depressione alle fobie.
Grazie alla gara in corso tra aziende come Facebook, Sony e HTC per l’uso dei visori di RV, il prezzo dell’apparecchiatura è diminuito, rendendoli un’opzione di gran lunga più conveniente che mantenere un paziente un giorno in più in ospedale.

La convenienza rende la RV un esperimento interessante per alcuni ospedali. Le cure ospedaliere rappresentano il 30% del costo annuale relativo alle spese sanitarie negli Stati Uniti. Il prezzo del visore e del software per utilizzarlo è di gran lunga più conveniente se paragonato al costo della degenza del paziente per un giorno in più. Se l’utilizzo della RV potrebbe portare ad una dimissione più veloce dall’ospedale, allora potrebbe rappresentare un buon investimento.
[Dr. Brennan Spiegel, gastroenterologo presso l’ospedale Cedars-Sinai, Los Angeles]

Secondo i fautori dell’utilizzo della RV il vantaggio più grande riguarderebbe la dismissione di quei farmaci che con il tempo possono portare ad assuefazione e dipendenza. Ma la strada è ancora lunga da percorrere. Cosa accade in caso di dolore cronico? L’effetto del visore continuerà anche dopo?

Sappiamo che le tecniche di rilassamento come l’ipnosi, lo yoga e la meditazione diminuiscono la percezione del dolore, in questo senso la RV ha un sacco di promesse, ma è troppo presto per definirla come uno standard di cura. E’ una tecnologia ancora troppo giovane.
[Houman Danesh, Direttore della gestione del dolore integrativa presso il Mount Sinai Hospital di New York]

Prima che la RV sia ampiamente accettata come metodo di sollievo dal dolore, c’è ancora tanta strada da percorrere.
Il dottor Brennan Spiegel, gastroenterologo presso il Cedars-Sinai e direttore della ricerca dei servizi sanitari presso l’ospedale di Los Angeles, sta per iniziare uno studio sui suoi pazienti sull’utilizzo della realtà virtuale per alleviare il loro dolore.
Finora ha registrato reazioni molto diverse: i pazienti più anziani tendono a non accettarla di buon grado rispetto a quelli più giovani. Un paziente terminale ha rifiutato anche di prenderla in considerazione. Una donna, che soffriva di dolori addominali, ha ottenuto un sollievo così immediato che, tornata a casa, ha comprato un suo visore per RV.

Nell’attesa, vi invito a leggere questo articolo di Fabio Spacagna, Senior Creative Technologist per Healthware International, sul ritorno in auge della Realtà Virtuale.