Giovane, ambiziosa, innovativa: è Paperbox, startup che si sta facendo notare nel settore della salute pediatrica grazie a proposte destinate a rivoluzionare il mondo dei DSA. Ti raccontiamo la sua storia: dai suoi fondatori e collaboratori, a DINO, videogioco per individuare fattori di rischio della dislessia nei bambini a partire dai 5 anni, che ha ottenuto ufficialmente il pratrocinio di AID, e gli innovativi servizi di teleriabilitazione con specialisti.

Alcune realtà aziendali nascono grazie all’incontro di menti talentuose che condividono un’idea progettuale innovativa. Le tre menti talentuose sono di Francesco Garosci, Giacomo Pratesi e Francesco Trovato. L’idea progettuale innovativa è una sfida che riguarda la salute pediatrica, in particolare i DSA – disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia). Il nome della realtà aziendale è Paperbox – e adesso ti raccontiamo la sua storia, come è nata, cosa offre di speciale e unico, chi ne fa parte.

C’ERA UNA VOLTA A TORINO: LA NASCITA DI PAPERBOX

Nella vita, molti successi derivano dall’incontro delle persone giuste al posto giusto e al momento giusto. Le persone giuste: Francesco Garosci, Giacomo Pratesi e Francesco Trovato, tre giovani imprenditori con esperienze e competenze in diversi settori. Il posto giusto: l’OGR Tech di Torino, hub che si occupa di innovazione, accelerazione d’impresa e ricerca scientifica. Il momento giusto: il programma di venture building Vento, ideato e organizzato da SEI School of Entrepreneurship & Innovation nel 2022, per permettere a promettenti imprenditori di unirsi e risolvere insieme delle sfide cruciali per la società attraverso l’innovazione.

Il trio ha dato vita e lavorato al progetto Paperbox tra febbraio e giugno 2022, con grande entusiasmo e successo. Il progetto è stato infatti scelto per far parte dell’hub di Microsoft for Startups, piattaforma che aiuta le nuove startup a realizzare la propria idea di business. Paperbox ha poi preso parte alla prima edizione italiana di “VITA Digital health accelerator”, un acceleratore verticale nelle terapie digitali.

UN TEAM DI PROFESSIONISTI IN ESPANSIONE

I tre fondatori hanno esperienze professionali e specializzazioni variegate: Francesco Garosci è un manager con una laurea in Economia, Giacomo Pratesi è un fisico specializzato in ricerca clinica e market access di dispositivi medici, Francesco Trovato è un ingegnere industriale con un Master in Business Administration.

Fa parte del gruppo anche Rosaroberta Marini, logopedista esperta in neuropsicologia dell’età evolutiva, la cui presenza aggiunge al team forze e skills altamente specializzate, con un obiettivo sanitario comune.

Fin dalla sua nascita, Paperbox ha avuto il supporto entusiasta e la collaborazione continua di esperti riconosciuti nel panorama scientifico del settore. Alcuni nomi: il neuropsichiatra infantile Sergio Messina, l’insegnante e formatrice AID esperta di DSA Maria Enrica Bianchi, la docente universitaria e formatrice AID Barbara Urdanch, la logopedista e psicologa Sivia Santacaterina e il ricercatore in ingegneria biomedica Davide Piaggio.

Ad oggi, tra i vari partner di Paperbox ci sono importanti imprese come Angelini Ventures, che segue Paperbox sin dagli albori, supportando la crescita del team e fornendo supporto strategico a fronte della conoscenza del contesto delle startup healthcare, il progetto Agenda della disabilità a cui la Paperbox ha aderito, e l’AID, Associazione Italiana Dislessia.

Oggi Paperbox è parte del programma VITA – Digital Health Accelerator, il primo di accelerazione verticale sul digital health in Italia che, con il suo supporto, sta guidando Paperbox nella sua crescita nel panorama dell’healthcare, con particolare riguardo all’accesso al mercato di DINO.

Paperbox ha di recente allargato il suo team, che adesso comprende anche Kaan Yilmaz, programmatore di videogiochi e Gamification expert che si occupa dello sviluppo del videogioco DINO, ed Erika Franco, Communication & Media expert che si occupa di curare l’identità dell’azienda e del brand.

ACCESSIBILITÀ, LA MISSION DI PAPERBOX IN AMBITO DSA

L’obiettivo di Paperbox è pragmatico e inclusivo: rimuovere barriere di accessibilità troppo alte nel riconoscere un DSA e proporre un successivo intervento terapeutico. In caso di sospetto DSA, la fase di identificazione è ancora poco accessibile: spesso l’identificazione e conseguente diagnosi arriva tardi, è lenta, faticosa. Lo stesso vale per i percorsi di riabilitazione: poco accessibili per i costi o per le richieste di spostamento per raggiungere i luoghi della terapia. Per questo, Paperbox si prefigge di offrire strumenti concreti per rendere accessibili:

  • l’identificazione precoce degli indici di rischio della dislessia, già in età prescolare, ossia prima che il bambino inizi la scuola primaria di primo grado (dove avviene la diagnosi vera e propria, a partire dalla fine del secondo anno);
  • il percorso di potenziamento, che può essere avviato anche prima dei 7 anni, e di riabilitazione terapeutica che ne segue;
  • Il percorso di riabilitazione terapeutica a seguito della diagnosi.

SCREENING PER I DSA: UN VIDEOGIOCO INNOVATIVO

Cominciamo dall’identificazione precoce di sintomi di dislessia nei bambini, prima che comincino la scuola. Paperbox la rende possibile attraverso uno strumento tecnologico innovativo. L’azienda propone un prodotto del tutto nuovo, DINO, un videogioco di screening che ha queste caratteristiche:

  • è concreto: nasce dall’analisi di un problema reale e diffuso, ossia un DSA che viene identificato tardi, oltre la fine del secondo anno di scuola primaria;
  • è rivoluzionario: identifica gli indici di rischio della dislessia a partire dai 5 anni, in maniera veloce;
  • è affidabile e divertente: è conforme ai principi clinici e scientifici delle più recenti normative del Ministero della Salute (Novembre 2021). I fattori di rischio vengono identificati tramite una serie di prove basate su livelli di gioco sviluppati da Paperbox secondo lo stato dell’arte attuale della letteratura scientifica del neurosviluppo;
  • è accessibile ed economico: destinato alle famiglie, alle scuole, alle figure sanitarie, con costi contenuti.

IL VIDEOGIOCO DINO: PRESENTE E FUTURO

DINO è in fase di testing. Il gioco è frutto di un approfondito periodo di ricerca e studio del team di Paperbox assieme a esperti di vari settori. Per il momento, DINO è finalizzato a individuare un primo sospetto di dislessia. L’obiettivo, però, è di espanderne le applicazioni, così che, nel lungo termine, riesca a identificare, sempre in maniera veloce, economica, divertente, accessibile:

  • tutti i disturbi specifici dell’apprendimento – non solo dislessia ma anche disgrafia, disortografia e discalculia;
  • in una fase successiva, disordini cognitivi di altro tipo.

Ma non solo:

  • sono previste fasi di testing preclinico nelle scuole e una fase di testing clinico su un campione focalizzato patologico nelle cliniche e negli istituti con cui Paperbox è in contatto sul territorio nazionale e internazionale;
  • queste fasi di testing sono fondamentali, poiché DINO mira a diventare il primo screening digitale ufficialmente riconosciuto come dispositivo medico.

La buona notizia, è che è già possibile entrare in contatto con DINO in vari modi. Per esempio:

  • per le scuole e gli specialisti sanitari: partecipare al test preclinico o clinico;
  • per gli specialisti sanitari: fare un preordine online.

LA COLLABORAZIONE CON AID: UNA STORIA CHE VA AL DI LÀ DEL PATROCINIO

Paperbox Health nasce da un’idea imprenditoriale dei suoi soci fondatori, ma è innegabile come il contributo di alcune persone, fortemente legate all’ambiente di AID, abbiano permesso alla startup di creare e sviluppare quello che oggi è DINO: il primo videogioco in testing per l’identificazione precoce dei DSA.

Sergio Messina prima, Maria Enrica Bianchi e Barbara Urdanch poi, hanno deciso, guidati principalmente dalla passione e riconoscendo il potenziale impatto di DINO nei processi di identificazione dei DSA, di sostenere il team di Paperbox nella sua creazione.

Oggi DINO viene supportato anche da AID, la maggiore associazione Italiana nell’ambito dei DSA, che ufficializza il patrocinio al progetto sviluppato da Paperbox, esprimendo la volontà di voler contribuire al raggiungimento dei prossimi traguardi, primo su tutti la fase di test pre-clinica.

Questo è un passo di grande importanza, perché evidenzia la necessità a livello nazionale di rivoluzionare il metodo in cui vengono riconosciuti i casi di DSA, e vede in DINO il potenziale necessario per avere un impatto significativo sui processi e sulle modalità di identificazione dei DSA.

DALLO SCREENING AI RIMEDI: UNA PIATTAFORMA INNOVATIVA

Paperbox non si occupa soltanto di rendere accessibile la fase di identificazione di un DSA già nei bambini di 5 anni. Vuole rendere accessibile anche il successivo percorso di potenziamento e riabilitazione terapeutica. Lo fa attraverso uno strumento tecnologico ancora una volta innovativo, una piattaforma di teleconsulenza psicologica. Una volta identificati indici di rischio di dislessia, l’azienda offre consulenze e sedute di teleriabilitazione e potenziamento a cura di specialisti sanitari esperti di DSA. Le sedute avvengono da remoto, in modo da essere accessibili con comodità, da casa, in vari momenti della giornata. Gli specialisti sono disponibili per un confronto online anche solo in caso di domande, curiosità, dubbi.

Scopri di più su Paperbox Health sul sito dell’azienda.