L’innovazione entra nei programmi di Corporate Social Responsibility di Gilead Italia: lo scorso 13 ottobre accanto ai progetti presentati per i due programmi storici dell’azienda biofarmaceutica, il Fellowship Program e il Community Award, per la prima volta sono stati premiati i progetti presentati per il Digital Health Program. La cerimonia di premiazione è stata anche l’occasione per fare il punto su come la tecnologia e la ricerca potranno influenzare il futuro della medicina e della sanità
Accanto a Ricerca e Comunità, nelle pratiche di Corporate Social Responsibility portate avanti da Gilead Sciences da quest’anno compare un altro termine sempre più importante e sempre più ricercato dagli stakeholders che operano nelle industry che fanno riferimento alle Life Sciences: Innovazione.
La grande novità che ha caratterizzato la cerimonia di premiazione dei vincitori dei bandi di concorso promossi da Gilead Italia finalizzati al miglioramento della qualità di vita che ha avuto luogo lo scorso 13 ottobre a Milano è stata proprio l’innovazione digitale, alla quale per il primo anno è stato dedicato un premio, il Digital Health Program, che si è affiancato a quelli “storici”, il Fellowship Program e il Community Award, dedicati rispettivamente alla Ricerca e alla Comunità.
La caratteristica principale del Digital Health Program è che esso è rivolto a tutti i progetti di Digital Health,
Ovvero servizi e strumenti che, attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), siano finalizzati a migliorare l’outcome, la qualità di vita e l’assistenza terapeutica dei pazienti da HIV, Epatiti, Infezioni Funginee Invasive e Patologie Oncoematologiche.
I progetti premiati nell’ambito del Digital Health Program sono stati sette:
- Utilizzo di supporti informatici per la valutazione e il monitoraggio degli inibitori delle chinasi in corso per il trattamento per Leucemia Linfoide Cronica e Linfoma Follicolare condotta dall’Università Campus Bio-Medico di Roma;
- Impatto sull’accessibilità al trapianto di fegato per pazienti con cirrosi epatica HCV o HBV relata, con o senza epatocarcinoma, del primo sistema web di riferimento elettronico (eRefferal)ai centri di Trapianto condotta dall’Università La Sapienza di Roma;
- Sviluppo di un prototipo di telemedicina digitale per il monitoraggio dei pazienti onco-ematologici in fase post-chemioterapica portato avanti dall’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II”;
- Doctor-Apollo: il Bot entra nella pratica clinica come interfaccia medico-paziente-caregiver nella gestione a lungo termine della persona HIV+ portata avanti dall’Università La Sapienza di Roma;
- EmatoClick: un nuovo APProccio comunicativo condotta dall’AIL Cosenza e dalla Fondazione Amelia Scorza ONLUS;
- MEDITERRANEO: Digital prevention of HIV, HBV e HCV proposto dall’Associazione Terra Amica Onslus;
- PREP & WEB COUNSELING. Creazione del sito “web-PReP 2.0” della Fondazione CEIS ONLUS
La cerimonia di premiazione è stata anche l’occasione perla presentazione di un’indagine sull’innovazione condotta da Gfk-Eurisko da parte di Isabella Cecchini. I risultati di questa ricerca hanno evidenziato che il 70% degli italiani possiede una buona conoscenza di quali siano le innovazioni in ambito medico, e ha offerto la misura quantitativa di quali siano le aspettative sul miglioramento nelle diagnosi, nelle cura delle malattie e nello sviluppo di nuovi farmaci. Sono state individuate delle aree di intervento nella possibilità di garantire una migliore qualità di vita e una relazione più proficua con il medico, mentre l’introduzione e la diffusione delle cartelle cliniche informatizzate e della telemedicina sono ritenuti i principali mezzi per ottenere tali risultati, insieme all’utilizzo delle tecnologie digital mobile nella comunicazione medico-paziente. Tuttavia quest’ultima modalità non è considerata sostitutiva rispetto a quello attuale, ma integrativa ad esso.
Da segnalare anche l’intervento del Professor David Orban della Singularity University, il quale nelle fasi di chiusura della parte di cerimonia dedicata al dibattito ha voluto offrire una fotografia chiara e obiettiva su ciò che ci aspetta nel prossimo futuro e sulle problematiche che non solo i cittadini-utenti ma anche le istituzioni, soprattutto in ambito regolatorio, dovranno aspettarsi nei prossimi anni.
Innovazioni come stampa 3D, Internet of Things, realtà aumentata, intelligenza artificiale, robotica sono solo alcuni degli ambiti che nel giro qualche anno possono avere un impatto realmente importante sulla gestione di buona parte degli aspetti della salute umana. Il problema sta nel fatto che, nonostante siano tutte tecnologie disponibili già oggi o perché in fase avanzata di sperimentazione o perché già sul mercato, le istituzioni e gli enti regolatori sembrano prendere tempo nel delineare un quadro normativo che permetta di individuare e far rispettare quelle regole necessarie a far sì che la tecnologia possa convivere con le necessità di garantire la riservatezza dei dati e la sicurezza degli algoritmi utilizzati.