di , 29/01/2018

The Growing Value of Digital Health: il report IQVIA dedicato a digital health e health device

IQVIA Insitute ha pubblicato uno studio che descrive quali sono le attuali caratteristiche delle digital health app e degli health device (con un’attenzione particolare al mercato statunitense), analizzando anche i possibili vantaggi che potrebbero apportare nella gestione determinate categorie di pazienti, ai medici e all’intero sistema sanitario

Il mondo delle app e dei device indossabili dedicati alla salute e al benessere fisico e mentale è ancora in piena evoluzione. Orientarsi al suo interno è diventato estremamente complicato, soprattutto per coloro che hanno intenzione di entrare in questo business con una propria iniziativa imprenditoriale e vorrebbe disporre di una realistica rappresentazione di quale sia lo scenario del mercato nel quale andranno ad inserirsi.

Lo studio intitolato “The Growing Value of Digital Health” pubblicato da IQVIA Institute, stima che nel 2017 erano disponibili a livello globale più di 318.000 health app e 340 wearable device dedicati a salute nel segmento consumer, e che più di 200 app ogni giorno vengono rese disponibili al pubblico.

Proprio questo rapporto del Novembre 2017, redatto da Murray Aitken, Deanna Nass e Brian Clancy, può essere uno strumento utile per comprendere quale sono le caratteristiche e le cifre che contraddistinguono l’offerta di questo mercato e quali possono essere le opportunità e le minacce che esso presenta. Giunto alla terza edizione (la prima è del 2013 e la seconda del 2015), esso contiene tutta una serie di informazioni utili per capire quale sia stata l’evoluzione della digital health nel negli ultimi cinque anni.

Due categorie di Apps

Per rendere più agevole il lavoro di analisi, le digital health app sono suddivise in due categorie:

  • le Wellness Management apps, vale a dire tutte quelle applicazioni che agevolano il monitoraggio e l’adozione di comportamenti corretti per la salute e il benessere fisico e mentale;
  • le Health Condition Management apps, che forniscono informazioni sulle patologie e rendono disponibili dati per accedere ai trattamenti.

Rispetto al 2015, il peso di queste due categorie ha subito dei sensibili cambiamenti: le Wellness Management app hanno visto ridurre la loro quota sul totale (dal 73% del 2015 al 60% del 2017) in seguito al forte calo (-10%) della percentuale di app dedicate all’esercizio fisico, ad indicare una certa saturazione nell’offerta per questo specifico segmento; mentre, di conseguenza, le Health Condition Management app hanno aumentato la loro quota del 13% sul totale (dal 27% al 40%) grazie soprattutto alla crescita dei segmenti dei reminder medici (+4%) e delle app specifiche per patologia (+6%). Riguardo questo ultimo segmento, il 55% delle app presenti in esso è dedicato a sole tre aree terapeutiche: salute mentale (28%), diabete (16%), sistema cardiocircolatorio (11%).

Impressiona il dato di concentrazione: esaminando tutte le app su Google Play Store, solo 41 di esse (pari al 0,03% del totale) superano i 10 milioni di download: ciò indica che quando mancano raccomandazioni in proposito da parte di professionisti sanitari, i consumatori scelgono le app basandosi sulla loro popolarità e sul numero di download.

Anche dall’analisi dati dei biosensori indossabili si ottengono delle indicazioni molto interessanti: il 47% dei 344 wearable sensors disponibili sul mercato sono fitness tracker (il 13% sono smartwatches) e nonostante i dispositivi per il monitoraggio dell’attività fisica sono di gran lunga ancora quelli maggiormente presenti sul mercato, già oggi inizia a diffondersi una classe di device in grado di monitorare informazioni di salute utili nella gestione di determinate patologie (tasso di glicemia, pressione sanguigna, battito cardiaco, etc…).

Digital sensors linked to apps are bringing innovation in three key areas: encouraging adherence through the development of smart devices; improving patient care through the development of digital diagnostics, and transforming clinical trials by enabling new humancentered study designs.

Nel rapporto si sottolinea come si stia tentando di integrare gradualmente le digital health app e ai biosensori indossabili nei percorsi diagnostici dei pazienti così da essere in grado di generare del valore sia per questi ultimi che per i medici. Le app e i sensori sono quindi stati suddivisi in quattro aree ben precise che caratterizzano questi percorsi: esercizio fisico e prevenzione, informazione, automonitoraggio, e accesso farmaci e autocura. In tal modo si è reso più agevole tutto il relativo lavoro di analisi costo/beneficio.

La Digital Health negli Stati Uniti

Riportando la situazione degli USA, negli ultimi dieci anni gli studi sull’efficacia delle digital health app sono letteralmente esplosi: sui 571 effettuati in questo periodo, ben 138 sono stati svolti nel solo 2017, con una netta prevalenza di quelli osservazionali e dei trial randomizzati. Grazie ai dati ricavati da queste ricerche (e soprattutto da quelle rafforzate da una certa maturità di monitoraggio), attualmente ci sono delle digital app ricomprese in tre categorie (quelle dedicate al diabete, depressione e ansia) che sono candidate ad essere incluse nelle linee guida cliniche.

Of the top 25 apps, 80% have at least one positive observational study demonstrating clinical efficacy, over half connect to an external sensor, one quarter are not publicly available to patients and one fifth are FDA-cleared.

Inoltre, il rapporto stima in 7 miliardi di Dollari il risparmio annuale per il sistema sanitario americano dovuti all’uso di digital health app in cinque popolazioni di pazienti (prevenzione del diabete, diabete, asma, riabilitazione cardiaca, riabilitazione polmonare) laddove queste abbiano fornito prove della loro effettiva capacità di limitare il ricorso a trattamenti nella fase acuta della malattia. Se tale livello di risparmio fosse esteso a tutte le classi di pazienti, il rapporto stima un risparmio di 46 miliardi di Dollari per l’intero sistema sanitario statunitense.

Tuttavia, la strada da percorrere per la digital health è ancora lunga, anche in un mercato molto avanzato a riguardo come quello a stelle e strisce. Infatti, ad oggi solo il 26% dei medici statunitensi raccomanda l’utilizzo di applicazioni tecnologiche ai propri pazienti, e solamente il 13% di essi l’impiego di dispositivi di monitoraggio in remoto. Le ragioni di questa scarsa propensione a consigliare il ricorso a strumenti di digital health è dovuta a molteplici questioni, ma in particolare alla permanenza di dubbi relativi alla privacy e al trattamento dei dati, e, soprattutto, alla difficoltà nell’integrare le digital health app con le varie attività che caratterizzano i flussi di lavoro della professione medica.

Nonostante ciò, gli investimenti fatti fino ad oggi stanno consentendo di superare le fasi pilota, tanto che si stima che attualmente il 20% delle soluzioni a più largo utilizzo abbiano ormai superato questa fase e siano approdate a quella di lancio. Partendo da questo dato, non paiono irrealistiche le conclusioni dello studio: entro i prossimi cinque anni esso prevede che i principali strumenti di digital health supereranno le fasi pilota e che entro i prossimi 15 anni questi ultimi saranno di effettivo aiuto per il trattamento dei pazienti.