La telemedicina è stata protagonista nel 2020 e nel 2021 quando i sistemi sanitari hanno dovuto affrontare le conseguenze della pandemia, ma è probabile che quest’anno veda grandi cambiamenti nel settore dopo un periodo di crescita vertiginosa.
Secondo un rapporto del Boston Consulting Group Digital Ventures nel 2022 vedremo una maggiore enfasi sullo scalare delle risorse e delle infrastrutture esistenti con l’obiettivo di fornire cure ovunque.
In particolare, assisteremo ad uno sviluppo sempre maggiore dei servizi di telemedicina, come è accaduto nel 2020 per la fusione da 18,5 miliardi di dollari tra Livongo e Teladoc. Un’acquisizione che ha unito la telemedicina e il monitoraggio remoto dei pazienti in un servizio unico offerto da una sola azienda.
Indipendentemente dalla categoria in cui operano, le organizzazioni sanitarie digitali dovranno creare una continuità di servizio end-to-end se vogliono offrire ai loro clienti quello che si aspettano.
Secondo il rapporto, i vincitori della categoria saranno quelle aziende con piattaforme che sono in grado di individuare rapidamente e in modo affidabile quando un paziente ha bisogno di passare dall’assistenza remota a quella frontale.
Questo perché c’è un piccolo ma crescente numero di casi in cui le condizioni vengono trascurate nelle consultazioni virtuali, così come la frustrazione da parte degli utenti su ciò che vedono come interazioni “transazionali”.
Quello che è certo è che l’uso crescente della telemedicina non rallenterà in tempi brevi. Medici e pazienti devono, dunque, accettare che questo tipo di relazione a distanza continuerà ancora per un periodo di tempo più lungo – ha commentato Gunnar Trommer, Managing Director & Partner presso BCG Digital Ventures.
COVID19 e sistema sanitario
Il COVID-19 ha completamente stravolto il sistema sanitario e, poiché i pazienti hanno sperimentato nuovi modelli di erogazione delle cure – in particolare l’assistenza digitale e l’assistenza sanitaria a domicilio – hanno sviluppato preferenze per l’accesso e la fruibilità.
Le aziende dovranno, quindi, trovare il modo di ridefinire i loro modelli di erogazione dei servizi, lungo tutto il continuum dell’assistenza, a partire da un processo di acquisizione del paziente che rimuova gli ostacoli e riduca le barriere fin dalle prime fasi del percorso di cura, fino all’implementazione di strumenti multimodali per combinare i servizi fisici e digitali, oltre a un impegno continuo che riduca al minimo le inutili visite di controllo di persona.
Salute Mentale Digitale
Lo scorso anno, il 60% delle visite virtuali è stato dedicato alla salute mentale, contribuendo così in modo significativo alla continua crescita dell’assistenza a distanza dovuta alla pandemia.
Per i pazienti, in particolar modo quelli pediatrici, l’assistenza virtuale è sicura, conveniente e fornisce diversi approcci e tipologie di servizi.
Per i fornitori, uno sguardo nell’ambiente domestico di un paziente può offrire informazioni importanti. Continueremo a vedere la salute mentale spingere la crescita dell’assistenza virtuale per tutto il 2022.
I pazienti, infatti, diventeranno più esigenti, richiedendo opzioni di cura e programmi di specializzazione (per esempio, consulenza familiare, trattamento delle dipendenze), che possano garantire un’esperienza nuova e migliore delle precedenti, con la possibilità per questi servizi di scalare insieme all’intero mercato dell’assistenza sanitaria virtuale.
Rimborsi e accesso equo alle cure
L’adozione massiccia dei servizi di telemedicina ha acceso il dibattito sulle politiche di rimborso e sui problemi legati all’accesso equo tra le diverse popolazioni.
Le politiche di rimborso per i servizi e le modalità di telemedicina rimangono incoerenti tra le varie aree geografiche, secondo il managing director e partner di BCG André Heeg, che sostiene: “il verdetto finale sul fatto che la telemedicina possa essere rimborsata influenzerà il grado in cui i fornitori incorporano la telemedicina nei loro servizi“.
Sarà essenziale che le aziende si assicurino che le loro offerte di salute digitale abbiano senso finanziariamente e abbiano modelli di business – incluso un sistema di fatturazione – alle spalle che funzionino.
“Altrimenti, dati i costi, la scalabilità di tali soluzioni sarà compromessa o, come minimo, molto impegnativa“, aggiunge Heeg.
L’accesso non equo ai servizi – con i pazienti più giovani con redditi più alti e acume tecnologico che guidano l’adozione – è un altro problema che dovrà essere affrontato con urgenza mentre il mondo si muove verso uno scenario post-pandemico.