Grazie alla grande disponibilità di dati e alla loro condivisione è possibile per le aziende adottare nuovi modelli di innovazione, sempre più basati su partnership strategiche. Questo avviene anche e sopratutto nel settore della salute, in cui la posta in gioco è la sostenibilità dei modelli sanitari.
La salute è un bene globale
Le aspettative di vita della popolazione mondiale sono notevolmente migliorate negli ultimi 35 anni, una tendenza positiva che rimane stabile anche nell’ultimo decennio. È quanto emerso dallo studio Global Burden of Desease 2015 pubblicato su The Lancet nel numero di Ottobre 2016. La ricerca è il frutto di una analisi sistematica dei dati di mortalità su 195 nazioni dal 1980 al 2015, che tiene conto di 249 possibili cause di morte, 315 malattie, e 79 fattori di rischio. Oltre a rilevare questa tendenza positiva, l’analisi fotografa un cambiamento nelle cause di morte. Decresce la percentuale di decessi dovuti a malattie infettive come l’HIV o la Tubercolosi, mentre sono incrementate le morti dovute ai tumori, disturbi cardiovascolari, ictus, diabete e in generale alle patologie legate agli stili di vita. Uno dei dati che è emerso dall’analisi delle patologie più diffuse è la pervasività di problemi di salute cronici che accompagnano l’età avanzata, dai dolori muscolo-scheletrici alle malattie reumatiche.
Dunque, vivremo più a lungo dei nostri nonni, ma rischiamo di trascorrere più tempo malati. Questo spiega anche il continuo e progressivo aumento della spesa sanitaria globale pro-capite.
Perché questo modello sanitario sia sostenibile, è necessario che i governi investano di più in ricerca e prevenzione. Molte delle cause di morte più diffuse al mondo possono essere eliminate migliorando e rafforzando i programmi di prevenzione e i servizi sanitari di base e investendo di più in sistemi di cura innovativi.
Big Data e Ricerca
Oggi le istituzioni dispongono di una grandissima quantità di dati sanitari (big data): registri medici digitali, esperimenti clinici, dispositivi digitali; questi dati se opportunamente analizzati consentirebbero di operare una vera e propria rivoluzione nel modo in cui ci prendiamo cura della nostra salute.
Proprio a partire da questo assunto, SAP, una delle più grandi aziende di software internazionali, ha deciso di investire nel settore salute creando la prima Piattaforma che connette aziende, sviluppatori, ricercatori e organizzazioni:
“allo scopo di accelerare lo sviluppo e il lancio di soluzioni per migliorare i risultati sanitari, ridurre i costi della cura e offrire soluzioni incentrate sule esigenze dei pazienti.”
SAP Connected Healthcare Platform, più che una tecnologia innovativa, rappresenta un nuovo modello di collaborazione tra i diversi stakeholder per garantire relazioni e partnership strategiche basate sull’analisi dei Big Data.
Open innovation: un modello rizomatico
Molti sostengono che la Rivoluzione Digitale è paragonabile alla Rivoluzione Industriale di inizio ‘900, ma esiste una differenza enorme nel modo in cui queste due trasformazioni hanno avuto luogo e non si tratta solo della maggiore velocità che contraddistingue l’innovazione digitale. L’industria era un modello necessariamente centralizzato, i processi creativi avvenivano all’interno di una singola azienda e la spinta all’innovazione era basata sulla competizione. La Rivoluzione Digitale, al contrario, è decentrata e segue una logica rizomatica. Questo significa che per ottenere dei risultati è molto più importante creare le condizioni strutturali per sviluppare i processi innovativi, interconnettere risorse e collaborare. È per questo che le aziende puntano sempre più su modelli di Open innovation.
L’enorme quantità di dati sanitari oggi disponibili è impressionate, così come è senza precedenti la rapidità con la quale si sviluppano nuove tecnologie. Queste due cose messe insieme aprono nuovi scenari per la cura e la salute globale, un potenziale enorme che rischia però di disperdersi all’interno di un modello di crescita economica legato a vecchie modalità di business.
Secondo Steve Singh, membro del Consiglio Amministrativo della SAP:
“creare un vero ecosistema globale interconnesso può aumentare notevolmente il tasso di innovazione dei servizi sanitari, migliorare le condizioni dei pazienti e ridurre i costi accelerando il lancio di soluzioni innovative sul mercato”.
Il tentativo è quello di mettere le aziende in grado di collaborare, facendo rete e integrandosi tra di loro, attraverso una sistema che permette di abbattere i costi, consentendo un approccio alla salute personalizzato.