Il 19 maggio 2022 l’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, ha presentato la ricerca degli Osservatori Digital Innovation sulla Digital Health durante il convegno “Sanità Digitale: ora serve un cambio di marcia!”
I risultati esposti durante il convegno evidenziano che nel 2021 la spesa per la Sanità digitale in Italia è cresciuta del 12,5% rispetto al 2020, raggiungendo un totale di 1,69 miliardi di euro, pari all’1,3% della spesa sanitaria pubblica. Una crescita superiore a quella degli ultimi anni, ma non ancora sufficiente per permettere di colmare il ritardo accumulato negli anni passati.
Il futuro della sanità digitale
Ovviamente, durante l’evento si è sottolineato come molte delle aspettative future riguardanti lo sviluppo della sanità digitale sono riposte sulla capacità di dare concreta attuazione al PNRR e di rendere durevolmente efficaci le progettualità previste nel documento.
Il PNRR rappresenta un’occasione epocale di rilancio perché assegna al settore della Sanità 15,63 miliardi di euro con investimenti sostanziali sulla digitalizzazione. Tuttavia, l’effettiva disponibilità e l’efficace messa a terra di queste risorse è tutt’altro che scontata. Lo sblocco di questi fondi da parte delle Istituzioni Europee è condizionato allo sviluppo in tempi rapidi di programmi e riforme la cui realizzazione non è semplice, soprattutto a causa della frammentazione della governance del sistema sanitario pubblico” – Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale
Dalle rilevazioni effettuate presso le Direzioni Strategiche delle strutture sanitarie italiane emerge che queste ultime ritengono come prioritario l’investimento in soluzioni aziendali che garantiscano la raccolta del dato di cura del paziente, in particolare le Cartelle Cliniche Elettroniche (il 60% delle aziende sanitarie ha infatti intenzione di investire in questo ambito). Altri investimenti ritenuti necessari sono quelli relativi ai servizi di Telemedicina, allo sviluppo di sistemi dipartimentali, all’implementazione di sistemi di integrazione con sistemi regionali e/o nazionali (il FSE rientra in questa categoria) e alla strutturazione di sistemi di integrazione ospedale-territorio.
La telemedicina
Riguardo gli strumenti di telemedicina, l’attenuazione dell’emergenza Covid nel corso del 2021, rispetto al 2020, dovuta alla successo della campagna vaccinale, ad una maggior conoscenza delle modalità di contagio e ad una migliore capacità di affrontare il decorso della malattia, ha determinato un calo significato nell’utilizzo delle applicazione di digital medicine da parte dei medici. Nonostante ciò, l’impiego di questi strumenti si è attestato a percentuali doppie rispetto ai dati rilevati prima dello scoppio della pandemia, e l’interesse verso la telemedicina rimane alto. Infatti il 56% dei Direttori lo ritiene essere un aspetto rilevante e il 58% delle aziende sanitarie lo considera un ambito di investimento previsto nel 2022.
La riduzione nei livelli di utilizzo della Telemedicina da parte dei medici va colto come il segnale dell’esigenza di un’innovazione più strutturale, un passaggio a un modello nel quale questa non rappresenti più una soluzione di emergenza, ma un’opportunità per migliorare il sistema di cura” – Cristina Masella, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale
Il fascicolo sanitario elettronico
Passando al fascicolo sanitario elettronico, i dati presentati nel corso del convegno mostrano che i tassi di conoscenza e utilizzo di questo strumento hanno registrato un buon incremento. Infatti, un’indagine svolta da Doxapharma ha rilevato che il 55% dei cittadini ne ha sentito parlare almeno una volta, il 17% in più rispetto allo scorso anno, e il 33% lo ha già utilizzato, contro il 12% rilevato nel 2021. Inoltre, tra i pazienti cronici o con problematiche gravi queste percentuali sono ancora più elevate: l’82% dichiara di conoscerlo e il 54% afferma di averlo già utilizzato (contro il 37% rilevato nel 2021).
Il web e la comunicazione medico-paziente
Altro aspetto analizzato è l’utilizzo del web da parte dei cittadini per ricercare informazioni riguardanti la sanità e la salute in genere: il 53% dei cittadini dichiara di aver utilizzato internet nel corso dell’anno per identificare possibili diagnosi sulla base dei sintomi e il 42% per cercare informazioni su sintomi e patologie anche prima di una visita. Inoltre, il 73% di chi ha utilizzato internet dichiara di prendere decisioni sulla salute basandosi sulle informazioni trovate online.
Una delle “rivoluzioni” determinate dalla pandemia riguarda la comunicazione che medico-paziente. Infatti, il digitale si è ormai affermato nella comunicazione tra professionista sanitario e paziente, tanto che il 73% degli specialisti, il 79% dei MMG e il 57% degli infermieri utilizza applicazioni di messaggistica istantanea (come WhatsApp) per comunicare con i pazienti, i quali apprezzano tale modalità soprattutto per la rapidità con cui è possibile ricevere risposte.
Infine, un ultimo aspetto, fra i tanti trattati durante l’evento, che merita di essere analizzato è quello delle competenze necessarie per lo sviluppo della sanità digitale.
Competenze digitali
La trasformazione dell’ecosistema salute non può prescindere dal fattore umano e, in particolare, dalla cultura e dalle competenze degli attori coinvolti, tra cui i professionisti sanitari. Per le aziende sanitarie è prioritario investire nella formazione del personale sanitario, soprattutto su ambiti come la Cartella Clinica Elettronica, privacy e sicurezza dei dati e Telemedicina, oltre alla formazione sugli strumenti informatici di base, necessaria per fornire ai professionisti una preparazione più completa.” – Emanuele Lettieri, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale
Il 38% delle Direzioni Strategiche delle aziende sanitarie sottolinea che la mancanza di competenze digitali è una reale barriera all’innovazione. Le aziende sanitarie ritengono prioritario investire nella formazione del personale sanitario soprattutto in ambiti chiave per l’innovazione digitale come la Cartella Clinica Elettronica, ambito nel quale è richiesta formazione specifica per medici (64%) e infermieri (73%). Invece, prendendo in considerazione le Digital Soft Skills, la competenza maggiormente presidiata dai professionisti sanitari è legata alla capacità di comunicare in modo efficace con i colleghi utilizzando strumenti digitali (coloro che ritengono di avere un livello buono ottimo di tali competenze sono il 64% dei medici specialisti, il 59% dei MMG, e il 54% degli infermieri).
I medici specialisti devono ancora sviluppare competenze di eLeadership, relative alla gestione del cambiamento e alla valutazione dei risultati dei progetti, che sono aspetti chiave nel processo di trasformazione digitale. Per gli infermieri, invece, occorre migliorabile l’efficacia della comunicazione attraverso strumenti digitali con i pazienti, che sarà ancora più cruciale per poter utilizzare strumenti di Telemedicina.