di , 02/10/2025

Le terapie digitali (DTx) stanno rivoluzionando il modo in cui pensiamo alla cura.

Validati clinicamente, questi strumenti digitali offrono nuove opportunità per migliorare gli outcome clinici, ottimizzare i percorsi di cura e contribuire alla sostenibilità dei sistemi sanitari.

Ma per funzionare davvero, serve una visione chiara.

A Frontiers Health Italia 2025, Federico Chinni, General Manager di UCB Pharma, ha condiviso un approccio concreto e ambizioso: integrare le DTx nei modelli di assistenza; coinvolgere gli attori giusti; costruire un ecosistema aperto all’innovazione.

Perché le terapie digitali sono una risposta al cambiamento?

Il contesto sanitario è in rapida evoluzione. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche e la carenza di personale sanitario stanno mettendo sotto pressione i modelli tradizionali.

In questo scenario, le digital therapeutics offrono una risposta scalabile e sostenibile. La diffusione degli smartphone, l’abitudine all’uso di app per la salute e la crescente consapevolezza dei pazienti creano un terreno fertile per l’adozione di soluzioni digitali.

Come si misura il valore delle terapie digitali?

Il valore delle DTx si basa su evidenze cliniche. Studi mirati dimostrano come l’uso di queste soluzioni migliori aspetti specifici della patologia. Ma serve anche una valutazione farmacoeconomica, per stimare l’impatto sui costi e sull’efficienza dei percorsi di cura.

UCB lavora in questa direzione, mappando i patient journey nelle aree terapeutiche in cui opera. L’obiettivo è capire dove la tecnologia può fare la differenza e integrare le DTx nei percorsi di presa in carico, evitando approcci isolati.

Quali strategie servono per portarle sul mercato?

Le terapie digitali non seguono le stesse logiche dei farmaci tradizionali. Per questo, UCB sta sviluppando un approccio ecosistemico, che coinvolge:

  • formazione dei clinici, in collaborazione con le società scientifiche;
  • co-design con i pazienti, veri esperti della propria patologia;
  • Integrazione nei PDTA, per garantire continuità e sostenibilità.

Le associazioni di pazienti, soprattutto nell’ambito delle malattie rare, diventano partner strategici nella progettazione e validazione delle soluzioni.

Cosa serve in Italia per fare sistema?

A livello europeo, modelli come il DiGA in Germania e il PECAN in Francia stanno aprendo la strada a rimborsi strutturati per le DTx. In Italia, il dibattito è ancora aperto.

Servono:

  • criteri chiari per la valutazione;
  • un framework HTA dedicato;
  • fondi specifici e incentivi all’adozione clinica.

La leadership deve essere curiosa, multidisciplinare e aperta all’ecosistema esterno. Lo scouting continuo, la trasparenza e le partnership strategiche sono leve fondamentali per guidare il cambiamento.

Le terapie digitali non sono più un’ipotesi. Sono una realtà che può migliorare gli outcome clinici, rendere più sostenibili i percorsi di cura e rafforzare l’alleanza medico-paziente.

Federico Chinni, con il suo intervento a Frontiers Health Italia 2025, ha mostrato come l’industria farmaceutica possa giocare un ruolo attivo in questa trasformazione. Non solo come sviluppatore di soluzioni, ma come facilitatore di un ecosistema più integrato, equo e orientato al valore.