di , 04/10/2021

Ufficialmente introdotte nel 2015, le Emoji fanno parte ormai del lessico globale e si stima che ne vengano usate 5 miliardi al giorno. Il 92% degli utenti globali di internet (3.2 miliardi) usa regolarmente le Emoji.

Emoji are pictographs (pictorial symbols) that are typically presented in a colorful form and used inline in text. 
They represent things such as faces, weather, vehicles and buildings, food and drink, animals and plants, or icons 
that represent emotions, feelings, or activities.
To the computer they are simply another character, but people send each other billions of emoji everyday 
to express love, thanks, congratulations, or any number of a growing set of ideas.
Unicode Consortium.

Chiunque può proporre una nuova emoji, ma è in vigore un lungo processo di approvazione in capo all’Unicode Consortium.

Un recente studio pubblicato su Jama, affronta il tema della comunicazione in ambito salute tramite Emoji.

Le Emoji tra dizionari e film

Le Emoji nascono nel 2011, quando furono adottate nei sistemi operativi mobile di Apple. Ma solo nel 2015 divennero globali, quando il dizionario Oxfort ha eletto a parola dell’anno l’Emoji con le lacrime di gioia 😂.

Da allora, è stato istituito l’Emoji Guinness World record, libri sono stati tradotti in Emoji, tra cui Alice nel paese delle meraviglie, Peter Pan e Moby Dick- o Emoji Dick, ed è stato dedicato loro persino un film.

Ma quante sono dedicate alla Salute?

Negli ultimi 5 anni il numero di Emoji dedicate alla Salute è aumentato costantemente. Sono ben 30 le Emoji che potrebbero essere considerate rilevanti per la medicina, escludendo quelle generiche di parti del corpo.

Ripercorriamone la storia.

Nel 2015, c’erano solo siringa 💉 e pillola 💊.

Nel 2016 gli sforzi per espandere la rappresentazione delle professioni hanno portato operatore sanitario maschio 👨 e femmina 👩.

Nel 2017 Apple ha aggiunto emoji per rappresentare meglio gli individui con disabilità, collaborando con l’American Council of the Blind, la Cerebral Palsy Foundation e la National Association of the Deaf per introdurre il bastone bianco 🦯, il braccio 🦾 e la gamba meccanica 🦿 e l’apparecchio acustico 🦻.

Stetoscopio 🩺, goccia di sangue 🩸, osso 🦴, dente 🦷, e microbo 🦠 (spesso usato per rappresentare i virus) sono state aggiunte nel 2019.

Nel 2020, due degli autori hanno lavorato con un membro del Servizio Sanitario Nazionale (NHS) del Regno Unito per ottenere l’approvazione Unicode del cuore e del polmone anatomico. A queste, hanno poi aggiunto altre 15 Emoji: intestino, gamba ingessata, stomaco, colonna vertebrale, fegato, rene, confezione di pillole, sacchetto di sangue, sacchetto di flebo, TAC, bilancia, scatola di pillole, ECG, stampelle e globuli bianchi.

C’è bisogno di un set di Emoji più completo?

Le Emoji non sono una Lingua*, ma un mezzo efficace di comunicazione visiva.

*Sistema di suoni articolati distintivi e significanti (fonemi), di elementi lessicali, cioè parole e locuzioni (lessemi e sintagmi), e di forme grammaticali (morfemi), accettato e usato da una comunità etnica, politica o culturale come mezzo di comunicazione per l’espressione e lo scambio di pensieri e sentimenti, con caratteri tali da costituire un organismo storicamente determinato, con proprie leggi fonetiche, morfologiche e sintattiche

Treccani – vocabolario on line

On line si trova anche questa definizione un po’ sopra le righe: “l’equivalente testuale di un grugnito adolescenziale“.

Ma come set di immagini digitali precaricate e curate, e che funzionano su più piattaforme, le Emoji hanno un grande potenziale nell’ambito della comunicazione, ovvero quello della standardizzazione, dell’universalità e della familiarità.

Secondo il report di Adobe sull’utilizzo delle Emoji, il 70% degli utenti le invia anche in messaggi di lavoro per aumentare l’indice di gradimento del testo.

E mentre il linguaggio testuale sembra togliere espressione e tono alle parole, è lì che l’intervento di una Emoji aiuta ad esprimere al meglio il proprio tono di voce e sentimento.

Infatti, le Emoji possono facilitare, ad esempio, la comunicazione dei sintomi o delle preoccupazioni del paziente.

Con la pandemia, medici e pazienti hanno dovuto prendere familiarità con gli strumenti digitali, dalle piattaforme di Salute Digitale alla messaggistica instantanea tramite WhatsApp.

Il 72% degli operatori sanitari che le integrano nel loro lavoro erano inzialmente titubanti, ora ne ravvedono il grande potenziale nella facilitazione delle comunicazioni con i pazienti (e.g. trasmissione dei sintomi, indicazioni sulla patologia e istruzioni per il trattamento). 

Gli autori della ricerca concludono con convinzione:

con le emoji mediche ancora nella loro prima fase, c’è una finestra di opportunità per la comunità clinica di modellare proattivamente il modo in cui questo metodo di comunicazione viene incorporato nella pratica medica e nella ricerca.