di , 13/06/2017

Il processo di donazione di sangue potrebbe essere ottimizzato grazie al supporto delle nuove tecnologie digitali: infatti, robot o droni potrebbero aiutare a reclutare nuovi donatori, a mantenere i donatori motivati, o a semplificare e abbreviare il processo stesso di donazione.

Il business del sangue

Questo fluido rosso che scorre nelle nostre vene occupa un posto centrale nel nostro organismo – e quindi, naturalmente, nel settore sanitario.
Ancora prima della scoperta dei gruppi sanguigni o del tipo di informazioni che possono essere ricavate da una sola goccia, il sangue ha sempre avuto un ruolo fondamentale, agendo come una cartina di tornasole per il nostro stato di salute.

Ogni due secondi nel mondo c’è bisogno di sangue

Al giorno d’oggi, la donazione di sangue è una pratica molto diffusa.
Secondo le stime dell’OMS, circa 108 milioni di unità di sangue sono raccolti in tutto il mondo ogni anno; e circa 100 centri in 168 paesi raccolgono un totale di 83 milioni di donazioni.
Nonostante i numeri siano positivi, non possiamo di certo “adagiarci sugli allori”” dato che ogni due secondi nel mondo c’è qualcuno che ha bisogno di sangue.
E il più delle volte, è molto difficile trovare donatori, soprattutto nel periodo estivo in cui si rilevano forti diminuzioni nella raccolta di sangue mentre la richiesta rimane stabile.

Sul sito dell’AVIS (Associazione nazionale Volontari Italiani Sangue) le statistiche parlano chiaro: più di 1.320.000 soci, per un totale di oltre 2.000.000 di unità di sangue ed emocomponenti donate (dati relativi all’anno 2015).

Come funziona il processo di donazione del sangue?

Esistono diverse tipologie di donazione: quella di sangue intero, quella di plasma (plasmaferesi), oppure di piastrine (piastrinoaferesi), e la donazione multipla di emocomponenti.
Inoltre, la donazione può essere volontaria (o periodica) o su richiesta di un familiare/amico (quando è necessario agire molto rapidamente).
Prima di ogni donazione, il donatore (o aspirante tale) è tenuto a compilare un questionario finalizzato a conoscere il suo stato di salute (presente e passato) e il suo stile di vita. Il successivo colloquio e la visita con un medico aiuteranno ad approfondire le risposte alle domande contenute nel questionario.

La sfida alle nuove tecnologie digitali

La donazione di sangue è una vera e propria sfida. La tecnologia digitale dovrebbe contribuire ad ottenere maggiori donatori di sangue e mantenere quelli esistenti motivati, e trovare modi alternativi per sostituire il sangue.

1) Raggiungere potenziali donatori
È molto difficile reclutare donatori.
Di solito ci si affida a campagne di comunicazione come queste:

Nel Regno Unito nel 2015 l’NHS Blood and Transplant (NHSBT) ha avviato una campagna sui social media dal titolo “Missing Type”: tutte le lettere A, B e O (dei tipi di sangue) sono state rimosse da pubblicità, dagli account sui social, sui giornali come il Daily Mirror e condivise da noti marchi come Coca Cola e persino dalla Chiesa di Inghilterra.
missing type campaign
I risultati sono stati incredibili!
Hanno raggiunto due miliardi di persone e 30 mila nuovi donatori si sono registrati in una sola settimana!
Un anno dopo, l’NHS Blood and Transplant ha lanciato una nuova campagna per supportare la donazione di sangue, ma stavolta tutta digitale.

Ovviamente, è stato un successo! Ben fatto, NHSBT!

2) Mantenere alto il tasso di ritorno
Il tasso di ritorno dei donatori è di solito molto più basso rispetto al numero di coloro che decidono di donare il sangue almeno una volta nella loro vita.
I ricercatori brasiliani hanno condotto uno studio sul centro per le trasfusioni Ribeirão Preto, e ha scoperto che solo il 40% degli individui ritorna entro un anno dopo la prima donazione e il 53% entro i due anni.
Le nuove tecnologie potrebbero venire in soccorso a strutture ospedaliere e private per mantenere alto il tasso di ritorno dei donatori.
Ed è quello che ha pensato Mohamed Shuraih, originario delle Maldive, con la sua social App che incoraggia le persone a donare il sangue.
La ragione dietro la sua idea è l’alta prevalenza di talassemia tra i neonati delle Maldive – 1 su 5 è portatore sano.
Con l’applicazione, l’utente sarà in grado di guadagnare badge o ricompense come incentivi per la donazione di sangue: da un mese di abbonamento gratuito a Netflix a buoni da spendere in negozi di vendita al dettaglio, credito telefonico o miglia aeree.

3) Semplificare il processo
Una delle scuse più usate per non andare a donare sangue è che le file sono interminabili.
Anche in questo caso, le nuove tecnologie potrebbero snellire il processo di donazione: robot come Veebot ridurrebbero l’intero processo (dalla ricerca della vena all’inserimento dell’ago e al prelievo) a circa un minuto, con una precisione pari all’83%.

Da marzo 2017, la Posta Svizzera ha iniziato ad usare i droni per spostare campioni di laboratorio tra i due ospedali della città di Lugano, vicino al confine italiano.
Questa potrebbe diventare una best practice nel passaggio dei campioni di sangue da un centro ad un altro.

4) Il sangue artificiale potrebbe essere una soluzione
L’ingegneria dei tessuti è fiorente con lo sviluppo costante e rapido delle nuove tecnologie. A breve il sangue artificiale potrebbe essere realtà e sostituire la necessità di donare sangue in toto.

AVIS, Croce Rossa e altre organizzazioni in tutto il mondo fanno un lavoro straordinario per garantire la quantità necessaria di sacche di sangue.
Queste nuove tecnologie potrebbero migliorare di gran lunga il loro lavoro e ottimizzare il processo di donazione del sangue.
Ai posteri l’ardua sentenza!