di , 18/01/2018

Il percorso formativo “La Digital Health al servizio dei pazienti“ è stato supportato dalla Fondazione MSD, in partnership con la Digital Health Academy, la prima Accademia di Digital Health in Italia; ed Healthware International, azienda di consulenza globale in campo healthcare. Il corso, articolato su sei giornate, si è svolto nel 2017 a Roma tra il 19-21 Ottobre e il 9-11 Novembre ed ha coinvolto, in qualità di partecipanti, diverse Associazioni Pazienti.

A seguire il racconto di quest’esperienza di formazione di cui sono stato coordinatore e moderatore.

Il primo week end del percorso formativo: tecnologia digitale, antropologia, filosofia, piattaforme dedicate alla Digital Health e comunicazione

La prima giornata, dedicata al panorama generale della Digital Health, ha visto la partecipazione di Roberto Ascione, pluripremiato guru internazionale di settore, che ha fornito il proprio punto di vista sulle potenzialità ancora inespresse della Digital Health e del loro potenziale trasformativo del settore medico. In un secondo intervento, egli ha inoltre aperto un’interessante finestra sul mondo assicurativo legato alla salute, descrivendo i trend già in atto in quest’ambito, che porteranno ad un maggiore accesso alle protezioni assicurative in area medica.

La giornata è stata arricchita dagli interventi di Cristina Cenci di Digital Narrative Medicine (DNM), che ha analizzato, attraverso il proprio sguardo da antropologa, le implicazioni del cambiamento cognitivo sotteso alle possibilità della tecnologia digitale. L’intervento di Letizia Gabaglio, una filosofa della scienza prestata al giornalismo scientifico, si è invece incentrato sul problema della democratizzazione dell’informazione sanitaria, ed in particolare sulle opportunità e sui rischi connessi alla variabilità nell’affidabilità delle fonti online, ed ai problemi generati dalla loro interazione con analfabeti funzionali – persone capaci di comprendere un linguaggio, ma incapaci di fare una valutazione di merito su quanto letto. Francesca Fedeli di Fightthestroke e Pasquale Fedele di Liquidweb/Brain Control hanno invece offerto la propria esperienza sulla costruzione di percorsi di cura personalizzati per pazienti affetti da patologie neurologiche, e su come la tecnologia possa aiutare il recupero dalle stesse, o il rallentamento dei processi degenerativi ad esse collegati.

La seconda giornata è stata invece dedicata alle Piattaforme di Digital Health, che costituiscono l’anello di congiunzione tra la comunicazione media e la fornitura di soluzioni per i bisogni degli utenti. In particolare, Antonella Arminante e Marina Peluso di Paginemediche hanno discusso con i partecipanti le opportunità fornite dalle piattaforme online nella costruzione di un “Digital Patient Journey”, un percorso personalizzato che guida il paziente dalla corretta interpretazione dei sintomi alla ricerca assistita della migliore terapia possibile. Sara Scarpinati di Videum, una piattaforma globale di video dedicati alla salute, ha invece condiviso con i partecipanti come sia possibile da parte delle Associazioni Pazienti utilizzare questo tipo di contenuto per condurre al meglio una strategia di comunicazione. A valle della sessione, i partecipanti sono stati coinvolti in attività pratiche, nel corso delle quali hanno applicato i concetti appresi.

La terza giornata è stata focalizzata invece sugli aspetti di scenario e tecnici della comunicazione in ambito salute. Eugenio Santoro dell’Istituto Mario Negri, noto opinion leader nell’ambito della comunicazione digitale in ambito sanitario, ha offerto un ampio panorama sull’evoluzione dei media sanitari in Italia e su come la ricerca di informazioni sia rapidamente cambiata negli ultimi anni. Melania De Luca di Healthware e Roberta Collina di HealthTouch sono state invece protagoniste di un’ampia carrellata sulle best practices in materia di comunicazione digitale, con particolare focus sulle criticità della gestione dei Social Media da parte delle Associazioni Pazienti in termini di Community Management. Alberto Piras di Brave Potions ha infine dimostrato come sia possibile coinvolgere e supportare un target particolare come quello dei bambini in ospedale, usando quegli strumenti digitali che costituiscono il loro principale strumento di costruzione della realtà.

Il secondo week end formativo: le frontiere delle nuove tecnologie e la digital health

Il secondo modulo del percorso formativo è cominciato con una vera e propria immersione nella frontiera tecnologica più avanzata in campo salute. Lino Mari e Fabio Spacagna di Healthware hanno rispettivamente parlato dei temi dei Big Data nella risoluzione di problemi sanitari su vasta scala; e della Realtà Virtuale come strumento di educazione in area medica. Massimo Falvo di Impossible Minds ha invece presentato il tema dei chatbot, strumenti di intelligenza artificiale che nella loro applicazione all’area medica offrono importanti potenzialità nel velocizzare i processi di acquisizione delle informazioni e renderli più efficienti. Luigi Pavia di Campania BioScience si è invece dedicato all’esame delle possibilità offerte dalle nanotecnologie e dall’intelligenza artificiale nel promuovere cure sempre più efficaci e personalizzate.

Una giornata è stata dedicata all’applicazione pratica dei concetti appresi durante le sessioni precedenti. I partecipanti sono stati coinvolti in un’attività di pianificazione strategica della comunicazione di un’Associazione Pazienti tra quelle non presenti in aula, su un’area terapeutica sconosciuta a tutti. Dalla prima sessione sono state derivate delle lezioni circa gli errori da non commettere. L’esercizio è stato poi ripetuto scegliendo tre delle Associazioni presenti e chiedendo a tutti di costruire insieme a loro un piano di comunicazione strategica che tenesse conto dei canali e dei mezzi più appropriati a raggiungere l’audience d’interesse.

L’ultima sessione ha visto gli interventi di Nicola Mattina, imprenditore ed investitore in campo digitale, sul tema dell’Open Innovation e cultura dell’Innovazione e di Melania De Luca sul tema delle startup in area salute. La chiusura dell’intero percorso e stata caratterizzata da un emozionante intervento di Graziella Bilotta di Esense Ventures, che ha raccontato come la propria esperienza personale come caregiver l’abbia spinta ad impegnarsi nella ricerca e nel finanziamento di startup innovative che possano risolvere patologie progressive ed invalidanti come il morbo di Alzheimer.

Leggi il punto di vista di…Associazioni di pazienti alle frontiere della comunicazione a cura della rivista eColloquia